Anche gli animali domestici sono in quarantena a causa del coronavirus, proprio come noi. Ma non possiamo certo chiudere in casa i cani e neppure smettere di accudire gli animali che vivono all’aperto, come i gatti delle colonie feline o chi si trova in canile.
Chiaramente vanno sempre, in ogni occasione, rispettate le regole sanitarie: distanza di sicurezza, pulizia accurata e continua delle mani, attenzione a non portarsi le mani alla bocca e agli occhi, evitare abbracci. Oltre al rispetto delle regole sanitarie è importante spostarsi solo quando strettamente necessario, e questo a tutela della salute di tutti. Ma cosa si può fare e cosa non si può fare in questi giorni non è per niente chiaro, tanto che l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) sta ricevendo moltissime telefonate da proprietari, gattare e volontari.
Gli animali non trasmettono il coronavirus
«Se è vero che va tutelato il “bene salute”, e questo è chiaramente scritto nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020; il “bene salute” riguarda umani e non umani, a cui non dobbiamo far mancare la necessaria assistenza» dice il responsabile della comunicazione Enpa Marco Bravi. «La prima cosa da chiarire è che gli animali non trasmettono il coronavirus. Anzi: in difficili giornate come queste hanno tanto affetto da darci e tanto amore da ricevere. E mi riferisco a tutti, compresi quelli che vivono liberi o all’interno di un rifugio, ai quali non bisogna far mancare la necessaria assistenza» precisa.
«Sulla base delle domande che più frequentemente ci vengono poste in questi giorni, abbiamo stilato un decalogo per proprietari di animali domestici e volontari» ha spiegato. Ve lo proponiamo e se non trovate qui la risposta al dubbio che vi attanaglia, potete contattare Marco Bravi via email ([email protected]).
Animali e coronavirus: 8 risposte chiare
1) Posso uscire all’aperto con il mio cane?
Sì. Il decreto non vieta lo spostamento di uomini e animali all’interno dello stesso Comune di residenza. Fare una passeggiata con il nostro cane è necessario per il suo benessere e anche per il nostro. È un’attenzione al “bene salute” umano e animale. Sempre stando molto attenti alle regole sanitarie minime e considerando che la passeggiata deve avvenire nelle vicinanze della propria abitazione e per il tempo strettamente necessario. È possibile uscire anche (sempre con l’autocertificazione) per i controlli veterinari. La previsione è contenuta nel punto 11 del vademecum diffuso dal Governo.
2) Sono una gattara e accudisco una colonia felina in un Comune diverso da quello di residenza. Posso continuare a farlo?
Sì. A nostro avviso, la gattara autorizzata deve continuare a occuparsi della sua colonia felina in quanto la circostanza è uno “stato di necessità”: i gatti (che sono tutelati dalla legge) non sarebbero infatti accuditi e alimentati e sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono. Di più: se alla gattara viene impedito di prendersi cura della propria colonia felina, i gatti andrebbero alla ricerca di cibo, creando potenzialmente una dispersione della colonia e un problema sanitario. Le gattare che si trovassero in questa condizione, devono avere una autocertificazione in cui si dichiara lo stato di necessità. Attenzione! Alcune Prefetture richiedono la dichiarazione dell’Ente o dell’associazione di appartenenza o il modulo Asl di assegnazione diretta e nominativa della colonia felina.
3) Sono un volontario: posso continuare a fare volontariato per gli animali in una struttura?
Sì. Chiaramente occorre innanzitutto rispettare il principio della limitazione degli spostamenti. Quindi si può continuare a fare volontariato solo quando strettamente necessario per gli animali. È necessario compilare il modello di autocertificazione in cui si dichiara lo stato di necessità.
4) Le adozioni di animali nei rifugi sono sospese?
No. Le adozioni di animali nei rifugi non sono sospese. Tanto viene affermato anche in una circolare del Ministero della Salute a proposito delle prestazioni differibili e indifferibili. L’adozione di animali è considerata “differibile” solo al fine di limitare lo spostamento degli umani, ma non è né vietata né sospesa. Ovviamente vanno seguite le regole del rifugio presso il quale si vuole adottare un animale: alcuni danno in adozione solo per appuntamento, ad esempio. È bene quindi contattare telefonicamente prima la struttura, qualora si volesse adottare un animale. La condizione, in questo caso, è quella di recarsi nel rifugio situato nel proprio Comune di residenza.
5) Posso segnalare un animale vagante ferito o in difficoltà?
Si deve segnalare! Per il Ministero della Salute, il soccorso o il recupero di animali vaganti o feriti è una prestazione “indifferibile”. Quindi nel caso in cui ci fosse un animale vagante o ferito bisogna assolutamente segnalare il caso alla Polizia Municipale del luogo precisando che secondo il Ministero della Salute, il soccorso o il recupero è prestazione “indifferibile” e non può quindi passare in secondo piano.
6) C’è sufficiente disponibilità di cibo per animali?
La circolazione delle merci e la loro produzione non ha subito alcuna limitazione. Non c’è pertanto alcun timore in merito alla disponibilità, anche in futuro, di pet food.
7) Rimarranno aperti i negozi per animali?
Sì. I negozi per animali rientrano nell’elenco degli esercizi commerciali che resteranno aperti. Il fatto che nell’ultimo decreto ci sia scritto che sono autorizzati solo gli esercizi che si occupano di “Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici” è un fatto puramente tecnico e burocratico in quanto la definizione inserita nel decreto corrisponde alla classificazione commerciale del negozio (Codice Ateco 47.76.20) che comprende anche l’attività di “commercio di alimenti per animali da compagnia”.
8) Posso portare il mio animale dal veterinario?
In caso di emergenza (esempio: il cane o il gatto sta male) si configura lo stato di necessità, quindi è possibile sempre avendo in tasca l’autocertificazione. Si suggerisce di contattare telefonicamente prima il veterinario per verificare l’apertura dell’ambulatorio e la possibilità di essere accolti in sicurezza. Se invece la visita veterinaria non è una emergenza ma è indifferibile, è possibile portare l’animale, ma occorre chiedere al veterinario.