Da un lato gli errori nel concorso ordinario, ammessi dal ministero dell’Istruzione, dall’altro i problemi rimasti aperti riguardo a quello straordinario imminente: anche i docenti stanno vivendo un periodo di esami, proprio come gli studenti alle prese con la Maturità. Con la differenza che per gli aspiranti professori di ruolo la fonte di ansia siano le domande con risposte multiple, insomma quelle a crocette, che invece tanto piacciono ai ragazzi.
Test a crocette: sì o no?
Il motivo riguarda il precedente della prova scritta del concorso ordinario, appunto, nel quale alcune delle risposte ritenute corrette dal ministero sono invece risultate errate, tanto da costringere lo stesso dicastero ad ammettere lo sbaglio. A chi aveva segnato la crocetta giusta, però, sarà ricalcolato il punteggio, con conseguente adeguamento della graduatoria. «Il problema ha a che fare con l’impostazione dello scritto, composto da 50 quesiti con 4 possibili risposte chiuse. L’argomento è così sentito che una modifica alle attuali modalità di svolgimento dei concorsi pubblici è stata inserita e approvata nel maxiemendamento al decreto legge 36 in Senato. L’iniziativa è del Movimento 5 Stelle che vuole cancellare i test a crocette, ritenendoli inidonei a valutare il merito dei candidati. Insomma, l’idea è di tornare alle risposte aperte, ritenute più meritocratiche» spiega Alessandro Giuliani, direttore de La Tecnica della Scuola. Intanto cosa succederà al concorso straordinario bis, per cui migliaia di docenti stanno attendendo la convocazione? «In questo caso e per la prima volta rispetto a tutti gli ultimi concorsi, non c’è una prova scritta, ma solo un orale e la valutazione dei titoli», aggiunge Giuliani. Servirà a snellire le procedure per stabilizzare i precari e coprire i buchi d’organico?
Dal concorso ordinario a quello straordinario bis
Intanto, mentre gli studenti sono alle prese con l’esame di Maturità tornato alla quasi normalità (con la reintroduzione delle due prove scritte), i precari tentato la carta del concorso straordinario bis. «Quello ordinario, bandito nel 2020 e bloccato a causa del Covid, è stato modificato e snellito con la legge Brunetta nella primavera del 2021, e serviva a immettere in organico 32mila docenti. Il 10% dei posti, però non è stato assegnato, come ribadito pochi giorni fa in occasione del forum della Pubblica amministrazione: è un problema che non riguarda solo il mondo scolastico, proprio a causa delle modalità di selezione.
Nella scuola, però, si aggiunge un altro elemento: come accade da anni, le candidature per le materie umanistiche sono sempre superiori ai posti disponibili, mentre quelle per le materie Stem, (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) sono inferiori nonostante si tratti proprio delle cattedre più scoperte, specie al nord», spiega Giuliani.
Ora tocca a quello straordinario bis, per 14mila posti, ma anche questa volta si rischia che non risolva i problemi di organico nelle scuole.
Concorso scuola: i numeri e i requisiti
Le domande per partecipare al concorso sono state presentate in via telematica entro il 16 giugno 2022 e ora i candidati attendono le convocazioni nelle sedi degli uffici scolatici provinciali delle Regioni nelle quali sono state presentate le domande stesse. Possono partecipare gli insegnanti con almeno 3 anni di servizio (e uno almeno nella classe di concorso per cui si partecipa). I posti disponibili sono 14.420 nella scuola secondaria di primo e secondo grado: si tratta dei posti “rimasti liberi” dopo le immissioni in ruolo a.s. 2021/2022. Sono rimasti esclusi gli iscritti nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) di prima fascia e i posti di sostegno. La selezione avviene tramite una prova unica e per titoli. In particolare, la prova è orale, della durata massima di 30 minuti e prevede anche la valutazione della capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2.
Il concorso servirà a coprire le cattedre?
La domanda non è nuova, ma anche la risposta rischia di essere identica al passato: «Purtroppo, oltre alla mancanza ormai cronica di insegnanti di materie scientifico-matematiche, pesa non solo l’alto numero di persone che non si sono presentate come candidate, ma il fatto che al concorso per le materie Stem il 90% di chi ha partecipato è stato bocciato» osserva Giuliani. «Io stesso ho intervistato una donna ingegnere, precaria da 10 anni, che ha parlato di domande troppo tecniche, su contenuti che a scuola non sono trattati. Fa riflettere il fatto che non siano passati molti insegnanti che sono precari a scuola da anni. Le ipotesi sono due: o i docenti non sono sufficiente preparati oppure chi ha preparato i concorsi ha alzato troppo l’asticella» conclude Giuliani. Intanto il rischio è che a settembre il copione sia quello di sempre: cattedre vuote e ricerca di supplenti.