Per quanto obsoleto possa sembrare, che tu sia ospite, padrone di casa, che tu sia su un bus o semplicemente a passeggio, ci sono delle regole di buona educazione da rispettare. Si tratta di piccole e semplici regole da seguire per una buona convivenza nella società.
Attenzione, premura, educazione e cortesia sono le parole chiave dell’essere per bene. Sapersi relazionare ad ogni situazione non può che essere una marcia in più per fare una buona impressione e per far parlare di sé in maniera positiva.
Fa che sia davvero un «piacere»
Ma quali sono davvero questi gesti che oggi ci rendono paradossalmente fuori dal comune? Sicuramente la prima impressione è quella che conta di più. È infatti nei momenti delle presentazioni che bisogna dare la mano in maniera decisa (né troppo stretta, né troppo delicata).
Non bisogna dire «piacere» prima ancora di conoscere quella persona, ma bisogna piuttosto darle del lei. Spegnere la sigaretta o mettere il telefono in tasca è sicuramente segno di buona educazione se si incontra qualcuno per strada.
Un «grazie» in più non fa mai male
Tra le fondamenta indiscusse delle buone maniere c’è di certo la cortesia e il bon ton comunicativo. Negli ultimi anni ciò che si sta perdendo molto, e forse fin troppo, è l’abitudine di salutare quando si arriva in un ambiente o quando si va via. Così come, con il grazie o il per favore, non si dovrebbe mai lesinare.
Limitare le parolacce rientra sicuramente tra le regole di una buona condotta anche se, in alcuni casi, usarle risulta essere una cosa quasi inevitabile e anche d’aiuto. Tra le cortesie riposte nel dimenticatoio, poi, c’è quella di dare la precedenza a chi è più adulto o, se si è uomini, di darla alle donne. E quando si è in metro o sul bus, o su qualsiasi altro mezzo di trasporto, è necessario lasciare il proprio posto ad anziani, donne incinte, disabili e bambini.
Tutti a tavola!
Ma è proprio a pranzo o a cena che bisognerebbe ricordare il mare infinito di regole esistenti. Da sempre i gomiti sul tavolo sono vietati, così come i cellulari devono essere messi in silenzioso e riposti altrove (ovviamente anche il galateo si aggiorna con le nuove generazioni). La posizione da mantenere durante il pasto dovrebbe essere eretta ed è sempre il cibo ad andare verso la persona, non viceversa.
Non toccarsi i capelli a tavola è gradito e anche evitare azioni esagerate come bocconi grandi o sorsi pieni, voracità nella masticazione o toni di voce alti. Al momento del brindisi, la regola vuole che ci si guardi negli occhi e che non si urli «cin cin», ma che si sollevi il bicchiere in segno di festa.
Non farti attendere
Se a quella stessa cena, o pranzo, si è stati invitati , mai arrivare in ritardo. In caso di imprevisti, si avverte in tempo reale del ritardo e ci si scusa. Inoltre, mai arrivare a mani vuote: portare qualcosa è segno di gratitudine e, ovviamente, di educazione. In realtà, il ritardo non è ammesso neanche a un appuntamento. Arrivare tardi sicuramente ci farà apparire poco rispettosi e inaffidabili. L’ideale dovrebbe essere arrivare giusto qualche minuto prima dell’orario previsto.
Fa’ che si parli bene di te quando vai via
Che sia il dopocena, che sia dopo un appuntamento o dopo un incontro importante, fa’ che si parli bene di te, della tua compostezza e della tua cortesia. Aiuta a ripulire casa dopo un invito o attendi che la persona entri in casa quando la riaccompagni. Sii disponibile alle richieste altrui e, se hai appena conosciuto qualcuno, sarà solo allora, quando la saluterai per andare via, che potrai finalmente dire «piacere di averti conosciuto». Così proprio come vuole il bon ton!
Tra tutte queste, la regola più importante è ricordarsi che il mondo è un posto comune e che dove cammini tu, ha camminato e ci camminerà qualcun altro. È bene quindi rispettare gli ambienti, essere gentili e cordiali. È bene agire con cura e con pacatezza, tanto una cosa è sicura: con un po’ più di educazione nessuno passa inosservato, soprattutto al giorno d’oggi.