Sulla scia delle Olimpiadi di Tokyo e dell’oro vinto dalle azzurre Federica Cesarini e Valentina Rodini hai pensato anche tu che il canottaggio è un gran bello sport? Quello di Valentina e Federica è stato un traguardo storico: la prima medaglia di una barca femminile da quando le donne gareggiano nello sport del remo, dopo il debutto ai Giochi di Montreal nel 1976.
Uno sport da donne di tutte le età
«Negli ultimi dieci anni l’attenzione femminile è cresciuta in modo esponenziale» ci rivela Giulia Benigni, tecnico di canottaggio e responsabile del settore master femminile del Circolo Aniene di Roma (ccaniene.com). «I circoli non sono più frequentati solo da uomini: si iscrivono sempre più donne adulte, tra i 40 e i 60 anni, anche senza esperienza sportiva. Il merito è sicuramente dei benefici a 360 gradi di questo sport» spiega l’esperta. Ma non solo. Per fare canottaggio ci vuole una forma mentis flessibile, in cui noi donne siamo avvantaggiate: bisogna saper lavorare in squadra come da sole, a contatto con l’acqua e il vento.
Lo sai che gli oncologi consigliano il canottaggio a chi ha subìto una mastectomia al seno? Perché i muscoli pettorali sono coinvolti molto poco nel movimento di vogata
Lavori con braccia e gambe
Se ti abbiamo incuriosita partiamo da qui, dall’imbarcazione: lo avrai notato anche tu, nel canottaggio si utilizzano barche più lunghe e affusolate, di solito in fibra di carbonio, molto diverse dalla canoa o dal kayak, dove si lavora solo di braccia. I posti possono essere uno, due, quattro o, addirittura, otto. Ogni canottiere è seduto su un seggiolino scorrevole, chiamato carrello, e ha due remi. La cosa fondamentale da imparare è la vogata, il movimento chiave del canottaggio che, a sorpresa, coinvolge tutti i muscoli. Serve forza sia nelle gambe sia nelle braccia e negli addominali, che vengono definiti ma non ingrossati perché restano indispensabili coordinazione e leggerezza. Ma è anche un bel training cardiovascolare, che fa bruciare circa 600-800 calorie in un’ora di vogata a ritmo sostenuto. Per questo se punti a rassodarti in modo armonioso o a perdere peso, è lo sport giusto.
Per scendere in acqua bastano 2 o 3 lezioni
«La tecnica si impara gradualmente: servono coordinazione e un po’ di tempo per costruire lo schema motorio giusto, ma scomponendo il gesto in più fasi e memorizzandolo, si acquisiscono scioltezza e fluidità in poco tempo, se sei costante nella pratica» continua l’esperta. Questa progressione evita il rischio di traumi articolari e lo rende uno sport adatto a tutte le età. Già alla seconda o terza lezione, una volta che si è acquisita la tecnica di base, si scende in acqua, dopo essersi messe alla prova con i remi nella cosiddetta “vasca voga”.
Ti alleni anche al chiuso
Ogni uscita prevede una fase di riscaldamento e poi di defaticamento “a secco”, per scaldare e allungare tutta la muscolatura coinvolta. Ma chi fa canottaggio, in genere, abbina anche il group rowing: è l’ultima tendenza e si tratta di una lezione in cui si voga tutti insieme, proprio come a bordo della barca, ma a tempo di musica e seduti su un attrezzo, il remoergometro, che riproduce lo stesso movimento. «È molto divertente! L’ideale è programmare due uscite in acqua e una lezione di group rowing a settimana» consiglia Giulia Benigni.
Lo pratichi anche d’inverno
Il canottaggio si può praticare anche da soli, ma farlo con una squadra è più divertente. «Supportarsi l’uno con l’altro, sapersi coordinare, entrare in sinergia regala grandi soddisfazioni fisiche e ti fa crescere anche dal punto di vista emotivo. Per questo io prediligo le barche da otto posti per fare pratica» conclude l’esperta. Nel canottaggio, puoi remare senza problemi anche insieme ad altre persone di età o forma fisica diverse, perché non è la forza che conta (che quindi può essere diversa da un componente all’altro), ma il ritmo, la sincronia, l’armonia. Se pensi, poi, che questo sport si pratichi solo d’estate, ti sbagli. «Io lo preciso subito a tutte le iscritte: si scende in acqua anche d’inverno e con la pioggia. Basta avere l’abbigliamento giusto» sottolinea l’esperta. Perché il bello del canottaggio, oltre all’allenamento, è il contatto con la natura che ti sorprende di continuo: ogni uscita diventa una piccola avventura, un bagno indimenticabile di benessere e libertà.
Al mare si fa “coastal rowing”
Al fiume, al lago o al mare. Puoi praticare il canottaggio ovunque ci sia una superficie d’acqua. Basta rivolgersi al circolo canottieri o al club remiero più vicino. Se sei in una località di mare, in genere si pratica il cosiddetto coastal rowing, cioè lungo la costa. È una tipologia di canottaggio che nasce in Francia negli anni Ottanta e sta prendendo sempre più piede anche in Italia, visti gli oltre 7.000 chilometri di coste.