Tempo di scelte per molti ragazzi delle scuole medie e per le loro famiglie. Open days, mini stage in mezzo ai liceali, conferenze di presentazione, campus, test psicoattitudinali: la stagione dell’orientamento è iniziata. E, come ogni anno dal 2014, il portale Eduscopio della Fondazione Giovanni Agnelli redige una classifica delle migliori scuole delle principali città italiane da Torino a Palermo, premiando quelle che preparano meglio agli studi universitari e quelle che sembrano garantire ai diplomati l’inserimento nel mercato del lavoro.
Le scuole mappate sono i licei classici, scientifici (compreso l’indirizzo di scienze applicate), linguistici, quelli delle scienze umane, gli istituti tecnici (in ripresa dopo anni di flessione nelle iscrizioni).
Imponenti i numeri serviti a stilare le classiche: settemila scuole, più di un milione di studenti universitari al primo anno e cinquecentomila diplomati dei tecnici.
Gli indicatori utilizzati sono la media dei voti delle matricole (che testa il successo nel proseguio degli studi), i crediti formativi ottenuti (rivelano la rapidità nell’avanzamento verso la laurea), la percentuale di ragazzi che hanno trovato lavoro dopo l’esame di maturità, il tipo di contratto che hanno firmato al loro primo impiego, la coerenza tra curricolo di studi e lavoro svolto.
Le finalità della classifica
I ranking di scuole curati da Eduscopio servono ovviamente agli alunni di terza media e ai loro genitori per confrontare i dati statistici con le impressioni ricavate vistando le scuole.
Ma dovrebbero diventare anche oggetto di riflessione per i docenti medi e universitari: qual è l’efficacia della preparazione che le loro scuole forniscono? Quale il successo garantito dal metodo di studio che insegnano? Come valutare il tasso di abbandono al primo anno di università?
Scuola pubblica e scuola privata
I dati offrono anche uno spaccato del ruolo che ha l’istruzione privata nel nostro paese.
Il pubblico ancora regge il confronto, ma le scuole paritarie avanzano nelle classifiche: ad esempio tra i primi undici licei classici di Milano cinque sono privati ed è proprio una paritaria a guidare la top ten.
Resiste l’orientamento “fai-da-te”
Le scelte influenzate dal sentito dure, dalla nomea di una scuola (addirittura a volte dalle tradizioni di famiglia!) rimangono un fenomeno duro a morire. Ma quali sono i criteri di giudizio dei genitori che si affidano al “fai-da-te”?
Sicuramente scelgono valutando l’ambiente scolastico (strutture, laboratori, impianti sportivi, dotazione digitale), il tipo di utenza (bullismo e devianze sono sempre le preoccupazioni più sentite), si informano sulla severità dei docenti, cercano istituti con classi poco affollate e vogliono rassicurazioni sulla continuità didattica. È abbastanza chiaro che se si vuole scongiurare il pericolo che i figli finiscano in classi pollaio o subiscano caroselli di docenti, le scuole private –laiche e non- sono in molti casi estremamente competitive.
Ma le scuole selettive non garantiscono il successo all’università
Una buona notizia, a lato della pubblicazione delle classifiche, viene proprio dal direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto: poiché da quest’anno Eduscopio pubblica anche la percentuale dei diplomati che hanno concluso gli studi superiori nei cinque anni previsti, le statistiche sembrano suggerire che non esiste nesso tra il numero di bocciature e il successo all’università: c’è semmai – sostiene Gavosto – «una correlazione leggermente positiva dell’andamento universitario proprio per gli studenti delle scuole più inclusive». La qualità di un percorso scolastico non va dunque cercata nella selezione.
La bussola per muoversi nelle acque agitate della scelta non è quindi una sola e se i mesi che separano dall’ingresso alle superiori generano qualche ansia, l’importante è arrivare informati. Dal 7 al 31 gennaio 2019 le iscrizioni, come di consueto online.