Una quinta voce si aggiunge alle quattro già presenti nell’autocertificazione necessaria per giustificare gli spostamenti. È quella con cui da oggi qualsiasi cittadino dovrà dichiarare di non essere soggetto agli obblighi previsti dalla quarantena per chi è stato trovato positivo al coronavirus o per chi è entrato in contatto con una persona contagiata. La quarantena è prevista per chi è arrivato dal nord Italia e per chi arriva dall’estero.
Il nuovo modello è scaricabile dal sito del ministero dell’Interno (chi non ha una stampante può ricopiarlo a mano).
Sugli spostamenti c’è poca chiarezza
Intanto salgono a 27.500 le denunce su 665.000 persone fermate. Stiamo quindi osservando poco il divieto di uscire? L’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha appena dichiarato che il 40 per cento dei cittadini di Milano si sposta troppo. Viene quindi da pensare che, se una parte va a lavorare, a fare la spesa o in farmacia, tutti gli altri forse stiano prendendo alla leggera il decreto. Sugli spostamenti leciti comunque c’è confusione. In tanti ci avete scritto segnalando una situazione a macchia d’olio, con persone denunciate perché camminavano o facevano jogging, altre in bici o ai giardini con i bambini. Quindi cosa si può fare esattamente, senza commettere reati? Si può andare a passeggiare, a correre o in bicicletta?
Spostarsi senza i motivi previsti è un reato
Domande lecite, anche se in piena emergenza coronavirus, possono sembrare surreali o fuori luogo, tant’è che sui social sta montando la rabbia contro chi esce, apparentemente senza i motivi indicati appunto nel decreto: «Sembra che all’improvviso siamo diventati tutti runners» oppure «Cosa dovete andare in giro a passeggiare?». In effetti, dobbiamo tutti avere ben impresso che il messaggio (e l’ordine) contenuto nel decreto dell’8 marzo è: state a casa! Perché? Perché se fossimo malati senza saperlo, quindi asintomatici e del tutto inconsapevoli della nostra condizione, violare il decreto ci farebbe commettere reati molto gravi, fino a epidemia e omicidio nel caso in cui infettassimo altre persone e queste morissero. Non rispettare questo decreto significa infatti violare l’articolo 650 del codice penale, cioè ignorare un provvedimento dell’autorità emesso per ragioni di igiene e sicurezza pubblica. Rappresenta insomma un reato penale.
Uscire dev’essere un’eccezione
«Dobbiamo prima di tutto comprendere la regola base del “non uscire”. Questo principio aiuta anche a leggere le eccezioni, che debbono essere viste come tali, non come possibilità per eludere il divieto. L’eccezione naturalmente vale solo per per chi non è in quarantena, chi non è in auto isolamento (stabilito in alcune regioni per le persone provenienti da altre regioni) o non sia positivo al virus oppure per particolari regole dei comuni per i quali sia stata decretata la zona rossa: in questi casi, il divieto di uscire è assoluto». Ci tiene a sottolinearlo l’avvocato penalista Giacomo Lunghini, a cui chiediamo aiuto per capire le norme contenute nel decreto e soprattutto come interpretarle.
I motivi per cui si può uscire
Il decreto ormai lo conosciamo bene, l’abbiamo imparato: uscire dev’essere davvero necessario, e motivato da queste esigenze, anche all’interno del territorio comunale:
– comprovate esigenze lavorative
– situazioni di necessità
– motivi di salute
– rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Ciò che non si capisce bene sono le “situazioni di necessità” e perché in certe città siano fioccate le denunce e in altre no.
Cosa si intende per “necessità”?
È una definizione generica, che di volta in volta viene valutata. Può esserlo anche andare a prendere il giornale, visto che le edicole sono aperte. Vero è che se ci si va più volte al giorno, non è più un’attività necessaria.
Perché in alcune città si viene sanzionati e in altre no?
Perché il decreto lascia aperte delle maglie all’interpretazione, prima dell’autorità pubblica e poi del giudice. Per questo alcuni agenti di polizia decidono di identificare la persona e fare la comunicazione di reato e altri no. Nel frattempo, se avviene la comunicazione della notizia di reato, si avvia un procedimento penale e spetterà poi prima alla procura e poi al giudice valutare come procedere.
Si può fare una passeggiata?
Si può uscire da casa solo per andare al lavoro, per motivi di salute o per necessità, ma il decreto include espressamente l’attività sportiva o motoria all’aperto. Il semplice camminare – che non sia quindi attività sportiva – è ammesso solo se strettamente necessario ad andare al lavoro, a fare la spesa, a prendere i giornali o in farmacia o comunque per acquistare beni necessari per la vita quotidiana. Andare a zonzo, insomma, non è consentito. Lo stesso vale se si porta fuori il cane: la necessità è legata allo stretto indispensabile per consentirgli di ovviare alle sue necessità.
Si può passeggiare con qualcuno?
Purché sia necessario, sì. Ma se la persona vicina non appartiene al nucleo con il quale si convive, dev’essere rispettato il limite di distanza minima di un metro.
Si può andare a correre?
Sì, l’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo. Sono sempre vietati gli assembramenti.
Si può fare attività fisica all’aperto?
Dipende. L’attività motoria è compresa nelle situazioni di necessità, purché non in gruppo. Ma se una persona venisse trovata più volte al giorno a fare ginnastica (e questo vale anche per la corsa), non è escluso che possa essere denunciata, ci sono già evidenze che questo sia avvenuto. Vedremo come andranno i procedimenti avviati, ma non è possibile assicurare che non si venga denunciati.
Si può uscire in bici?
Solo se ci si sposta per le diverse necessità. Quanto ad allenarsi in bici, secondo il governo è consentito svolgere attività sportiva o motoria all’aperto anche in bicicletta, purché sia osservata una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Si può fare la spesa con un’altra persona?
Non è necessario e aumenta gli assembramenti nei negozi, quindi si potrebbe venir sanzionati. Se la persona con cui si fa la spesa non è del nucleo con cui si convive, bisogna mantenere la distanza minima di un metro.
Si può portare il bambino ai giardini, se aperti?
È consentito l’accesso individuale a parchi e giardini pubblici (purché aperti), per praticare sport e attività motorie. Non è invece consentito andarci in gruppo, né svolgervi in gruppo qualsiasi tipo di attività. È comunque sempre obbligatorio rispettare la distanza. Ci sono state denunce di madri che hanno portato il figlio fuori casa per due volte in un giorno.
Si può portare la spesa a una persona anziana?
Certamente si. Gli anziani però sono le persone più vulnerabili e quindi bisogna cercare di proteggerle dai contatti il più possibile. Quindi meglio lasciare la spesa a un metro di distanza.
Si può fare la spesa fuori dal proprio comune?
Se non è necessario (se cioè il comune di residenza permette di approvvigionarsi), lo spostamento potrebbe essere ritenuto non necessario.