Cos’è PASS PASS!

PASS PASS! è un gioco in formato sia digitale che cartaceo che trasforma bambini e ragazzi (dai 18 mesi ai 12 anni) in collezionisti di cultura. Nasce per ingaggiare e monitorare la loro adesione alle proposte culturali di Bergamo e Brescia, in fatto di spettacoli, laboratori, danza, cinema e tanto altro. Al tempo stesso PASS PASS! si presenta anche come uno strumento di comunicazione e promozione dell’offerta degli enti del territorio, quali musei, biblioteche, teatri e luoghi di aggregazione. Debutta nell’anno della Capitale, ma è un lascito per gli anni a seguire. L’obiettivo, infatti, è quello di raccogliere e far collezionare a bambini e ragazzi eventi culturali anche da grandi.

Come funziona PASS PASS!

PASS PASS! è stato pensato in due formati diversi perché possa rispondere alle differenti esigenze cognitive del suo pubblico. Nella versione cartacea, pensata per la fascia 3-8 anni, PASS PASS! si presenta come un leporello, cioè una sorta di Credenziale dei Cammini ripiegata a fisarmonica, su cui ogni bambino e bambina può collezionare fino a venti timbri. Ogni ente usa infatti il proprio timbro per certificare, sul pass, la partecipazione al suo evento del piccolo esploratore. Che, completata la raccolta, vince un gelato della Marianna a Bergamo o di Ribera a Brescia, le gelaterie storiche del territorio. C’è un piccolo plus: il pass cartaceo viene distribuito con cordino e moschettone, per essere messo al collo perché l’idea è quella di creare un’esperienza “vip” per il bambino.

Nella sua versione digitale, invece, PASS PASS! è una piattaforma di realtà aumentata per la scoperta del territorio, che fornisce ai ragazzi più grandi un’esperienza di “edutainment”, cioè un mix di cultura e divertimento, grazie alla geolocalizzazione. Nella mappa virtuale dell’applicazione, infatti, l’avatar personalizzato del giovane utente segue i suoi spostamenti tra le vie di Bergamo e di Brescia, diventando una sorta di guida. Ci si può avvicinare ai luoghi di interesse, scoprire il mondo reale con la fotocamera, trovare indicazioni e curiosità visuali. Con l’applicazione si può anche rimanere informati sugli eventi, raccolti in un calendario integrato. In più, ogni volta che il ragazzo o la ragazza partecipa a un evento culturale, inquadra il QR code in loco e ottiene una figurina PASS PASS!. È dunque la metafora del viaggio, unita al tema della collezione, ad allineare i due strumenti.

PASS PASS! e il primo programma per le famiglie

PASS PASS! si inserisce in una più ampia offerta family friendly di qualità, denominata Che spettacolo il 2023!. Si rivolge a tutte le bambine e ai bambini in età scolare, agli adolescenti, alle famiglie e alle scuole, con un chiaro obiettivo: dar vita a un unico palinsesto multidisciplinare di iniziative a misura di famiglia. Il progetto è stato voluto dagli Assessorati alla Cultura di Bergamo e di Brescia e pensato e co-progettato insieme a una rete di 35 soggetti del mondo della cultura delle due città. «È la prima Capitale che offre un programma integrato e multidisciplinare per nuovi spettatori e spettatrici. Possiamo infatti contare su contenuti di qualità in entrambe le aree urbane dove, dalla danza ai servizi educativi dei musei, dai laboratori alle produzioni teatrali, esiste un significativo lavoro svolto da tanti operatori e operatrici», ha detto Nadia Ghisalberti, Assessora alla cultura del Comune di Bergamo. Laura Castelletti, Sindaco e Assessore alla cultura del Comune di Brescia, invece, ha aggiunto: «Abbiamo immaginato di sviluppare una rete di progetto dedicata all’offerta culturale, teatrale ma non solo, specificamente indirizzata a bambine e bambini, a ragazze e ragazzi».

La Cultura come Cura

Il progetto, che mira a coinvolgere 100mila bambini entro fine anno, rientra nell’area progettuale La Cultura come Cura, l’area tematica di BGBS2023 più legata alla risposta alla pandemia, che ha portato la questione della cura al centro del dibattito internazionale. PASS PASS! nasce infatti da una forte alleanza tra il mondo della cultura e della cura (in primis il sistema sanitario), nella consapevolezza che la prima è uno strumento potente per affrontare il tema della povertà educativa.

La povertà educativa in Italia

Allo scopo di combattere la povertà educativa, è stata coinvolta anche la rete di pediatri, perché si possa raggiungere il maggior numero di famiglie possibile, a partire proprio da quelle più fragili e a più alto rischio di dispersione. E anche perché i numeri non lasciano margine di dubbio o interpretazione. Negli ultimi dieci anni, nel nostro Paese, il numero di minori in povertà assoluta è triplicato, raggiungendo il picco del 14,2% (quasi 1 milione e mezzo di ragazzi). Le condizioni economiche producono un forte impatto sui percorsi educativi di bambine, bambini e adolescenti. L’abitudine alla fruizione culturale, infatti, è ridotta al minimo e i giovani sono impossibilitati ad apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. L’Atlante dell’infanzia a rischio 2021 aggrega i dati Istat del 2019 e mette in luce che, per esempio, la percentuale dei bambini e delle bambine che non sono andati a teatro nemmeno una volta nel corso dell’anno sono tra il 63,8% e il 66,10%. La percentuale sale al 71% nel caso degli spettacoli dal vivo. In molti casi, dunque, bambine e bambini non fruiscono di attività culturali per scarsità di risorse economiche della famiglia, con un’incidenza maggiore in quei nuclei famigliari in cui il titolo di studio dei genitori è più basso.

La situazione in Lombardia

La Lombardia evidenza situazioni meno allarmanti, nonostante l’emergere di nuove sfide, soprattutto nelle periferie delle grandi città e nelle aree più interne del territorio. L’isolamento delle valli montane e la difficoltà a raggiungere le scuole rendono complesso per i ragazzi seguire le lezioni in modo continuativo. Un’economia fragile e una carenza dei servizi di welfare contribuiscono poi, in alcune zone delle province, all’emergere di situazioni di bisogno. Nasce dunque la necessità di utilizzare con responsabilità le risorse e gli strumenti delle organizzazioni culturali e artistiche, per costruire una società più sostenibile e colmare i divari di accesso alla cultura e alle arti. In ultimo per ricordare, tanto ai più piccoli quanto ai più grandi, che la cultura è opportunità di cittadinanza, partecipazione e inclusione.