Cè un articolo di Forbes di cui forse avete sentito parlare, benché non siate abituali lettrici del magazine. Titolo: Cosa hanno in comune i Paesi che stanno rispondendo meglio al coronavirus? Una leader donna. Svolgimento: una galleria di successi, dall’Islanda a Taiwan, dalla Danimarca alla Nuova Zelanda. Tutti accomunati da idee di leadership semplici (a tratti ovvie) e tassi di contagio bassissimi.
Da Angela Merkel, che ha preso sul serio il problema dall’inizio facendo sì che i suoi concittadini saltassero le fasi di negazione e rabbia, a Tsai Ing-wen, che al primo segno di una nuova malattia nella sua Taiwan ha introdotto 124 misure per bloccare la diffusione senza dover ricorrere al lockdown. Da Sanna Marin, che in Finlandia ha usato gli influencer di qualsiasi età per diffondere informazioni corrette sulla gestione della pandemia, a Erna Solberg, che in Norvegia ha dedicato una conferenza stampa ai bambini, rispondendo alle loro domande.
C’è poco da stupirsi. Abbiamo decadi di ricerche alle spalle che dimostrano come la presenza di donne in politica faccia una reale differenza nella tipologia di leggi e di misure che vengono prese.
Ma non bisogna giungere alle conclusioni sbagliate, per esempio chiamare una donna al potere solo per gestire l’emergenza. Un fenomeno molto comune in tutto il mondo, che la studiosa Michelle K. Ryan ha battezzato “scogliera di cristallo”. Una sorta di sacrificio rituale della leader di turno. È quello che sta succedendo in Belgio, dove una donna è stata chiamata a guidare un governo d’emergenza anti-coronavirus, ma la pandemia non sta lasciando scampo. Alla popolazione belga e al futuro politico della neopremier.
«Le donne sono ricercate nei momenti difficili perché i tratti tipici a loro associati, come l’intuizione, l’empatia o la cura di gruppo, coincidono con le caratteristiche che sarebbero assegnate a un leader in tempi di crisi, ma non in tempi normali» spiega Michelle K. Ryan. Invece le sette leader che Forbes promuove erano già celebri pre-Covid per la buona gestione dei loro governi. La loro non è una performance estemporanea. Le loro doti funzionano anche in tempi di prosperità e successo. In barba alla scogliera.
Piuttosto, sarebbe da chiedersi, perché il tasso di successo è così alto tra le donne? La risposta, ve lo confesso, è ciò che mi spaventa di più. Madeleine Albright, prima donna Segretario di Stato negli Usa ha detto: «Il mondo è pieno di stanze per uomini mediocri, ma nessuna per donne mediocri». Tradotto: le donne non possono permettersi di sbagliare. Questa amara verità ci blocca, ci impedisce di prendere il volo se non in presenza di riconosciute capacità sopra la media o di un’autostima stellare. Per una donna che fallisce, ancora non c’è spazio in questa società. Ed è un gran peccato.