Prima la Lombardia e altre 14 province, poi tutta l’Italia, che è diventata “zona protetta”. Le autorità hanno optato per restrizioni e misure drastiche nella speranza di convincere gli italiani a stare a casa e limitare al massimo le uscite: solo così potremo arginare l’avanzata del Coronavirus, che ha già messo in ginocchio la sanità al Nord e si sta espandendo a velocità impressionante in tutto il mondo.

Tra smart working e il tempo libero inaspettato

Le scuole sono chiuse, molte persone stanno sperimentando il lavoro agile e una volta eliminati gli spostamenti e le uscite superflue, è facile ritrovarsi con una quantità di tempo libero che solo fino a qualche settimana fa non pensavamo di avere. Chi ha bambini o ragazzi sarà impegnato a far mantenere loro un ritmo quanto più possibile vicino alla normalità e, se entrambi i genitori sono a casa, potrà essere l’occasione di ripartire equamente i lavori domestici. Si possono guardare in streamin film e serie tv, ma anche spettacoli teatrali e mostre virtuali, si può leggere un buon libro oppure godere di un po’ di meritato riposo, ma la prospettiva di 25 giorni in casa è comunque una bella sfida per molti di noi.

L’isolamento diventa un’occasione per mettersi in gioco

Ecco perché ha raccolto molti consensi e adesioni l’iniziativa della rivista di antropologia digitale BeUnsocial, che ha lanciato l’hashtag #25giorniincasa, che vuole raccontare il periodo dal 9 marzo al 2 aprile. Un calendario di attività pensato «per unirci a distanza, alcune semplici altre meno, ma tutte rigorosamente casalinghe». E tutte pensate per essere condivise sui social.

Si comincia al lunedì con l’invito a postare una foto che risponda alla domanda “Che cosa vedi dalla tua finestra?”, martedì è la volta di comporre un “haiku” (una breve poesia) con le coste dei libri che si hanno in casa, mercoledì si stende la lavatrice, ma per colore, giovedì si consiglia un film per la sera e venerdì si mette in ordine la libreria. Così arriviamo al primo weekend: sabato si prepara un piatto mai sperimentato prima e domenica si condivide la quindicesima pagina del proprio libro preferito. Puoi seguire la challenge sul profilo di @beunsocial.it e seguendo l’hashtag su Instagram.

L’iniziativa nasce dall’esperienza personale, come ha spiegato al Corriere della Sera Alice Avallone, che è curatrice di BeUnsocial, coordinatrice del college Digital alla Scuola Holden e ideatrice dell’hashtag: «Io vivo a Torino, mia mamma e mia sorella ad Asti. Sabato sera la notizia della chiusura della provincia mi ha mandato in tilt. Ho sentito il bisogno di dire a me stessa che ce l’avrei fatta, che non vederci per qualche giorno non sarebbe stato così terribile. Da un po’ di tempo avevo iniziato a pubblicare su BeUnsocial articoli e consigli su cosa fare a casa. Si è accesa la scintilla: perché non partire da alcune di quelle idee per creare una vera e propria agenda che sostituisse quelle di lavoro, che per molte persone si sono svuotate?».

D’altra parte, se le fughe verso il Sud ci insegnano qualcosa, è che in molti si sono spaventati all’idea di dover passare la quarantena in solitudine e che se c’è una cosa che il virus sta mettendo alla prova, è proprio la nostra capacità di stare da soli, con l’agenda vuota, all’interno delle mura della nostra casa. È un problema sia per i single che per le famiglie, che si ritrovano a gestire il vuoto lasciato dalla scuola, ed è un problema che ha molto a che fare con il modo in cui gestiamo la nostra vita. La difficile situazione che stiamo vivendo potrebbe insegnarci un nuovo senso di comunità e, perché no, anche un modo più elegante e utile per usare i social.