Baby boom o boom dei divorzi? Se i social sono lo specchio, durante questo lockdown ancora più reale, della nostra vita, il dilemma che da settimane circola sotto forma di meme ironici appare come il tentativo di esorcizzare un interrogativo ben più profondo: che ne è dell’amore (e del sesso) alle prese con la convivenza, o lontananza, forzata?
Le notizie che arrivano dall’esterno non aiutano a rispondere, oscillanti come sono tra l’impennata delle richieste di separazione alla fine della quarantena in Cina e l’aumento esponenziale delle vendite di sex toys in Germania. Tanto più che siamo tra i Paesi europei con il maggior numero di contagiati e, nonostante le task force per la ripresa e i piani sulla fase 2, la sensazione di “non vedere la fine” serpeggia sempre più diffusa. Così abbiamo deciso di chiedere direttamente a loro, coppie e single, come vivono l’amore al tempi del virus.
«Con mio marito ho ritrovato la passione dei primi tempi»
Elisabetta, 40enne veneta, nella vita previrus era un’esperta di marketing, sposata da tempo con Paolo e mamma di 2 bambini. Il gioco di incastri tra quotidianità e romanticismo era un’arte che aveva affinato da tempo.
«Ora tutto è cambiato, mi sembra di essere un’altra. Sono in cassa integrazione, come mio marito. Ci barcameniamo tra lockdown, spesa, compiti dei figli. Non è facile stare appiccati 24 ore su 24, alla sera siamo stremati. I bimbi sono agitati e la metà delle notti ce li troviamo nel lettone. Durante le prime settimane respiravamo tensione invece di ossigeno, ci siamo detti frasi orribili: una volta ho persino fatto la valigia, che è rimasta per giorni in camera come un monito, perché non sopportavo l’apatia di Paolo. Poi, una sera, dopo l’allarme per la situazione milanese e l’ennesimo decreto, l’ho cercato. L’ho fatto con un impeto nuovo, quasi selvaggio. Niente baci, ma un amplesso intenso come una scossa». Il pensiero corre alla famoso “sesso senza baci” di Julia Roberts in Pretty Woman.
«Per le coppie storiche il rapporto diventa una testimonianza urgente che si è vivi: questo, ora, è più importante di problemi e liti» nota Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta dell’Istituto di sessuologia clinica di Milano. «Il corpo irrompe con la sua forza, relegando in secondo piano elucubrazioni, freni, tabù consolidati». Perfino il Financial Times ha riportato di un boom degli acquisti di sex toys e lingerie. «In effetti, potrei riesumare qualche giochino che usavamo prima della nascita dei figli» pensa Elisabetta. «L’altra notte, tra baci, carezze e petting, sembravamo due ragazzini».
«Noi, fidanzati lontani, ci raccontiamo le nostre fantasie al telefono»
Il sesso rischia di diventare solo virtuale per chi trascorre la quarantena lontano dal partner. Come Davide, parrucchiere milanese che ha trascorso da solo anche il suo 45° compleanno.
«Io e Matteo stiamo insieme da un anno, prima eravamo solo booty-caller (amici di letto, ndr), poi il sentimento è diventato più forte. Ma teniamo all’indipendenza e ognuno ha la sua casa. Il lockdown ci ha colto un po’ alla sprovvista, così siamo lontani. Ci salvano le videochiamate, a ogni ora del giorno e della notte, senza limiti di tempo. A volte preferiamo la classica telefonata per sentire solo le nostre voci che raccontano cosa abbiamo fatto mentre ci pensavamo. Da qualche giorno ci mandiamo foto e messaggi hot. All’inizio ero imbarazzato, l’avevo fatto in passato con una persona che non mi interessava, quindi mi sembrava offensivo verso Matteo. Poi ho iniziato a lasciarmi andare, mi piace raccontargli via sms qualche fantasia, oppure ricordargli dei momenti intimi particolari. Lui è più esplicito, scoprire questo suo lato inedito mi ha elettrizzato. Non sempre arrivo all’apice del piacere: prima era un’ossessione, mentre adesso mi appare superfluo».
«Io, single, mi faccio compagnia con un ragazzo conosciuto su Tinder»
Cambiano le priorità, anche per i single. Ma pensare che Tinder e le altre app di incontri siano in isolamento è un errore. Le più usate, Meetic e Once, registrano un +30% e su Tinder aumentano numero dei messaggi e durata dei contatti. «Prima vedevo qualcuno che mi piaceva, ci chiacchieravo un po’ ma poi ci incontravamo subito per un caffè» racconta Chiara, 25enne dottoranda in Chimica che da 4 mesi si è trasferita a Roma.
«Ora, se scatta il feeling con qualcuno, ci facciamo compagnia. Qualche sera fa, per esempio, ho visto 4 puntate della mia serie preferita, The Crown, commentandole in diretta con un ragazzo. Il giorno di Pasqua ho mangiato la colomba con un 40enne molto interessante, con cui chatto dall’inizio della quarantena. Lui azzarda anche una specie di corteggiamento, fatto di fiori virtuali e messaggi della buonanotte. Vederci quando sarà finito tutto? Non penso: amo stare da sola, ho la necessità fisica di pensare a me stessa e realizzarmi senza scendere a patti con le esigenze altrui. Però la solitudine da coronavirus mi stava alienando, avevo bisogno di condividere le piccole cose quotidiane».
Ecco il punto sui cui si stanno giocando amore e sentimenti: le coppie rodate sono sature di una condivisione a cui non erano più abituate, mentre chi è solo ne ha bisogno come l’aria. «I rapporti di coppia si basano su questo, ma prima eravamo troppo assorbiti per ricordarlo. Il tempo pre-Covid non era fatto per una condivisione lenta, spontanea, mentre ora non abbiamo fretta» nota la sessuologa Roberta Rossi. «Si sta riscoprendo l’intimità emotiva: raccontarsi, parlare delle proprie sensazioni, rassicurarsi a vicenda. E dopo puntare su sesso puro e carnalità, se la relazione è piena, oppure riscoprire il corteggiamento, quello fatto di gesti dolci e parole». Chissà che, quando usciremo dalla quarantena, non avremo nel frattempo ritrovato il piacere di flirtare…
Il sesso è sicuro?
Alla domanda che ci siamo fatti tutti risponde Massimo Andreoni, virologo e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali. «Finora gli studi hanno escluso che il virus sia nel liquido spermatico o nelle secrezioni vaginali prodotte durante il coito. Su questo fronte non c’è pericolo. Ma non va dimenticato che si trasmette con la saliva e, quindi, attraverso i baci e i contatti ravvicinati tipici del sesso. In una coppia che vive nella stessa casa il rapporto sessuale ha lo stesso fattore di rischio della vicinanza quotidiana. Alla fine del lockdown, è da evitare nelle relazioni con persone di cui non si conoscono abitudini, stili di vita, eventuali contatti con contagiati».