Pugni, calci, botte a mano aperta e posizioni a tenaglia, con gambe e braccia a stringere l’avversario. Dimentica Rocky Balboa o Jackie Chan: oggi a picchiare sono le donne. Le allieve di Krav Maga, la disciplina di autodifesa israeliana, sono aumentate del 40% nell’ultimo anno e quelle di pugilato e aerokombat sono addirittura raddoppiate, scondo i dati di Ikmi (International Krav Maga Institute), e Fikbms (Federazione italiana kickboxing, muai thai, savate e shoot boxe). E sempre più celeb, da Gigi Hadid ad Adriana Lima fino alla nostra Elisabetta Canalis, postano selfie sul ring e con i guantoni. Senza contare che la nuova mania è già stata immortalata anche da un apposito volume: Anna Konda, raccolta di scatti della fotografa Katarzyna Mazur dedicati al primo Female Fight Club d’Europa, inaugurato a Berlino (katarzynamazur.com).
OBIETTIVO 1: SCARICARE LO STRESS L’identikit delle lottatrici di oggi, però, è lontano anni luce dallo stereotipo del “tomboy”, tutto muscoli e zero femminilità: «Le seguaci di queste discipline hanno dai 18 ai 40 anni e più e arrivano in palestra per ragioni diversissime» spiega Roberto Bonomelli, fondatore della Bono Academy, scuola specializzata in arti marziali e sport da combattimento (bonoacademy.it). «C’è chi vuole scolpire il corpo con un workout completo, chi desidera sentirsi più sicura o imparare a difendersi e chi cerca una disciplina non solo fisica, ma anche mentale». Sì, perché sotto il cappello di “sport da contatto” si contano attività diversissime, per tutti i gusti e le esigenze.
«Tra le più gettonate ci sono la boxe tradizionale e le sue varianti, dal kickboxing al savate, dove si usano braccia e gambe: migliorano forza, tono e resistenza e aiutano a scaricare lo stress» spiega l’esperto. «Tra chi privilegia l’autodifesa va forte il Krav Maga, una vera e propria lotta militare che insegna a neutralizzare un aggressore in strada e a scappare». L’ultima tendenza? «Le Mma, le Mixed martial arts, che uniscono le tecniche di stricking, con i colpi, con quelle delle arti marziali e della lotta, in piedi e a terra» spiega Bonomelli.
OBIETTIVO 2: METTERSI ALLA PROVA Un boom che sta scuotendo il mondo del fitness, tanto da chiedersi: gli sport da combattimento sono l’aerobica del nuovo millennio? «Il nuovo trend simboleggia il cambiamento della società e dei singoli» osserva Mauro Ganz, psicologo e fondatore del progetto di psicologia dello sport “I figli di Eracle”. «Gli anni ’80 erano quelli dell’edonismo, della moda delle palestre e dei prodotti di bellezza. Oggi la crisi ci ha imposto di fare i conti con i nostri limiti fisici e psicologici per riscoprire chi siamo. Combattere, per una donna, non vuol dire solo mettersi alla prova, ma farlo in un territorio considerato ancora maschile e uscirne alla pari».
Insomma, siamo passate da Barbie a Lara Croft. Ma imparare a stare sul ring può essere anche una lezione di vita: «Insegna la costanza per ottenere i risultati, l’umiltà nel confronto con l’avversario, il rispetto del maestro e la sconfitta come momento di formazione e non di depressione » spiega Ganz. Come diceva Che Guevara: «Chi lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso».