I ricercatori hanno scoperto che l’eccessivo impiego del ciuccio compromette le capacità linguistiche dei neonati già a partire dai due anni di età.
Lo studio sull’utilizzo del ciuccio
Lo studio ha esaminato 1.187 neonati di Oslo, in Norvegia, per esplorare le implicazioni dell’uso del ciuccio sul linguaggio e sulla parola. I neonati sono stati divisi in due gruppi di età, 12 mesi e 24 mesi. Ai genitori di ogni bambino è stato chiesto di fornire resoconti orari dettagliati specificando con quale regolarità concedessero il ciuccio ai loro figli. I dati sono stati raccolti a intervalli di due mesi, durante i quali il team è stato in grado di calcolare il numero totale di ore trascorse con l’ausilio del ciuccio durante tutta l’infanzia.
Il ciuccio e il vocabolario del bambino
Ogni genitore ha anche compilato questionari dettagliati con i “Communicative Development Inventories”, elenchi di parole comuni nei vocabolari di ogni fascia d’età, specificando se il proprio bambino fosse a conoscenza dei termini in questione. I punteggi sono stati trasformati in percentili aggiustati per età e sesso, con i risultati che hanno mostrato che i bambini con un impiego più alto del ciuccio arrivano all’età di due anni con un vocabolario ridotto rispetto a quelli che lo utilizzano di meno. I punteggi si sono rivelati più bassi anche nella comprensione e produzione del vocabolario, ovvero la capacità di parlare e di recepire le parole.
Le conclusioni della ricerca
Gli esperti sono quindi arrivati alla conclusione che il suo uso intensivo potrebbe limitare il tempo che i neonati trascorrono a praticare la comunicazione verbale, ostacolando così la crescita del loro vocabolario. In età precoce, i neonati che hanno il ciuccio in bocca presentano meno opportunità di esercitarsi a produrre suoni e formare parole, che sono cruciali per lo sviluppo delle capacità linguistiche.
Pro e contro del ciuccio
Negli Stati Uniti, l’uso del ciuccio raggiunge il picco intorno ai tre mesi. Sebbene i benefici per la salute (alleviamento del disagio e prevenzione della sindrome della morte improvvisa, nota anche come “morte in culla”) siano ampiamente supportati, l’American Academy of Pediatric Dentistry raccomanda di interrompere l’uso del ciuccio entro i 3 anni.
Un suggerimento che in precedenza era legato solo ed esclusivamente a preoccupazioni circa i danni fisici dalla sua dipendenza, principalmente dentali e un rischio aumentato di infezioni dell’orecchio medio (otite media) e che invece le nuove informazioni riportano a un piano che va oltre l’aspetto fisico e interessa anche quello sociale.