Con la pubblicazione del Decreto Sostegni Bis è stato sbloccato l’atteso concorso per le insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria. In ballo ci sono oltre 12mila posti, ai quali possono ambire coloro che avevano presentato domanda entro il 31 luglio 2020, se ancora interessati. Non sono previste, invece, nuove domande di partecipazione. E proprio questo è uno degli aspetti critici. Secondo i sindacati, infatti, il concorso non risolverà la cronica carenza d’organico che, negli anni, sta anche aumentando: «La situazione è drammatica, perché manca organico sia nelle grandi città, come Roma o Milano, sia a maggior ragione nei piccoli centri. Ad oggi le insegnanti che stanno lavorando sono spesso reclutate tramite la Mad, la Messa a disposizione, ma sono persone che hanno lauree che non c’entrano nulla con l’insegnamento. Ad esempio, sono laureate in Diritto e fanno le maestre alla scuola all’infanzia. È una situazione molto complicata» spiega Mario Sanguinetti, dell’esecutivo nazionale Cobas Scuola di Roma.
Un concorso per chi sta già lavorando
Il nuovo concorso, che arriva a tre anni da quello (straordinario) del 2018 e a cinque dall’ultimo ordinario (nel 2016), non dovrebbe cambiare di molto la situazione di carenza di organico nelle scuole dell’infanzia e alla primaria: «Chi entrerà in ruolo vincendo il concorso, di fatto sta già lavorando, semplicemente passerà da un contratto a tempo determinato ad uno a tempo indeterminato – spiega Sanguinetti – La mancanza di insegnanti, però, sta diventando un problema serio e il motivo, come ripetiamo da anni, sta nel numero chiuso nel corso di laurea in Scienze della Formazione primaria, che è troppo basso».
La laurea a numero chiuso non compensa i pensionamenti
I pensionamenti nell’ultimo anno sono stati pari a circa 15mila nell’ultimo anno tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, mentre i posti disponibili al corso di laurea (indispensabile per poter insegnare dal 2002) sono appena 6.700: «È chiaro che non sono sufficienti, neppure ammettendo che tutti gli iscritti e le iscritte poi si laureino. Occorre intervenire subito, però, perché se anche aumentassimo il numero oggi, potremo disporre delle nuove laureate solo tra cinque anni» conclude Sanguinetti, sottolineando: «Se non si agirà, temiamo che si andrà a dequalificare sempre più il lavoro dell’insegnante».
Quando e come si svolge il concorso
A fissare la date del concorso, atteso da diversi mesi, è stato il Ministero dell’Istruzione, con inizio delle prove scritte il 13 dicembre e conclusione entro il 21 dicembre. Si parte dalla prova scritta, che è computer based ed è costituita da 50 quesiti a risposta multipla su materie relative alla classe di concorso (40 domande), all’informatica (5) e all’inglese di livello B2 (5). Per i posti come insegnanti di sostegno sono previsti 40 quesiti sulle metodologie didattiche relative alle diverse disabilità.
Risultato dello scritto in giornata: cosa viene valutato
Ci saranno a disposizione 100 minuti in tutto. Il risultato sarà quindi immediato, nella stessa giornata della prova. Le Commissioni pubblicheranno l’elenco dei candidati che hanno superato il test con una votazione minima di 7/10 e quindi sono ammessi all’orale. In questo caso sono valutate la padronanza delle discipline, la capacità di realizzare progetti didattici efficaci, ma anche contenuti e metodologie di insegnamento che comprenda anche l’uso dell’informatica.
Come si calcola il voto
Per la prova scritta, ciascuna risposta esatta vale 2 punti, zero punti valgono le risposte non date o errate. Nell’orale la votazione andrà da 70 punti (il minimo per passare la prova) a 100 punti. Per passare il concorso, oltre al superamento delle due prove scritta e orale, occorre essere in possesso dei titoli, che potranno incidere fino a un massimo di 50 punti nella valutazione finale, che sarà espressa in duecentocinquantesimi.
I requisiti anti-Covid
Per accedere alle prove occorre essere in possesso anche dei requisiti sanitari previsti dai protocolli anti-Covid e, in particolare, è necessario presentare la Certificazione verde Covid-19. Oltre ai documenti di riconoscimento, i candidati dovranno firmare un’autocertificazione in cui dichiarano, come previsto per l’accesso ad esempio agli studi medici, di non presentare sintomi riconducibile al Covid e di non essere sottoposti a misure di quarantena.