La Nazionale femminile di calcio è arrivata fino ai quarti di finale ai Mondiali. Ascolti da record, ora tutti a parlare delle “nostre ragazze”. Dopo che per anni si è sostenuto che il calcio era solo per uomini, ocon un po’ di ritardo si sta scoprendo che a calcio giocano anche le femmine. Cade insomma uno dei pochi baluardi maschili rimasti.
I nostri “uomini del Novecento” sono tutti cresciuti con l’allenatore che quando cadevi a terra ti diceva che «Il calcio non è uno sport per signorine». Tutti abbiamo sempre pensato che il pallone fosse quasi esclusiva espressione di un mondo maschie, virile e peloso. Un tempo avere una fidanzata che giocava a pallone sarebbe stato come confessare che a casa “i pantaloni li porta la femmina”. Infatti non succedeva.
Ci sono cose però che sono ancora destinate quasi esclusivamente ai maschi del Novecento. Come le grigliate: fare il barbecue resta prerogativa maschile, per ora.
Chissà perché, la donna deve preparare pranzo e cena tutti giorni ma il barbecue è ancora riservato all’uomo. Quando si decide di grigliare lui si mette a petto nudo e dà il meglio della sua virilità. Suda di fronte ai carboni ardenti, a causa dell’impari lotta tra l’uomo e la costoletta.
Grigliando le salamelle, l’uomo ritrova le sue origini, consapevole invece di aver perso il suo ruolo nel resto della società. Noi donne, quando lui è impegnato nel barbecue, prepariamo l’insalata sorridendo di fronte a tanta virilità.
L’altro baluardo tutto maschile ormai espugnato, era la sintonizzazione della tivù. I nostri padri spostavano l’antenna sul tetto mentre noi da sotto urlavamo (per fortuna c’erano solo due canali). E comunque, scena d’altri tempi, espropriata da una tecnologia sempre più accessibile.
Insomma, il calcio era rimasto l’ultimo avamposto delle prerogative maschili. Adesso è caduto pure questo. I nostri uomini sono guerrieri spaventati di fronte a un mondo che cambia velocemente. Forse anche per questo si fanno meno figli? Ad ogni modo, prima di ricominciare a far l’amore, forse devono riuscire ad accettare di non essere più i padroni esclusivi del barbecue.