Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della Commissione europea. Con la sua visione di un’Europa più verde, più equa e basata su regole, è diventata la prima donna a ricoprire questa carica. Entrerà in carica il primo novembre 2019. Non dovrebbe essere una notizia, se una donna occupa una poltrona “di vertice” in Europa. Perché qui non è questione di quote rosa o di ruoli “adatti a una sensibilità femminile”, ma di competenza. E di ferrea capacità politica.
Emerge questo, spulciando il suo curriculum, ma anche quello di Cristine Lagarde, che dovrebbe diventare presidente della Banca centrale europea.
Ursula von Der Leyen alla presidenza della Commissione Europea
Ursula von Der Leyen è tedesca. È stata eletta presidente della Commissione Europea, l’organo che rappresenta la Ue all’estero, propone nuove leggi al Parlamento europeo e gestisce e assegna i finanziamenti europei. È una politica di altissimo livello: dal 2013 è ministro della Difesa nel governo guidato da Angela Merkel (prima donna in questo ruolo, anche in questo caso), della quale è una “fedelissima”.
Ha 61 anni ed è cresciuta a pane e politica. Il padre è, infatti, Ernst Albrecht, ex ministro-presidente della Bassa Sassonia. Da giovane ha vissuto in Belgio, dove ha frequantato la scuola europea di Bruxelles. Dopo il liceo scientifico ha studiato Economia a Göttingen e Münster. Nel 1980 ha iniziato gli studi in Medicina all’università di Hannover, conclusi nel 1987. Nel 1992 si è trasferita per quattro anni all’Università di Stanford, poi è rientrata in Germania.
Dai primi anni Novanta è iscritta alla Cdu, il partito della Merkel. Nel 2003 è stata eletta deputata al “parlamentino” della Bassa Sassonia. Sempre a livello locale è stata Ministro degli Affari sociali, delle donne, della famiglia e della salute. Nel novembre 2005, è stata scelta dalla Cancelliera come Ministro della Famiglia, poi il mandato alla Difesa. In quel ruolo delicatissimo ha mandato diversi messaggi di grande fermezza. Come nel rafforzare l’asse con la Francia per la creazione di un sistema militare comune europeo, o con la scelta di reclutare una leva straordinaria di soldati nelle forze armate tedesche per mettere in sicurezza la frontiera con la Russia, dopo l’annessione russa della Crimea (Vladimir Putin non la ama particolarmente).
Integerrima anche nella gestione dello scandalo del 2017, quando in due caserme dell’esercito tedesco erano stati trovati materiali appartenenti alla Wehrmacht, le Forze armate naziste. In quel caso, zero tolleranza e ispezione in tutte le strutture militari della Germania, perché non si ripetesse una simile figuraccia. Ultimo rilievo (ma non per importanza): Ursula ha trovato il modo e il tempo, in tutti questi anni di attività politica, di mettere al mondo ben sette figli. Chapeau.
Christine Lagarde alla Banca Centrale Europea
Christine Lagarde ha presentato le sue dimissioni da direttore generale del Fondo Monetario Internazionale. Guiderà la Banca Centrale Europea da novembre. Francese di Parigi, classe 1956, ex campionessa di nuoto sincronizzato e madre di due figli, ha studiato negli Stati Uniti. Ci ha vissuto per anni ed è diventata una avvocato d’affari in uno studio prestigioso. Ha già qualche “prima volta” rilevante nel suo Cv: nel 2011 è diventata la prima donna presidente del Fondo monetario internazionale, istituzione che esercita un potere immenso. È, infatti, la branca dell’Onu specializzata in interventi sulle economie di stati in dissesto finanziario (Lagarde ha gestito tutta la prima fase delle crisi greca e il recente piano di aiuti all’Argentina da quasi 60 miliardi di dollari). Peculiare anche il fatto che una donna sia subentrata, ai vertici dell’Fmi, a Dominique Strauss Kahn, all’epoca travolto da un clamoroso scandalo sessuale.
La sua è una figura di alto profilo a livello internazionale, più politica e meno tecnica rispetto a quella di Mario Draghi, attuale presidente della Bce. È stata ministro in Francia sotto la presidenza di Jacques Chirac (al Commercio Estero, nel 2005). Poi, con Nicolas Sarkozy, ha guidato il ministero dell’Agricoltura e dell’Economia, nel 2007, diventando la prima donna a ricoprire quella posizione in un Pese membro del G-7. Ora, il compito più difficile: proseguire sulla strada impostata da Draghi alla Banca centrale europea in questi anni complicatissimi, durante i quali Draghi stesso ha potenziato e consolidato strumenti utili a spalleggiare gli Stati membri che si trovano in gravi difficoltà economiche – ne ha beneficiato anche l’Italia, e ampiamente. Vedremo come e se cambierà questo approccio con la presidenza Lagarde.
Di sicuro la Lagarde ha regalato alla stampa, in diverse occasioni, parecchie chicche che delineano bene il personaggio. Come quando ha dichiarato che la crisi del 2008 si sarebbe potuta evitare se la banca Lehman Brothers si fosse chiamata Lehman Sisters. O quando ha ricordato la morte del padre come una perdita che ha rafforzato la sua autonomia e l’ha spinta ad andare a studiare negli Usa. O, ancora, quando ha spiegato come approfitta dei tragitti in ascensore o delle riunioni per appoggiarsi e far lavorare i glutei. «Leggo i dossier mentre pedalo sulla cyclette in palestra», ha raccontato. Ne vedremo delle belle.