In Turchia A., che vuole restare anonima, ci era andata la prima volta in vacanza ma, notando i tanti che erano lì per un intervento di chirurgia estetica, ha iniziato ad accarezzare l’idea di un décolleté che la facesse sentire più bella. «Mi sono informata e ho preso contatti con una clinica per programmare una mastoplastica additiva. I costi erano molto convenienti, il personale gentilissimo».
Beauty tourism: far valere i propri diritti dopo è difficile
Tutto bene, fino al rientro in Italia. «Dopo poco ho notato uno spostamento di una delle protesi, ho chiamato e mi hanno detto che era tutto normale, sminuendo la cosa. Invece il problema era sempre più evidente: mi sono dovuta operare in Italia perché correvo rischi per la mia salute». Di più non vuole dire questa donna che ha segnalato il suo caso a Cittadinanzattiva. Di lettere come la sua ne sono arrivate altre in associazione, anche se, come spiega Isabella Mori, responsabile del Servizio di tutela, far valere i propri diritti in questi casi non è semplice. Lo sa bene anche un’altra paziente che ha scritto sperando in un aiuto: a ottobre è volata in Albania per impiantare 4 denti, con tanto di perni, corone fisse e viti. Quando è tornata dal suo dentista per un’infezione che non passava, si è sentita dire che i materiali usati erano di bassa qualità: ora dovrà ripetere l’operazione, a sue spese. A guardare le notizie riportate dai media, queste storie non sono neanche delle peggiori: basti pensare al caso del 37enne pugliese che per un intervento odontoiatrico è in coma ormai da 9 mesi. Sua madre anni prima era stata nello stesso centro in Albania e si era trovata bene, lui è stato meno fortunato.
Il boom del beauty tourism (ma non solo beauty)
Il turismo sanitario vive un’epoca d’oro: 350.000 italiani, dicono i dati di Astoi Confindustria Viaggi, ogni anno volano all’estero per operarsi. E se 20 anni fa erano pochi i coraggiosi ad avventurarsi in Romania per un impianto ai denti low cost, oggi c’è un’industria attrezzata per coprire tutti i bisogni. I siti delle cliniche parlano italiano, le offerte sono all inclusive: dal volo al trasferimento in casa di cura, dall’interprete al soggiorno nell’hotel a 5 stelle. Nei 2.000 euro – prezzo medio di un pacchetto – è compreso a volte anche il tour della città. «Turchia, Albania, Romania e Tunisia sono le più frequentate, ma anche Croazia e Slovenia. Non abbiamo dati certi sul fenomeno, che per definizione è soggetto a un grande “sommerso”, ma i nostri soci sono concordi nel dire che è in crescita» dice Maurizio Ressa, presidente della Società italiana di Chirurgia plastica ed estetica.
Prezzi dimezzati
Merito dei prezzi dimezzati rispetto all’Italia, il 77% di chi ha curato i denti all’estero ripeterebbe l’esperienza, dice l’Osservatorio Compass, anche se uno su 3 deve farsi rimettere le mani in bocca una volta tornato in Italia. Ma che si parli di denti o di chirurgia estetica le criticità, a detta degli esperti, sono tantissime.
«In Italia per aprire un presidio sanitario servono autorizzazioni e il rispetto di norme rigidissime. In altri Paesi i pazienti ci raccontano di villette a due piani, con stanzette per gli interventi. E poi spesso la prima visita è prevista a ridosso dell’intervento. La possibilità che il medico sconsigli l’operazione dopo una valutazione approfondita non è contemplata»
prosegue lo specialista. «Tornati a casa, alcuni finiscono al Pronto soccorso. Di recente ho avuto una paziente reduce da una mastoplastica riduttiva con febbre, necrosi attorno all’area del capezzolo e ferite aperte».
Il registro delle complicanze del beauty tourism
Lo scorso settembre la Sicpre ha istituito un registro per lo studio e il monitoraggio delle complicanze conseguenti a questi interventi, sempre più frequenti. E se negli anni sono diminuite ferite e infezioni, a crescere sono l’insoddisfazione per il risultato e i problemi a lungo termine. Perché una volta che qualcosa è andato storto, il lavoro da fare è lungo e costoso: una protesi malmessa, per esempio, va espiantata e reimpiantata. Il sogno di bellezza va in frantumi, restano invece, quelle sì, le cicatrici.
Beauty tourism: come scegliere in sicurezza
«Nessuno mette in discussione il fatto che fuori dai confini ci siano professionisti esperti e strutture all’avanguardia, ma bisogna trovarli in un far west di offerte di bassissima qualità» aggiunge il presidente dell’Associazione italiana chirurgia plastica e ricostruttiva ed estetica, Roberto Bracaglia. «C’è chi propone la prima visita online: impensabile. Medico e paziente devono instaurare un rapporto, serve un approfondimento sui tessuti per elaborare una diagnosi e proporre una terapia, che deve essere capita e accettata. E poi c’è il tema dei costi, che non può essere sottovalutato. Per operare in sicurezza una sala operatoria deve essere attrezzata con apparecchiature sofisticate, servono macchinari adeguati e vanno seguiti protocolli previsti dalle società scientifiche internazionali». L’Aicpre ha pubblicato sul suo sito un vademecum con i consigli per una scelta sicura. Il primo è chiedere informazioni su chi eseguirà l’intervento, al di là di ciò che è pubblicato sui social, tenendosi lontano da medici senza un c.v. dettagliato e che non siano iscritti a società scientifiche riconosciute nel proprio Paese.
Fare denuncia all’estero è complicato
«Purtroppo, pochi pazienti prendono con anticipo tutte le informazioni necessarie» spiega l’avvocata Paola Tuillier, specializzata in cause di responsabilità professionale medica. «E anche nel caso ci si volesse rivalere dopo, il procedimento è complesso. Ogni Paese ha norme proprie e per sporgere denuncia e chiedere un risarcimento a una clinica straniera bisogna rivolgersi a un professionista, preferibilmente locale, autorizzato a operare in quella giurisdizione e a conoscenza delle leggi del posto». Qualcuno che non la prende alla leggera fortunatamente c’è. Come Marco, che agli sportelli di Cittadinanzattiva ha raccontato di avere contattato una struttura in Romania per una rinoplastica. «Ho chiesto informazioni sui rischi dell’intervento e sulle analisi a cui avrei dovuto sottopormi. E sapete cosa mi hanno risposto? Nessun esame, la aspettiamo! Non sono più partito».
Beauty tourism: i costi
Guardando i listini dei prezzi, non si fa fatica a capire perché tanti italiani corrano all’estero. In Turchia, leader mondiale per il trapianto di capelli, c’è chi promette l’operazione più economica al mondo: tra i 1.800 euro e i 2.500, viaggio all inclusive con due pernottamenti in hotel a 5 stelle e assistenza “essenziale” post-operatoria. Secondo il sito Migliore Clinica, il prezzo per una rinoplastica in Tunisia va dai 1.880 ai 2.000 euro. Per una mastoplastica additiva si scende fino a 2.200 euro (in Italia difficilmente si va sotto i 5.000). Infine, i denti: per un impianto con corona in ceramica il prezzo pubblicizzato è 4.000 euro. A casa nostra i prezzi medi sono almeno il doppio. Ma un intervento si può offrire in saldo come uno smartphone?