Siamo in piena stagione estiva e torna il fenomeno dei cani abbandonati, ma quest’anno si fanno i conti anche con l’eredità del lockdown. Di recente sono stati diffusi dati secondo cui le cessioni di cani e gatti sarebbero aumentate proprio nel periodo della pandemia, ma dall’Ente nazionale di protezione degli animali arriva una fotografia differente: «È vero, c’è stato un lieve aumento di cessioni, ma anche delle adozioni negli ultimi due anni, quindi il saldo alla fine è positivo: i cani usciti dai canili municipali sono cresciuti» ci spiega Carla Rocchi, presidente dell’Enpa.
Abbandono dei cani in lockdown: non solo adozioni inconsapevoli
«L’Ente Nazionale Protezione Animali sta ricevendo in queste ore tantissime telefonate a seguito dell’uscita sui media di dati sugli abbandoni dei cani in Italia post lockdown. Per quel che ci riguarda, il fenomeno della cessione è sicuramente la nuova frontiera dell’abbandono. Se già lo scorso anno era del 17%, quest’anno è ulteriormente aumentato e si attesta attorno al 30%. All’origine della scelta di rinunciare al proprio animale ci sono eredità, problemi economici, problemi di salute e adozioni inconsapevoli. Nel primo caso è molto frequente che quando muore la persona che si prende cura di un animale, i suoi eredi, al di là del grado di parentela, non vogliano prendersi cura di lui e così ci si rivolga ad associazioni e volontari che si occupino l’animale», spiega l’Enpa.
La crisi economica ha pesato sull’abbandono dei cani
«Va detto che molte restituzioni di cani e gatti presso le strutture municipali non sono state volontarie, ma semplicemente legate alla morte dei proprietari a causa del Covid, quindi non sono stati i padroni ad abbandonare i loro animali, ma la vita ad abbandonare loro. Qualche volta i familiari si sono presi cura di cani e gatti, ma non sempre è stato possibile, quindi non c’è stato un incremento dei comportamenti negativi, ma della mortalità. Va comunque detto che anche la crisi economica ha pesato» spiega ancora Rocchi.
Anche la malattia del proprietario tra le cause dell’abbandono
Per capire le dimensioni del fenomeno dell’abbandono durante il lockdown, l’Enpa ha lanciato un sondaggio presso le proprie sedi sul territorio nazionale: è emerso che lo scorso anno, tra le cause principali della cessione, nel 62% dei casi c’è stata proprio la morte del proprietario o il ricovero (53%). In molti casi, però, ha pesato anche l’aggressività dell’animale, riferita dalle persone intervistate che però spesso definivano tali anche lesioni come graffi o contusioni. Al di là dei singoli casi, sicuramente la crisi economica legata alla pandemia ha inciso sul numero di abbandoni, tanto che viene segnalato come motivo dal 45% delle sezioni dell’Enpa. E se gli altri due motivi indicati sono l’arrivo di un bambino in famiglia (33%) e il cambio delle abitudini legato al lockdown, è prevedibile anche che il caro vita attuale, come conseguenza della guerra in Ucraina e dei rincari dell’energia, avrà ancora conseguenze: «Negli ultimi due anni e mezzo qualcuno ha perso il lavoro, altri si sono dovuti trasferire e magari non hanno potuto portare con sé il proprio animale. Purtroppo lo Stato non aiuta chi ha un pet» osserva la presidente dell’Enpa.
Il dopo lockdown ha pesato sull’abbandono in un quinto dei casi
Nella maggior parte dei casi (44%), chi ha deciso di rinunciare al cane lo aveva da 2-5 anni, dunque non lo aveva preso durante il periodo di chiusure dovute al Covid. Nel 23% dei casi, invece, i cani avevano più di 5 anni, mentre nel 24% erano arrivati da un anno o meno, quindi in piena crisi pandemica. «Sicuramente il ritorno alla normalità ma anche le adozioni via internet non hanno aiutato», osservano dall’Ente per la protezione degli animali: difficile, infatti, pensare di adottare un animale solo tramite una foto, senza averlo mai incontrato o accarezzato o portato fuori almeno una volta, per capire se ci sia una sorta di “affinità”». Insomma: un cane non è un abito, né una borsa. Eppure qualcuno, pur molto affezionato, ha dovuto rinunciare riportando l’animale al canile o gattile.
I vantaggi per la salute di avere un cane
«Io penso che lo stato non dovrebbe fare opere buone, ma interventi intelligenti. Sappiamo da numerose ricerche e dai riscontri dei medici di famiglia che chi vive con un animale domestico ha benefici in termini di salute, sia dal punto di vista emotivo che fisico, anche solo per il fatto di muoversi per far fare la passeggiata al cane, per esempio. Per questo pensiamo che con un investimento minimo, il ritorno in termini economici (per non dire etico e morale) per l’Erario sarebbe non di poco conto, anche solo nella riduzione del numero di anziani nelle Rsa. Invece non ci sono sostegni, anzi» incalza Rocchi.
Come aiutare i proprietari di animali tra farmaci, Isee e Iva
«Solo dopo una lunga battaglia, lo scorso anno abbiamo ottenuto che si possano utilizzare i farmaci generici anche per gli animali, evitando ove possibile quelli specifici ad uso veterinario, che hanno costi superiori di 10/15 volte, pur avendo lo stesso principio attivo. Crediamo che potrebbe essere utile anche riconoscere una minima assistenza gratuita ai proprietari con Isee bassi: sarebbe sufficiente che le Asl sterilizzassero e accudissero alcuni animali domestici, quando i proprietari non possono farlo, ad esempio in caso di ricovero in ospedale. Poi non va sottovalutato il fenomeno tutto femminile delle donne maltrattate, che spesso non escono di casa anche per non dover lasciare l’animale con il marito violento – osserva la presidente dell’Enpa – Ma soprattutto si dovrebbe abbassare l’Iva sui prodotti per animali, che invece è pari a quella di prodotti di lusso, come gioielli o champagne».
Gli abbandoni di cani in estate
Ma quanto incidono il caldo e la partenza per le ferie? Il 2 e 3 luglio scorsi si è svolta la Giornata nazionale Enpa contro l’abbandono, un’occasione per fare il punto sulla situazione: solo nel 2021 l’Ente nazionale protezione animali ha recuperato 7.600 cani, con una media di 21 abbandoni al giorno. Solo nelle ultime due settimane di giugno sono stati abbandonati e recuperati da Enpa più di 1.000 cuccioli dei quali 210 in Calabria, 194 in Sicilia e 132 in Sardegna. Il record negativo è andato a Reggio Calabria dove in un giorno Enpa ha recuperato 60 cuccioli.
Colpa anche delle difficoltà ad andare in vacanza con un animale al seguito? «Certamente in passato era un problema maggiore, oggi gli operatori turistici hanno capito che se non accolgono gli animali, perdono clienti, quindi si sono attrezzati – spiega Rocchi – Un plauso, però, va a Trenitalia e Italo, che hanno deciso di far viaggiare gratis sulle Frecce e su Italo i cani, mentre sui convogli regionali Trenitalia farà pagare metà prezzo. È quantomeno un segnale di attenzione, se pensiamo che anni fa prima di salire a bordo con un cane o gatto occorreva fare richiesta in carta da bollo”.