Nel pieno del caos supplenti, che ha portato a una partenza ritardata di molte scuole, con orari e servizi ancora ridotti (come tempo pieno e mensa), arriva la data del concorso per i docenti precari: dal 22 ottobre le prove che dovrebbero portare una cattedra a 32mila insegnanti. Ecco chi può partecipare e come si svolgeranno le prove.
Concorso dal 22 ottobre al 9 novembre
Il concorso straordinario inizierà il 22 ottobre e, come da bando dello scorso luglio-agosto, mette a disposizione 32mila posti (a fronte di 64mila domande) per altrettanti precari della scuola secondaria di primo e secondo grado, ossia medie e superiori. Ma basteranno questi nuovi insegnanti a mettere fine alla situazione caotica che si è creata anche a causa del Covid? Secondo gli addetti ai lavori no, perché i neoassunti otterranno una cattedra solo con il prossimo anno scolastico, 2020/2021.
Una sola prova a computer
In base all’accordo raggiunto tra Ministero dell’Istruzione e sindacati, il concorso prevede una sola prova da effettuare al computer, ma con scaglionamento per classe di concorso fino al 9 novembre, per evitare assembramenti. Il test si svolgerà nelle aule informatiche delle scuole coinvolte, alle quali aggiungeranno anche quelle di università che hanno offerto la propria disponibilità.
Le misure anti-Covid
All’ingresso nei locali della prova sarà misurata la temperatura a ciascun candidato e chi avrà oltre 37,5° non potrà accedere alle aule, dove le postazioni saranno comunque distanziate in base alle norme anti-Covid. Non sarà ammesso neppure chi avrà sintomi da malattia respiratoria.
Chi può partecipare al concorso strordinario
Al “concorsone” possono partecipare tutti coloro che hanno almeno tre anni di servizio nella scuola secondaria statale (anche su sostegno) dal 2008/2009 al 2018/2019. È ammesso anche chi ha terminato il triennio nell’anno scolastico appena concluso (2019/2020) nonostante il lockdown e che parteciperà con riserva. Almeno uno dei tre anni deve essere stato svolto nella classe di concorso per la quale si intende partecipare al concorso (ad esempio, matematica, italiano, ecc.). Sono ammessi anche insegnanti che hanno maturato i 36 mesi in una scuola paritaria o in una classe di concorso differente, ma solo allo scopo di ottenere l’abilitazione. Per i posti di insegnanti di sostegno occorre invece anche la specializzazione apposita.
La prova sarà solo scritta
Il concorso sarà solo scritto, con cinque domande a risposta aperta e non a risposta multipla, come invece si ipotizzava in un primo momento. Assegneranno un massimo di 15 punti ciascuna. Il quesito di inglese, invece, varrà al massimo 5 punti. Il totale della prova scritta è di 80 punti e per superarla bisognerà raggiungere un punteggio minimo di 56/80.
Quanto costa e quanti posti sono disponibili
Il costo per partecipare al concorsone è aumentato da 40 a 50 euro, per ciascuna classe di concorso. «Questo significa che se un insegnante si candida a tre classi, ossia il massimo previsto, pagherà 150 euro» chiarisce Giuliani. A far discutere, però, sono anche i numeri: «I 32mila posti appaiono del tutto insufficienti: se in autunno occorrerà sdoppiare le classi per garantire il distanziamento, serviranno non solo più spazi ma anche molti più docenti. Si calcola che occorrerà almeno un docente aggiuntivo (nella scuola primaria) o di un docente per ogni disciplina (nella scuola secondaria), che si traduce in 120 mila insegnanti in più» spiega ancora Giuliani.
Quando si entra in ruolo
Una volta terminato il concorso si formerà una graduatoria con i vincitori che nell’arco dei tre anni successivi saranno immessi in ruolo. «Ma il 50% dei posti a disposizione spetterà, per legge, a chi è nelle GAE, le graduatorie di merito (quelle già esistenti, NdR), mentre il 50% andrà ai vincitori del concorsone, i cosiddetti idonei – spiega Giuliani – Ma molte classi di concorso sono esaurite, come per esempio matematica al nord, dove mancano insegnanti, mentre per altre le “liste d’attesa” sono molto lunghe. Una parte dei posti, inoltre, andrà anche ai vincitori del concorso ordinario». Insomma, il concorsone non risolverà i problemi, tanto che per fronteggiare l’emergenza a settembre si conta su altre due novità: le graduatorie provinciali e le call veloci.
Call veloci e graduatorie provinciali
«Nel primo caso, è permesso cambiare regione a chi lo desidera di farlo, a patto di rimanere nel nuovo territorio per almeno cinque anni. Nel secondo caso, invece, si amplia la possibilità di supplenze. In pratica si potrà fare domanda non solo a un numero limitato di istituti (10/20 a seconda dei titoli di studio), ma a tutta la provincia» spiega il direttore de La Tecnica della Scuola.