L’emergenza coronavirus sembra aver investito tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, sia nelle zone già contagiate sia in quelle dove ancora non sono registrati dei casi. Mentre le autorità cercano di destreggiarsi nel contenimento delle infezioni, sempre più Paesi, dall’America alla Francia al Regno Unito, si trovano oggi ad affrontare una situazione con cui l’Italia è alle prese ormai da una settimana. Su una cosa, però, gli analisti sono d’accordo: le ricadute economiche saranno pesanti.
In Italia a rischio turismo e industria
Lo dimostrano già le nostre città maggiormente colpite, Milano e Venezia, che si trovano nei territori dove sono stati individuati i focolai. La cancellazione del Salone del Mobile, ad esempio, è un indicatore importante, così come il Carnevale con pochi turisti che si è tenuto nel capoluogo veneto. Paolo Gentiloni, ha dichiarato che le ricadute si sentono già sul breve termine, a causa dell’isolamento che incombone su pilastri come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: tre regioni capaci di incidere, da sole, su circa il 40% del Pil.
Come segnala Il Sole 24 Ore, «la psicosi e gli inviti a non venire in Italia diramati da alcuni Paesi stranieri rischiano di avere un impatto pesante sul settore del turismo. Confturismo stima un’affluenza di 22 milioni di turisti in meno nei prossimi tre mesi. Un calo quantificabile in un danno economico di 2,7 miliardi secondo l’associazione di categoria di Confcommercio, mentre secondo Assoturismo-Confesercenti, le sole disdette sono già costate 200 milioni di euro al settore e i danni potrebbero essere superiori a quelli causati dall’11 settembre».
Qualche esempio: Napoli ha già perso 15mila visitatori e attende una disdetta del 30% delle prenotazioni a Pasqua, mentre Venezia, già messa alla prova dal Carnevale chiuso con due giorni di anticipo, segna un -40%. In Lazio le prenotazioni segnano -60 -70% anche nei mesi dopo la festività, a Milano le cancellazioni hanno sfiorato l’80% e in riviera romagnola si teme per il crollo della stagione estiva.
Sempre secondo i dati riportati dal Sole, «ad oggi sono quasi 6.000 i lavoratori metalmeccanici lombardi coinvolti da fermi della produzione e riduzione d’orario a causa del Coronavirus. (…) I possibili effetti negativi del Coronavirus sull’economia lombarda si inseriscono in un quadro tutt’altro che sereno (…) Aumentano anche le aziende coinvolte dalla crisi: 392, +4,5% rispetto al primo semestre 2019».
In Cina e nel mondo soffrono l’automotive e l’export food, vino e moda
Un altro settore molto colpito è quello dell’automotive: la Cina ha infatti registrato un crollo delle vendite di auto del 92 per cento. ll dato non deve soprendere: come ha spiegato il Ceo di Llamasoft (che si occupa di gestire le catene di distribuzione) in un’intervista a Forbes: «Per fare un’auto occorrono 30 mila parti, molte delle quali sono realizzate in Cina. Tutto subirà un rallentamento. Senza contare che ci sono case automobilistiche che utilizzano specialmente componenti cinesi».
Spiega ancora il Sole che «le previsioni di Moody’s sulle vendite globali di auto nel 2020, non solo per effetto del coronavirus ma anche per le nuove norme sulle emissioni, indicano un calo del 2,5% nel 2020 (…) Questo avrà un impatto anche sul settore della componentistica molto forte in Lombardia e Veneto, di fatto “l’officina” delle auto tedesche e due regioni coinvolte nelle restrizioni e nelle quarantene sanitarie imposte a causa del virus».
E proprio il commercio internazionale è l’altra grande preoccupazione degli analisti, dalle esportazioni di vino e food fino al settore fieristico, con l’annullamento di grandi appuntamenti annuali come il Salone del mobile e il Salone dell’automobile di Ginevra. A rischio anche l’export made in Italy, dal vino al food alla moda: come segnalava Business of Fashion, a seguito delle misure restrittive nei voli da e per la Cina, il turismo del lusso in Europa, Asia e Nord America ha subito un forte rallentamento (-60 per cento). Il coronavirus, perciò, inciderà sui bilanci dei grandi marchi e delle conglomerate della moda.
Anche i grandi del tech come Samsung e Apple sono investiti dall’effetto coronavirus: sono infatti a rischio gli approvigionamenti – il Corriere della Sera ad esempio segnala una diminuizione della disponibilità di iPhone – a causa del blocco dei grandi scali portuali asiatici.
Situazione complicata per cinema, teatri e locali
La chiusura di bar, cinema, teatri e locali a Milano è durata tre giorni: la città non è ancora tornata alla consueta attività, ma è certamente più attiva rispetto all’inizio della settimana. Come segnala La Stampa, però, la situazione è critica soprattutto per le sale cinematografiche, che tra incassi a picco e uscite rinviate a date da destinarsi, vedono bruscamente interrotta la tendenza positiva registrata dal mercato lo scorso anno e nelle prime settimane del 2020.
Lo scorso weeekend «il box office ha lasciato sul terreno il 44% rispetto a una settimana fa, perdendo 4,4 milioni di euro (e 2,4 milioni sull’analogo fine settimana del 2019). Particolarmente critico il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali: -673mila euro rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa».
A Milano gli esercenti dei locali hanno chiesto aiuto al sindaco per paura che il blocco delle attività fosse reiterato: il centro studi della Federazione pubblici esercenti, come riportato da La Repubblica, «stima in questi giorni una perdita per tutti i pubblici esercizi della città (discoteche, bar, ristoranti, tutti i pubblici esercizi coinvolti, tra chiusure serali e diminuzione di clientela) di 3 milioni di euro al giorno».