I figli, l’appartamento, l’auto… E il cucciolo di casa. Le coppie di oggi, quando si separano, litigano anche per l’affidamento degli animali domestici. Succede a Hollywood, dove le questioni legali nate dalle contese sui pet di famiglia alimentano il gossip.
Tra i tanti motivi di scontro fra la modella Amber Heard e l’attore Johnny Depp, che hanno appena trovato un accordo multimilionario per il divorzio, figurava la custodia dei cani. E di recente pure alcune celebrities nostrane si sono trovate a dover gestire questa spartizione. Quando gli attori Myriam Catania e Luca Argentero si sono lasciati, i cani Russell e Leila sono rimasti a lui. Mentre il rapper Fedez, dopo la rottura con la modella Giulia Valentina, ha “perso” i chihuahua Gue e Chewbecca (fotografatissimi sui social con l’attuale padrona). E per consolarsi ha deciso di adottare Leo, un cagnolino abbandonato.
In Italia manca una legge
Le cose non sono diverse per chi è fuori dallo star system. Secondo gli ultimi dati dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, sono 4.000 le coppie di ex coniugi che ogni anno si scontrano per l’affidamento di cani e gatti, ma anche di tartarughe, pesci, furetti e pappagalli. E finiscono in tribunale per stabilire a quale degli ex spetti tenere a casa l’animale di famiglia, quando l’altro possa andare a trovarlo, chi dei due debba pagare le spese del cibo e del veterinario.
«I giudici decidono caso per caso perché nel nostro Paese manca una norma specifica che regolamenti il diritto di visita o il mantenimento dell’animale» spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente e fondatore dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani.
Il Trattato europeo di Lisbona del 2009 ha stabilito di considerare gli animali come “esseri senzienti”. Tradotto: non sono oggetti che si spostano a piacimento, ma rappresentano una parte integrante del nucleo familiare. E se i padroni si separano, provano un forte disagio. L’Italia, però, non ha ancora recepito nel Codice civile questo concetto.
Spesso si ricorre a un accordo scritto
Sempre più ex coppie cercano di risolvere i contenziosi attraverso una scrittura privata. Per chiedere una consulenza su come prepararla, all’Associazione italiana difesa animali e ambiente hanno bussato 2.000 persone dall’inizio di quest’anno, il 55% in più rispetto a tutto il 2015. Sciogliere i nodi, però, non è semplice, avverte Gassani: «Se i coniugi trovano un accordo, è permesso presentare le scritture private ai giudici. Ma questi ultimi, che devono valutare tutti gli elementi della lite familiare, possono anche non tenerne conto».