Stefania Nobile, la figlia di Wanna March raccontato nel salotto del Maurizio Costanzo Show di essere ammalata di artrite reumatoide da parecchi anni. 

«La mia malattia non è molto conosciuta ma, purtroppo, di recente se n’è parlato parecchio” dice in tv. Il 30 luglio scorso, infatti, a 62 anni muore l’attrice Anna Marchesini. La notizia arriva in piena estate, scioccando l’Italia. L’attrice si era vista poco prima ospite di Fabio Fazio, ironica e pungente come sempre ma imprigionata dal male. Eppure in grado di reggere un’intervista e sorridere di se stessa e della vita, come faceva da sempre. Della malattia aveva scritto nel suo ultimo libro, Moscerine, raccontando la lotta e l’importanza di reagire. Nessuno, però, poteva aspettarsi di lì a poco la scomparsa. “Quando ho sentito della sua morte è stato per me un duro colpo – ha raccontato Stefania Nobile – perché ho dovuto fare i conti ancora una volta con la mia malattia. Non è facile, ma lotto”.

Insieme a lei sul palco c’è anche Wanna Marchi, che racconta le difficili condizioni di vita della figlia in carcere: “Stava malissimo, veniva spesso ricoverata per le trasfusioni. Pesava 41 chili eppure la ammanettavano alla barella, con quattro guardie intorno”.

Stefania Nobile in realtà è da diverso tempo agli arresti domiciliari, dopo la condanna definitiva del 2009 a 9 anni e 4 mesi per truffa insieme alla madre. Dopo alcuni mesi di prigione, Stefania viene infatti ricoverata per i suoi problemi di salute che, ora veniamo a sapere, sono legati all’artrite reumatoide

La trasmissione di Costanzo suscita reazioni e commenti indignati. Gli ammalati insorgono e sul web fioccano le proteste contro la tv che ha invitato un personaggio controverso come lei a squarciare il velo su questa malatttia, di cui si parla troppo poco. A risultare ignobile, il fatto che il pretesto per parlarne sia proprio una truffatrice che, oltretutto, speculava prorpio sulla salute dei malati.

Neanche Anna Marchesini, però, in vita, aveva accettato di esporsi pubblicamente, e per questo era stata duramente criticata dai pazienti. Dopo, l’emozione seguita alla sua morte ha finito per cancellare ogni polemica.

Un dato è certo. L’amarezza con cui constatiamo che si sa molto poco sull’artrite reumatoide, nonostante ne soffrano moltissime persone. Per questo noi a Donna Moderna ce ne occupiamo spesso e con vivo interesse, proprio per tenere accesi i riflettori sul male. 

Cosa provoca l’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune degenerativa. Vuol dire che a scatenarla è una reazione del sistema immunitario che attacca le cellule sane credendole nemiche. Le conseguenze di questa lotta sono il danno alle articolazioni e l’infiammazione che, se non vengono curati, peggiorano sempre di più. Fino a compromettere gravemente la vita di chi ne soffre. Per oltre quattro pazienti su dieci la malattia provoca nel tempo uno stop ai viaggi e agli hobby, con un forte impatto sul morale. A soffrirne attualmente sono in circa 400 mila persone, donne in otto casi su dieci, con un picco soprattutto nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni. 

Come riconoscere i sintomi

Per migliorare la qualità di vita e tenere sotto controllo la malattia, è importante riconoscerla per tempo. Spesso, purtroppo, i sintomi non vengono capiti, anche se sono inconfondibili e si possono riconoscere in prima battuta con una vera e propria autodiagnosi

Sulla malattia esiste una certa confusione, anche da parte dei medici, perché ogni persona rappresenta un caso a sé, con infinite variabili. I pazienti stessi faticano a interpretare i loro disturbi e a trovare la via giusta per essere curati. Per esempio, artrosi e artrite sono la stessa cosa? Anche il medico di base può fare la diagnosi? E si finisce sempre sulla sedia a rotelle? Si possono avere figli? I dubbi, insomma, sono tanti ed esigono chiarezza.

Come si cura la malattia

Non si può non curarsi. La malattia peggiora gravemente nel tempo se non si prendono i farmaci giusti. Occorre quindi seguire una terapia specifica, prescritta da uno specialista, il reumatologo. Quando l’artrite reumatoide è in una fase iniziale e si presenta con sintomi lievi, il medico prescrive un farmaco antimalarico insieme a un basso dosaggio di cortisone. Se la malattia è più aggressiva, la cura migliore è con la categoria di principi attivi chiamati con la sigla “dmards”. Nella fase successiva, quando la persona non risponde più ai farmaci tradizionali, subentrano i biologici, costosissimi. 

La nuova frontiera delle staminali

Una nuova speranza di guarigione si è accesa grazie alle cellule staminali della placenta, che tra qualche anno – forse 4 o 5 – potranno curare (oltre alla fibrosi polmonare, l’ischemia cerebrale e il morbo di Crohn) anche l’artrite reumatoide. A condurre le ricerche, prima e unica in Italia, è Ornella Parolini, biologa di 53 anni che a Brescia ha aperto il centro “Eugenia Menni” della Fondazione Poliambulanza (www.poliambulanza.it/centro-di-ricerca-eugenia-menni).

Il ruolo della dieta

La scienza sta discutendo del peso dell’alimentazione rispetto alla malattia: quanto conta la dieta? C’è chi sostiene che l’artrite reumatoide si curi con la dieta macrobiotica oppure vegetariana. Lo proverebbe uno studio giapponese pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatology. I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che gli anticorpi specifici presenti nei pazienti colpiti dalla malattia reagiscono anche contro le proteine animali e vegetali. In altre parole, carne, pesce e legumi avrebbero un ruolo nel peggioramento dell’artrite reumatoide.

Di sicuro, la medicina finora raccomanda la dieta mediterranearicca di sostanze antiossidanti, proteggono la salute del cuore, che può essere più delicata col trascorrere degli anni in chi soffre di artrite reumatoide. 

Le storie di chi soffre

Poiché di questa malattia si parla ancora poco, i pazienti sono alla continua ricerca di informazioni. Dopo la morte di Anna Marchesini, in molti ci hanno scritto in redazione chiedendo appunto dettagli e approfondimenti. E raccontandoci le loro storie, che stiamo continuando a raccogliere per dare modo a tutti di squarciare il velo sulla malattia. Scriveteci in redazione.