Avete presente le crociate che portiamo avanti da anni, io per prima, per combattere il body shaming sulle donne? Ecco, ora a essere derisi per l’aspetto fisico sono anche gli uomini.

E non uomini qualunque, ma i vincenti dello sport e della politica. Andy Ruiz Jr., dilettante dei pesi massimi di origine messicana cresciuto a rabbia e junk food, ha battuto il bellissimo campione del mondo Anthony Joshua: nonostante l’impresa, si è sentito dare del ciccione flaccido, come se l’immagine del suo corpo – e non la sua forza – dovesse meritare la vittoria. «Mi state sottovalutando» rispondeva a chi lo definiva “buffo tanghero in sovrappeso”, ma anche dopo il trionfo i giornalisti hanno manifestato incredulità per quel piccoletto panciuto.

Stesso trattamento per il sindaco di Londra Sadiq Khan: il presidente Usa Donald Trump lo ha definito “perdente” e “basso”, mettendo sullo stesso piano caratteristiche fisiche ed efficienza politica.

È la dittatura di Instagram che trasforma tutti in figurine da contemplare o davvero gli uomini hanno iniziato a guardarsi l’un l’altro in cerca di difetti? Forse è il segno di un dibattito politico e social(e) sempre più stantio in cui, pur di non parlare di cose importanti, va bene anche la statura di un sindaco. O forse nella gara – anche metaforica- a “chi ce l’ha più lungo” stiamo registrando un passaggio dal terreno della virilità e del potere a quello dell’apparenza e dell’estetica.

Chissà se gli uomini inizieranno a pensare a cosa indossare prima di una riunione, chissà se spunteranno consulenti d’immagine per gli amministratori delegati, chissà se avremo fidanzati in ansia per la prova costume. Noi, cari amici maschi, non ve lo auguriamo.

Daniela Collu è conduttrice tv e scrittrice. Ora è in libreria con “Volevo solo camminare” (Vallardi)