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Chiara carissima, scrivo a te dopo avere consultato prima la mia testa, poi il mio cuore, e avere scoperto che non ci capisco più niente… Tre anni fa ho cambiato lavoro e il primo giorno ho conosciuto A., con cui dividevo l’ufficio. Stavo per compiere 40 anni e dopo una penosa separazione mi ero convinta che l’amore fosse uno sport a cui non sapevo giocare. A. inizialmente mi ha lasciato indifferente, mi risultava a malapena simpatico, ma piano piano qualcosa è cominciato a cambiare fra noi 2, e prima ci siamo scoperti amici, poi… Poi, prima dell’estate, ci siamo ritrovati a passare la notte insieme. E quella dopo ancora. Anche lui ha un matrimonio finito male alle spalle, anche lui si sentiva vuoto e stanco. Siamo partiti insieme per 2 settimane, e sai che cosa è successo? Mi sa che ci siamo innamorati. Quello che mi chiedo, però, è: si può parlare davvero d’amore, per una storia del genere? Con il mio ex marito era cominciato tutto subito, dal primo sguardo, e ho la sensazione che la passione faccia sempre così. La mia paura, in estrema sintesi, è che quello fra me e A. sia l’incontro di 2 persone stanche di stare da sole, non qualcosa che affonda nella parte più profonda di noi e che smuove le montagne. Fatto sta che però adesso sta per citofonarmi. E io sono banalmente felice.

Fede

Cara Fede, compito numero 1: prendere un foglio, dividerlo in 2 e scrivere da una parte i tuoi desideri, dall’altra le tue paure. Possono assomigliarsi, ma solo all’apparenza. Perché in realtà il desiderio smuove le montagne mentre la paura paralizza il mondo. E non c’è desiderio più pericoloso da confondere con una paura di quello di amare un’altra volta, dopo essere stati feriti. Compito numero 2: leggere Quel giorno (Utet), il bellissimo libro di Valentina Farinaccio che racconta 18 incontri che hanno cambiato in qualche modo la storia dell’umanità. Si va da Diane Keaton e Woody Allen a John Lennon e Paul McCartney, passando da Ingrid Bergman e Roberto Rossellini a Reagan e Gorbaciov: e nessuno, “quel giorno”, sapeva che gli stava cambiando la vita. E che ogni inizio somiglia solo a se stesso, come ogni relazione, se è autentica, somiglia solo a se stessa. Compito numero 3: fidati dunque di quello che sta succedendo fra te e A. Abbiamo solo una vita a disposizione. E rischiamo di accorgerci sempre troppo tardi che la sola bussola per orientarci è la felicità. Rispondi al citofono, scendi, andate incontro a quello che vi aspetta e, perché no, vi spetta.

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