Si festeggia l’8 novembre la giornata internazionale del Cappuccino, oggi tra le bevande preferite in Italia per la colazione insieme al caffè espresso.

Un must per il 91% degli italiani

Secondo una ricerca commissionata da Parmalat in occasione del Cappuccino Day, la bevanda composta da caffè e latte montato a vapore rappresenta una vera e propria passione per gli italiani. Oltre il 91% degli intervistati dichiara di amarlo, e ognuno lo prepara e gusta a modo suo: c’è chi predilige tanta schiuma, chi la preferisce più leggera, e chi semplicemente non può rinunciare al cappuccino in qualsiasi sua forma.

Il 38% lo consuma quotidianamente e si ritiene un “master cappuccinatore”. Altri, invece, lo riservano per i giorni più impegnativi. In ogni caso, per l’82% degli italiani il cappuccino è la bevanda ideale per iniziare la giornata e in particolare per la colazione, momento che il 78% dei rispondenti preferisce gustare a tavola.

Ma la tradizione italiana parla chiaro: il cappuccino si beve la mattina. Anche gli intervistati di Parmalat confermano questa regola, con il 58% che non lo consumerebbe mai dopo pranzo. Eppure, tra gli amanti della tradizione, c’è anche un 17% che sceglie di sfidare le convenzioni e si concede un cappuccino a qualsiasi ora. Un ulteriore 24% ammette di averlo bevuto almeno una volta dopo le 12, raccontando di essersi sentito un po’ a disagio, consapevole sfidare una regola non scritta della tradizione. Di sicuro è adatto a ogni periodo dell’anno: il 71% degli intervistati lo apprezza infatti in ogni stagione, anche nei mesi più caldi.

Le origini del cappuccino

La nascita del cappuccino risale, secondo ricostruzioni, a Marco d’Aviano, frate dell’Ordine dei frati minori cappuccini inviato nel settembre 1683 da Papa Innocenzo XI a Vienna, con l’obiettivo di convincere le potenze europee a una coalizione contro gli Ottomani musulmani che la stavano assediando.

Nella circostanza il frate, in una caffetteria viennese, avrebbe “corretto” per la prima volta il gusto troppo forte del caffè con del latte. La nuova bevanda sarebbe stata soprannominata kapuziner, ovvero “cappuccino” in tedesco.

Cappuccino

Sulla base di narrazioni storiche, individuando un’altra origine, il cappuccino troverebbe le sue radici in una bevanda viennese fatta di caffè, panna montata e spezie, adattata poi in altri territori.

Il nome cappuccino sembra comunque derivare – sostengono alcuni esperti della materia – proprio dai frati cappuccini, probabilmente per via della somiglianza del colore della bevanda a quello del saio dei frati.

Passione cappuccino, le abitudini di consumo

Che sia frutto dei gusti di un frate o evoluzione di una bevanda austriaca, oggi il cappuccino è una delle bevande più bevute al mondo con un mercato globale che è stato valutato 100 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che raggiungerà i 147,75 miliardi entro il 2025.

Da una ricerca di Eva-European Vending & Coffee Service Association sulle abitudini sui consumi food&beverage di un campione di oltre 4mila lavoratori di Italia, Germania, Francia e Spagna ne viene fuori che in Germania (40%) e in Francia (36%) il cappuccino è il preferito dei lavoratori lungo il tragitto casa-lavoro; ma anche il 26% degli spagnoli e il 27% degli italiani lo scelgono per affrontare l’imminente giornata lavorativa.

Da un’altra ricerca GFK per Eva condotta in Italia, Francia, Spagna e Germania emergono poi le principali differenze di comportamento tra i quattro Paesi: l’espresso si conferma il re delle pause dei lavoratori italiani in ufficio (78%) ma è il cappuccino a mettere d’accordo tutti.

«È interessante notare come il cappuccino sia in realtà diventato una vera e propria passione che valica i confini nazionali. Un fenomeno che riesce a mettere d’accordo tutti, dal 32% dei tedeschi che non può farne a meno quando è al lavoro, sino al 17% degli italiani che, come anche francesi (26%) e spagnoli (24%), lo colloca nella top 3 dei consumi. Sarà per questo che si è deciso di stabilire una giornata internazionale dedicata alla bevanda, il Cappuccino Day, l’8 novembre», commenta Paolo Ghidotti, Presidente di Eva.