È morto Gianroberto Casaleggio, fondatore con Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle. Aveva 61 anni ed è spirato in una camera di degenza dell’istituto Scientifico Auxologico di Milano, dove era ricoverato da almeno due settimane con un nome diverso da quello reale per tutelare la privacy. Nell’aprile del 2014, era stato operato d’urgenza per un tumore al cervello.

Chi era Casaleggio?
Personaggio riservato e controverso, Gianroberto Casaleggio aveva fondato la Casaleggio Associati, una società di informatica e di strategie web, che ha sostenuto e che tuttora sostiene Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle.

I due si conobbero nel 2004 a Livorno, dopo uno spettacolo del comico genovese. Grillo aveva letto un manualetto redatto dallo stesso Casaleggio: “Il Web è morto, viva il web”. Fu subito sintonia. E da lì partì tutto: il sito-blog dove ancora passa l’attività del M5S, i meetup (gruppi di adesione territoriali), il Vday, che lancia il movimento a livello nazionale e lo fa arrivare in Parlamento.

Internet prima di tutto
Rarissime le volte in cui ha aperto bocca in pubblico. La sua immagine era tutta in quei capelli grigi, lunghi e arruffati fino alle spalle e quegli occhiali alla John Lennon. Quel cappellino schiacciato sulla fronte. Negli anni Ottanta, aveva cominciato a lavorare alla Olivetti di Roberto Colaninno.

Poi era diventato amministratore di Webegg, una società  di consulenze per la rete, nata dalla collaborazione Telecom Italia e l’azienda di Ivrea. Si disse che mandò all’aria i bilanci facendo costruire in azienda pensatoi e stanze a forma di uovo e per trasferte e spese pazze.

Teneva le riunioni facendo accomodare i partecipanti a tavoli di forma rotonda: un po’ perché si considerava una sorta di Re Artù, un po’ perché a suo dire favoriva la circolazione delle idee.

Amava la storia, Gengis Khan, Asimov e McLuhan. Profetizzò che nel 2018 avremmo un mondo diviso in due: Occidente e libertà di accesso a internet da una parte, restrizioni e controlli degli accessi da parte della triade Cina-Russia-Medio Oriente dall’altra.

Le controversie
Per molti Casaleggio è stata la vera anima del M5S, più dello stesso Grillo, più di un normale spin-doctor. Non solo consulente, non solo consigliere e co-autore del comico. Di certo ha contribuito a scrivere le regole interne al movimento, quelle per la selezione dei candidati, a coordinare la gestione delle firme e dei sondaggi, la organizzazione degli eventi. Insomma, un ruolo politico di primo piano, ma sempre  all’ombra.

Ricorderete il fuori onda carpito da una trasmissione di La7 dove Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano, si lasciò sfuggire che nel M5S tutto veniva deciso da Casaleggio: “Da noi la democrazia non esiste”.

Altra questione dibattuta è la stata la querelle con Report, sulla questione dei conti. Nel 2013, la trasmissione di Raitre documentò una gestione poco trasparente dei bilanci.

Da ultimo, la spystory portata alla luce dal quotidiano Il Foglio, secondo le testimonianze di alcuni ex deputati pentastellati: la Casaleggio Associati avrebbe controllato e-mail e documenti del gruppo parlamentare a Montecitorio. Circostanza sempre negata da Grillo e dal suo staff.