RIPARARE GLI ACQUEDOTTI «Quelli attuali sono dei colabrodo: perdono in media oltre il 37 % dell’acqua che trasportano, con punte del 50% al Sud. Rinnovare la rete idrica è una priorità» spiega Rolando Manfredini, responsabile sicurezza alimentare di Coldiretti.
CREARE BACINI ARTIFICIALI «L’acqua piovana andrebbe immagazzinata in invasi di medie e piccole dimensioni, realizzati in collina e in pianura, aree che in genere vengono colpite dal dissesto idrogeologico» dice Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica e irrigazione. «Oggi ce ne sono pochissimi. Invece con 3.000 progetti, diffusi in tutta Italia, si potrebbe raccogliere le acque delle piene, evitando disastrosi allagamenti, per poi utilizzarle nei momenti di deficit. I costi? 8 miliardi di euro. Una cifra alta ma ragionevole, se pensiamo che ogni anno si spende oltre 1 miliardo per calamità naturali legate all’acqua».
RIDURRE GLI SPRECHI La siccità è frutto del riscaldamento globale. Tagliare la CO2 quindi è indispensabile. E non basta fare a meno dell’auto, o abbassare la temperatura dei caloriferi. Pur con emissioni ridotte, nei prossimi anni ci sarà comunque un 15 %di piogge in meno» nota il fisico Antonio Navarra, presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici. «Occorre “adattarsi” alla siccità, limitandone l’impatto. Ciascuno di noi può contribuire, impegnandosi a non sprecare l’acqua in casa. Ma non solo: i campi vanno coltivati in modo più efficiente con nuove tecniche di irrigazione. Si deve produrre in base ai reali bisogni, evitando di buttare cibo. E riciclare di più, usando acque di scarto per lavare le strade o riempire le fontane».