Chiusure e limitazioni sono utili?
«Chiudere le scuole, sospendere temporaneamente congressi e manifestazioni ha come unico scopo quello di limitare la concentrazione di molte persone in spazi limitati» sottolinea Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università degli studi di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano. «Questo perché il coronavirus, come abbiamo visto, si diffonde rapidamente. Però attenzione. È come l’influenza ed è pericolosa per la salute in casi limitati, più o meno il 2% di chi si ammala».
Per chi è pericoloso il coronavirus?
Il COVID 19, questa è la sigla, può causare polmonite in chi è anziano, in chi soffre di malattie croniche come il diabete e le patologie cardiovascolari, in chi ha una malattia che mette a dura prova il sistema immunitario come il cancro. Esattamente come nel caso della malattia influenzale e lo stanno dimostrando anche i casi di chi in questi giorni purtroppo non ce l’ha fatta.
L’allerta è esagerata?
In molti si chiedono, però, se questa richiesta di pausa forzata non nasconda altro. «Nessun complotto», spiega Pierangelo Clerici, Presidente AMCI, l’associazione che riunisce i microbiologi italiani. «È vero che il virus non miete vittime come l’influenza e l’allerta sembra per questo esagerata. Ma è un virus nuovo, contro il quale al momento non c’è un vaccino e non ci sono cure, tranne le sperimentazioni che si stanno effettuando con farmaci antivirali verso l’HIV e antimalarci. Per questo, l’unica arma a nostra disposizione in questo momento, e che è realmente efficace per respingere il virus, è la prevenzione. Per questo è indispensabile rispettare tutti insieme le regole fornite dalle Istituzioni per proteggere sé stessi e gli altri. Sottolineo “in questo momento”, perché nel frattempo, i ricercatori stanno svolgendo un grande lavoro».
Il tasso di mortalità cresce con l’età. I dati
Il più vasto studio epidemiologico fino a ora disponibile appena pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology prende in eseme 72.314 contagiati e dice che il tasso di mortalità cresce con l’età ed è più alto negli uomini (2,8%) rispetto alle donne (1,7%). In dettaglio: i bambini fino a 9 anni hanno tasso di mortalità 0. Da 10 a 39 anni il tasso è 0,2%. Da 40 a 49 anni è di 0,4%. Da 50 a 59 anni è dell’1,3%. Da 60 a 69 anni è del 3,6%. Da 70 a 79 anni è dell’8% e dagli 80 in su è del 14,8%.