Ho vissuto 15 anni in un condominio che sembrava un’oasi di pace, ma quando ci siamo ribellati alle grate alle finestre, si è trasformato in tutt’altro. La nostra decisione ha creato molto scompiglio. All’improvviso ero diventata una nemica perché non avevo le stesse paure dei miei vicini». E proprio in un condominio Aisha Cerami ha ambientato il suo primo romanzo, Gli altri (Rizzoli): una palazzina che sembra una comune perfetta, ma che si disgrega con l’arrivo di una nuova famiglia capace di fare venire a galla rancori, invidie, frustrazioni, segreti e insofferenze.
I motivi che portano allo scontro
È fiction, ma la realtà è peggio. Secondo l’Anapic, l’Associazione nazionale amministratori professionisti immobili e condomini, nel 2018 le liti di condominio hanno registrato un’impennata: oltre 2 milioni di cause civili pendenti. Molte in Lazio e Campania, seguite da Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna.
Ma per cosa si litiga? Risponde Francesco Burrelli, presidente dell’Anaci, l’Associazione nazionale degli amministratori condominiali: «Per le parti comuni: come il cortile o il pianerottolo usati in modo improprio, e che così recano danno agli altri. C’è chi posteggia dove non si può, lascia la bici nell’atrio, semina le patate in giardino o si comporta come se lo spazio condominiale fosse suo». Anche la pianta sul pianerottolo in teoria può diventare “pericolosa”. «Per non parlare degli odori e dei rumori molesti o del cane che abbaia. E poi ci sono la tv ad alto volume di notte, i tacchi avanti e indietro sul pavimento e le sigarette lanciate al piano di sotto».
Quando è necessario il mediatore
Se la lite non si risolve civilmente e degenera si può arrivare alla denuncia. Ma prima bisogna tentare altre strade. «Compito dell’amministratore è di smorzare e controllare le litigiosità durante le assemblee. E qui si tocca con mano la sua competenza» precisa Burrelli. Quando invece scatta il contenzioso o la causa, però, la legge dal 2013 prevede la figura del mediatore condominiale (la lista si può trovare online) che dovrebbe calmare gli animi e arrivare a un accordo prima di “intasare” i palazzi di giustizia.
Il mediatore è una specie di psicologo: «Si siede attorno a un tavolo per mettere d’accordo le parti, cercando di capire quali sono i reali interessi che sono dietro la lite: norme o comportamenti che non piacciono, una delibera che non va bene… Di solito alla base ci sono problemi di comunicazione sbagliata: poca chiarezza, poca voglia di andare incontro all’altra parte» spiega Alessandra Breseghello di Adr (Alternative dispute resolution) Center di Monza. L’empatia e la calma sono qualità necessarie, anche se per diventare mediatore basta un corso di 50 ore, ma molto fa l’esperienza: «Perché i casi sono i più svariati e non sai mai cosa ti aspetta».
Cosa c’è dietro alla diffidenza per l’altro
Il condominio è una piccola società, con le sue regole. Alcune suggestive. E non è un caso che certi romanzi e serie tv si svolgano in questo luogo dove personalità differenti, equilibri, dinamiche e modalità d’azione convivono in equilibrio precario. «La riunione di condominio rappresenta nel micro quello che è qualunque comunità» dice Marco Aime, professore di Antropologia culturale presso l’università di Genova e autore di Comunità (il Mulino). «Ma qui, in più, ci sono in ballo spazi e denaro e scatta la diffidenza verso l’altro, la paura che se ne approfitti».
Dietro a questa mentalità c’è l’overdose di idea di privato, l’individualismo che ormai domina le nostre giornate e «che ci ha fatto perdere la capacità di gestire i beni comuni. Cosa che in passato, in certe comunità rurali, invece si faceva: penso ai pascoli o all’acqua». Dietro a quel “A casa mia faccio quello che mi pare” o “Tanto non è mio”, c’è di più. «Oggi siamo sempre più condizionati dall’avere relazioni virtuali, online, che non faccia a faccia. E così stiamo perdendo la capacità di mediazione, comprensione e ascolto dell’altro che è necessaria in ogni convivenza» continua Aime. «Perché in un condominio bisogna almeno in parte pensare in termini comuni, altrimenti diventa un conflitto permanente».
IL LIBRO
È ambientato in un condominio Gli altri di Aisha Cerami (Rizzoli) che, con leggerezza e ironia, racconta di rapporti umani che vanno in crisi con l’arrivo dei nuovi inquilini. «Perché il vicinato è un piccolo mondo con le sue dinamiche».