Ho un super naso. Certo, vi sembrerà strano come incipit in un pezzo dedicato all’anosmia, la perdita dell’olfatto per lesioni delle vie o dei centri olfattivi. Eppure è proprio così che inizia questa storia. Da sempre sento odori che pochi intorno a me riescono a percepire, so quando sta per venire la febbre a marito e figlie prima che il termometro segni 37 e mi basta avvicinarmi a una persona per ricordare chi altri usa o usava la stessa essenza (una sniffata di Opium di Ysl mi porta subito davanti alla toilette del trucco della nonna Eugenia). Un giorno, ascoltando il mio podcast preferito, ho scoperto che esistono persone che non sentono gli odori, alcune fin dalla nascita, un’esperienza pazzesca per me. Ho voluto cercare una persona che mi raccontasse la sua vita senza profumi.

Sonia è un’amica di un’amica, ha 58 anni, è solare e pronta a raccontarsi senza filtri. La prima volta che si è accorta che c’era qualcosa di diverso in lei è stato in seconda elementare quando, tornando a casa da scuola insieme con il fratello, lui le ha detto: «Mamma ha fatto il ragù». «Ma come fa a saperlo?» si è chiesta lei. «Ricordo di aver parlato ai miei di questo vuoto solo intorno ai 10 anni» mi spiega. «Nonostante avessi genitori presenti, nessuno si era accorto di niente. In quel periodo soffrivo di sinusite mascellare, avevo molto catarro e seguivo un corso di nuoto. Mia madre mi portò da un otorino che mi prescrisse lavaggi nasali e un periodo al mare. La sinusite passò ma i profumi non li sentivo comunque. Solo a 30 anni decisi di fare approfondimenti e sentii parlare di anosmia».

Da sempre Sonia avverte solo quei pochissimi odori che coinvolgono prima le papille gustative e poi l’olfatto. E ha un modo tutto suo per descriverli: se strofina una foglia di menta sulle dita e le infila nel naso sente “fresco”, l’ammoniaca le “dà una botta”, il peperoncino le fa “bruciare le narici”. I medici le hanno detto che i casi sono 2: o è nata senza ghiandole o le ha lese molto presto, per esempio, appunto, annusando dell’ammoniaca. «Può essere in effetti, da piccola i miei mi chiamavano “elettrina” perché non stavo mai ferma e toccavo tutto» racconta. «Negli anni per scoprire le cause dell’anosmia mi proposero un’operazione al cranio che non volli fare».

Tra i 5 sensi l’olfatto è il più dimenticato

Tra i 5 sensi l’olfatto è il più dimenticato. Una ricerca internazionale ha rilevato che il 53% dei ragazzi rinuncerebbe più volentieri a sentire gli odori piuttosto che all’account di Facebook. Ed è anche il senso più enigmatico, quello di cui sappiamo meno, ma che tocca l’inconscio in profondità.

«Pensi che è dimenticato anche dagli otorini: i dati confermano che solo il 12% di loro effettua un’analisi di routine dell’olfatto» mi spiega Lorenzo Sabatino del team Terapie integrate in Otorinolaringoiatria dell’università Campus Biomedico di Roma. «È ritenuto un senso meno fondamentale degli altri per la vita quotidiana, ma è un errore, perché si è visto che soprattutto nei pazienti anziani è strettamente collegato alle malattie neurogenerative. In altre parole, la perdita graduale dell’olfatto è spesso un campanello d’allarme. Di sicuro è difficile da studiare e molto soggettiva: le persone sono più abituate a descrivere quello che provano con gli altri sensi che con l’olfatto».

In questo Sonia è un buono stimolo per chi le sta accanto. «Mi piace da impazzire quando gli altri parlano degli odori e chiedo a tutti di cercare di spiegarmeli» racconta. «Ci sono persone che sanno evocare immagini attraverso il racconto delle sensazioni. Io poi uso i nasi di tutti. Non sono per niente pudica e non ho problemi a chiedere alle colleghe di annusarmi le ascelle se prima di una riunione sono agitata e capisco che potrei puzzare. Ricordo che da ragazza, quando le amiche mi dicevano che avevo addosso l’odore di un certo fidanzato, impazzivo di gioia. Ho avuto un uomo che mi ha detto la frase più erotica di sempre: “Dal tuo odore capisco quando hai le mestruazioni”. Io certo non posso scegliere il partner annusandolo. Mi affido piuttosto alla vista, al tatto e all’udito, che è il mio vero superpotere perché sviluppatissimo».


1.000 miliardi: È il numero di odori diversi che siamo in grado di distinguere. li ha contati uno studio dell’Howard Hughes Medical Institute americano


Il legame tra odore ed erotismo

Quella correlazione strettissima tra odore ed erotismo di cui mi parla Sonia in effetti è stata provata da mille studi. Ce n’è uno dell’università di Dresda che ha addirittura dimostrato l’equivalenza scientificamente: più acuto è l’olfatto, più intenso è il piacere sessuale. «È uno dei sensi che ci mette in contatto con gli altri» mi spiega il dottor Sabatino. «Ed è strettamente correlato alla parte più ancestrale e viscerale del cervello. Ecco perché attiva le aree dell’encefalo che stimolano l’attrazione verso altre persone».

Oltre a sottrarre qualcosa all’eros, Sonia mi spiega che nella vita quotidiana non poter sentire gli odori può essere molto pericoloso. «Negli anni ho bruciato un sacco di cose, dai biscotti nel forno al manico della caffettiera che, di ritorno dalla spesa, ho visto completamente sciolto sul fornello acceso» spiega. «In quell’occasione mi sono spaventata. Ora spengo tutto la sera e ogni volta che esco di casa. E, nonostante questo, tempo fa stavo parlando con mia cugina in cucina quando lei ha sentito odore di gas vicino allo scaldabagno. Il tecnico ha trovato una perdita di cui non mi sarei mai accorta. Altro problema: il gusto. Per me è tutto dolce, salato, amaro e piccante. Non esistono sfumature. Ecco perché non mangio mai cose scadute: non potrei mai capire se sono davvero andate a male».

Mi chiedo se Sonia viva l’anosmia come una disabilità. «Non ne ho mai fatto un problema, la gente non la nota, se ne dimentica subito e non sono mai stata bullizzata» risponde. «Però mi commuovo al pensiero che non ho mai potuto sentire l’odore di mio figlio. Ogni tanto quando era piccolo gli leccavo il collo che aveva il sapore di mandorla amara e mi sembrava buonissimo. Non ho mai nemmeno saputo quale profumo avessero gli abbracci della mia mamma, e questo è il dolore più grande». A vedere la lacrima che riga il volto di Sonia penso che non mi lamenterò più delle scarpe da tennis lasciate in salotto dalle mie figlie o dei campi concimati tra cui però si fa spazio anche il profumo della primavera. «Io la primavera la sento nella pancia» conclude lei tornando a sorridere.

Perdita dell’olfatto: le cause

Possono essere molto banali le ragioni per cui si perde la capacità di sentire odori e profumi: la colpa può essere di riniti, sinusiti o polipi nasali. «Ma a essere danneggiate possono essere anche le cellule nervose dell’epitelio o le “vie” lungo le quali nel nostro cervello vengono processati gli odori» spiega Lorenzo Sabatino.

Non è sempre facile quindi risalire alle cause che scatenano l’anosmia, ma nell’ultimo anno ne abbiamo sentito parlare sempre più spesso perché la perdita improvvisa dell’olfatto è tra i primi sintomi del Covid. «Se riniti e polipi non hanno causato danni a lungo termine, si può tornare a sentire gli odori come prima. Per il coronavirus nella maggior parte dei casi si recupera, ma non sempre al 100%. Il consiglio è intervenire subito rivolgendosi al medico per impostare una terapia dedicata, i risultati migliori si ottengono a breve distanza di tempo. Può servire anche un training che allena l’olfatto con odori puri come essenze di limone, eucalipto, menta e chiodi di garofano, da annusare in sequenza per 20 secondi» conclude l’esperto.