La morte dell’attrice Anna Marchesini ha portato alla ribalta la malattia di cui soffriva: l’artrite reumatoide. Che era presente da anni nella sua vita. Già nel 2006 una intensa crisi dolorosa aveva costretto l’attrice a interrompere la tournée teatrale. Della “sua” malattia aveva scritto anche nell’ultimo libro, Moscerine, raccontando la sua lotta e l’importanza di reagire e di non abbandonarsi all’autocommiserazione e alla tristezza.
Le cause dell’artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune. Significa che a scatenarla è un’esagerata reazione del sistema immunitario che attacca le cellule sane credendole nemiche. Le conseguenze di questa lotta sono il danno alle articolazioni e l’infiammazione che, se non vengono curati, peggiorano sempre di più. Fino a compromettere gravemente la vita di chi ne soffre, non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista psicologico. I dati infatti dicono che per oltre quattro pazienti su dieci rappresenta nel tempo uno stop ai viaggi e agli hobby, con un forte impatto sul morale. A soffrirne attualmente sono in circa 400 mila, donne in otto casi su dieci, con un picco soprattutto nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni.
Troppi ritardi nella diagnosi
Il grande problema è il ritardo nella diagnosi, che può arrivare anche a due anni e oltre. Perché in quasi sei casi su dieci all’inizio i sintomi vengono spesso sottovalutati e confusi con i tradizionali dolori reumatici. Invece è tutta un’altra cosa. «Oggi si può cambiare il destino del malato», spiega Oscar Epis, direttore del Centro di reumatologia dell’ospedale Niguarda di Milano. «Ma è basilare la diagnosi tempestiva».
Come si riconosce la malattia
Attenzione allora ad alcuni segnali, inconfondibili. L’artrite reumatoide innanzitutto colpisce contemporaneamente entrambe le articolazioni, destra e sinistra e soprattutto quelle dei polsi e delle mani, seguite da caviglie e piedi, mentre non riguarda quasi mai la colonna vertebrale. È presente anche il dolore, soprattutto di notte, con gonfiore alla zona colpita, mentre al risveglio le articolazioni sono bloccate ed è necessaria anche di un’ora prima di poterle muovere.
Le conseguenze sugli organi possono essere mortali
Ma la diagnosi tempestiva è fondamentale anche per un’altra ragione. Gli esperti hanno visto che l’artrite reumatoide non interessa solo le articolazioni ma può coinvolgere molti organi provocando anche un aumento del rischio di problemi cardiovascolari. «A causa della malattia, si formano nuovi vasi sanguigni nella zona malata, ricchissimi di sostanze infiammatorie», chiarisce il dottor Epis. «Sono le stesse che hanno un ruolo importante nell’infarto e nell’ictus. Per questo è fondamentale arrivare presto e iniziare subito le cure. Oggi ci sono i farmaci cosiddetti biologici che sono in grado di bloccare questo meccanismo pericoloso e cambiare il destino del malato».
A chi rivolgersi
In caso di dubbio, dunque, bisogna rivolgersi a un centro di reumatologia. «Gli studi hanno dimostrato l’efficacia di un nuovo esame, l’ecografia articolare», interviene il dottor Epis. «Gli apparecchi più moderni sono ancora più precisi e riescono a vedere anche le piccolissime zone di malattia, che con la radiografia non si notano. Si può inoltre valutare il flusso di sangue nelle parti infiammate, a tutto vantaggio anche della prevenzione delle malattie cardiovascolari». L’esame ha dalla sua anche la rapidità. In mezz’ora, con l’ecografia si controllano mani e piedi. Inoltre, viene eseguito durante la visita dal reumatologo stesso, che può così fare una valutazione in tempo reale, al contrario di altri esami quali la risonanza che richiede dei tempi di attesa per l’esecuzione e l’elaborazione dei dati.