L’obesità è una malattia. Il 10 e l’11 ottobre sono dedicati alla lotta all’obesità. Il 10 ottobre è l’Obesity day: in tutta Italia aprono le porte 120 centri ADI (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) e oltre 500 specialisti sono a disposizione per colloqui gratuiti di informazione, consulenze nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso. L’Obesity day, organizzato con l’aiuto delle associazioni pazienti, fa parte di un progetto più ampio, il World obesity day che si tiene l’11 ottobre in tutto il mondo: l’occasione per condividere i tuoi pensieri con chi ha i tuoi stessi problemi attraverso i social, grazie all’hastag #WorldObesityDay. Il tema di quest’anno? Lo stigma. È ora di dire basta infatti a frasi offensive, comportamenti sgradevoli, discriminazioni. Perché l’obesità è una malattia, come ha dichiarato anche l’OMS. Organizzazione Mondiale della Sanità. E come tale, va curata.

Le cause dell’obesità

Chi non dimagrisce non sempre è per mancanza di volontà. Gli studi scientifici hanno dimostrato che giocano un ruolo ad esempio alcuni meccanismi neuronali, cioè presenti nel cervello, che agiscono sul controllo degli stimoli “alimentari”. E che in chi è obeso, a volte funzionano troppo. Altre ricerche invece stanno provando che talvolta la causa è genetica. Ovvero, si nasce già con la predisposizione a essere obesi. In altri casi ancora, invece, è un comportamento psicologico errato che si è scatenato in una determinata fase della vita, a volte addirittura da bambini, e che ha portato alla costruzione di una corazza attorno al corpo per ripararsi dal mondo.

La teoria degli ormoni non funziona

«Non è invece quasi mai un problema di ormoni sballati, come si dice comunemente», interviene Alessandro Giovanelli, responsabile dell’Istituto nazionale per la chirurgia dell’obesità del Policlinico San Donato e dell’ stituto clinico sant’Ambrogio, Milano. «In realtà, riguarda meno del 5% delle persone con chili in eccesso e si verifica ad esempio nel caso di policistosi ovariche». La teoria degli ormoni “sballati” non ha fondamento neppure con l’arrivo della menopausa. Si tratta invece di una fisiologica modifica del metabolismo, causata dal graduale calo del livello degli ormoni femminili. In pratica, le calorie non vengono più bruciate come durante l’età fertile, ma si depositano formando tessuto adiposo soprattutto su pancia, girovita e glutei.  «L’obesità è una malattia che in più è l’anticamera di altre gravi patologie», interviene il dottor Giovanelli. «Causa il 40% di infarto e ictus e il 90% delle forme di diabete di tipo 2, quella legata all’alimentazione. Senza parlare poi del carico esagerato sulla colonna vertebrale, sul bacino, sulle ginocchia e sulle caviglie che porta rapidamente all’usura di queste parti del corpo e accelera l’arrivo dell’artrosi».

Come capire se sei in sovrappeso oppure obesa

Per fortuna le soluzioni per ritrovare la forma esistono. La bilancia non si usa più: devi invece calcolare il tuo indice di massa corporea. Lo fanno anche gli specialisti, perché è il metodo riconosciuto a livello internazionale per identificare il grado di sovrappeso oppure di obesità. La formula è semplice e te la spieghiamo con un esempio pratico. Ammettiamo che tu sia alta 1,55 e pesi 64 kg. Moltiplica 1,55×1,55= 2,403, quindi col tuo peso fai questo calcolo: 64:2,403= 26,63:. Questo numero corrisponde al tuo indice di massa corporea. «È un metodo democratico per calcolare la propria condizione, cosa che non è la bilancia. Il risultato che si ottiene infatti può non essere veritiero. Prendiamo ad esempio chi fa una regolare attività sportiva: ha i muscoli tonici, che rendono il corpo pesante. E questo può determinare un’errata diagnosi di sovrappeso».

Perché le diete veloci non funzionano

Attenzione alle diete che promettono perdite rapide di peso. «Molte donne sono deluse dalle diete perché nella loro vita ne hanno già fatte molte e senza grandi risultati», puntualizza l’esperto. «In effetti hanno ragione, dal momento che spesso sono punitive o comunque carenti di molti alimenti. Ne sono un esempio le diete iperproteiche, cioè ricche di proteine e povere di carboidrati, frutta e verdura. Questi regimi provocano in effetti una rapida perdita di peso, anche consistente, ma oltre alla massa grassa, si perdono anche acqua e massa muscolare. Risultato: quando si interrompe si riprendono i chili perduti e anche qualcosa di più». Gli studi hanno evidenziato un incremento del 10% del peso corporeo rispetto a quello registrato prima di iniziare la dieta. In più, si modifica la composizione corporea e questo fa sì che diventi man mano sempre più difficile dimagrire. Non solo. Le diete sbagliate presentano anche un costo alla lunga. Sovraccaricano gli organi e in particolare le reni, con un aumento del rischio di alterazioni della funzionalità renale.

Come perdere 2 chili al mese

Se il tuo indice di massa corporea è tra 24 e 29,9 significa che sei in sovrappeso. Mentre se sei tra 30 e 34,9 è obesità lieve. In entrambi i casi, per te va bene la terapia dietetico-comportamentale. In sostanza, alimentazione equilibrata e attività sportiva. Con questa alimentazione si ottiene un calo di circa 1-2 chili al mese e nella giusta proporzione. Così, nessuna parte del corpo assume un aspetto “molle” e non si verificano cali di energia. «Lo specialista è fondamentale non solo per impostare il regime alimentare, ma anche per inquadrare la persona dal punto di vista psicologico», sottolinea l’esperto. «Talvolta è necessario il supporto psico-comportamentale per modificare il proprio rapporto col cibo e farlo ritornare quello che deve essere: un nutrimento».

La dieta per perdere 2 chili al mese

La dieta deve comprendere tutto, ma in quantità limitate. Vale, per intenderci, il piatto del mangiar sano dell’università di Harvard. Va riempito per metà con verdura a piacere e una porzione di frutta. Nell’altra metà invece ci vogliono circa 70 grammi di cereali integrali e 100 grammi di carne oppure 200 di pesce, o ancora, due uova, o a scelta un etto di legumi. Occhio però alla frequenza delle proteine: consuma più pesce e meno carne. La carne in particolare aumenta lo stato di infiammazione nel corpo. E questo fa sì, quando si abbonda, che diventi difficile nel tempo mantenere una bella linea. Sì anche al movimento, come la camminata a passo veloce, il nuoto, la bicicletta, tutti i giorni per almeno 30 minuti. Serve per stimolare l’attività del metabolismo e accumulare massa muscolare.

I farmaci quando non basta la dieta

Soprattutto chi soffre di obesità lieve, può fare molta fatica a “buttare giù” i chili. In quel caso, se dieta e movimento da soli non bastano, ci vogliono i farmaci. «Ci sono tre categorie di medicinali disponibili», continua l’esperto. «Un principio attivo riduce in particolare la quantità di grassi accumulati a livello intestinale, pericolosi per la salute in generale. Un’altra classe di farmaci riduce il senso di fame e la terza aiuta a controllare la centralina a livello cerebrale che coordina lo stimolo della fame».

Sono farmaci efficaci, ma con dei limiti: sono terapie costose perché non sono a carico del servizio sanitario nazionale, possono causare effetti collaterali e, ultimo ma non meno importante, l’effetto dimagrante cessa quando si smette di assumere il farmaco. «Per questo sono come stampelle che aiutano in caso di difficoltà a perdere peso, perché aumentano la fiducia in se stessi», aggiunge il professor Giovanelli. «Ma è una scelta che può fare solo lo specialista, e non vanno mai abbandonati dieta e sport, che rimangono sempre fondamentali».

L’intervento chirurgico

Quando l’indice di massa corporea è superiore a 35-40, la soluzione è l’intervento. Oggi la chirurgia non è più un azzardo, ma un passaggio ben ponderato. «La chirurgia bariatrica, così si chiama, comprende interventi differenti», sottolinea l’esperto. «E per trovare quello giusto, sono necessari colloqui, sedute psicologiche, analisi».

Nel corso del primo mese dopo l’intervento si perde circa il 10 percento del peso, poi continua un lento e costante dimagramento. «A ogni appuntamento, più o meno mensile, si incontrano il dietista, il chirurgo, lo psicologo, il fisioterapista che supportano nel percorso. E anche quando si è raggiunto il peso giusto, almeno una volta all’anno si torna per una visita di controllo». Se non sai a chi rivolgerti vai su amiciobesi.it. Trovi l’elenco dei Centri superspecializzati.

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