Lavi le mani con tutta la perizia del mondo, poi allunghi le dita e chiudi il rubinetto. Ecco, hai rovinato tutto, toccando una superficie non igienizzata a lavaggio concluso. Sono dettagli come questo a fare la differenza quando parliamo di regole di igiene personale, soprattutto ora per il diffondersi del coronavirus. Vediamo perché.
Le mani, destinate a tutti i contatti normali che si generano in una giornata standard, sono un ricettacolo di germi. «Impossibile quantificare quanti microrganismi transitino su di esse, ma è risaputo che siano un veicolo intermedio per moltissime patologie», spiega il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi. «Una quota rilevante è di batteri non patogeni: è naturale e normale che ci sia una contaminazione batterica sulle mani come su tutta la nostra cute. Ma il contatto con superfici infette porta anche virus e microrganismi patogeni, che possono replicarsi e sopravvivere sulle mani. Il COVID-19 pare riuscire a resistere alcune ore, con una riduzione nel tempo della carica virale – e quindi del rischio».
La nostra pelle è uno scudo molto efficace, ma il problema è il contatto delle nostre mani con le mucose, “porte d’accesso” al nostro organismo. «Per questo si consiglia di non toccare naso, bocca e occhi. Mucose e cornea hanno una capacità protettiva molto inferiore rispetto alla cute», spiega l’esperto. Uno studio del 2015, condotto dall’équipe di epidemiologia e controllo delle malattie infettive all’Università del New South Wales a Sydney, Australia, ha documentato il numero allarmante di volte in cui tocchiamo la nostra faccia. In media, 23 volte all’ora. Il 45% del contatto riguarda occhi, naso o bocca, proprio le aree d’ingresso più comode per virus & co.
Proprio il coronavirus cinese ha riportato in primo piano il consiglio basilare per limitare in modo significativo il passaggio dell’infezione: lavarsi le mani, spesso e bene. La questione è diventata un fenomeno di massa. Sui social spopolano meme, battute e video educational sul lavaggio delle mani, inclusi suggerimenti su brani da ascoltare durante l’operazione di pulizia.
Considerato un gesto di assoluta banalità, il lavaggio accurato delle mani ha, invece, le sue regole. Il dottor Pregliasco spiega come compiere un efficace rituale del lavaggio: «Non serve arrivare all’igienizzazione chirurgica, quella che compiono i medici in sala operatoria. Ma perché sia efficace, bisogna rispettare uno schema». Mettiamo in conto un minuto di tempo in totale – circa – e una dozzina di lavaggi al giorno – se consideriamo una routine normale, fatta di mezzi pubblici, frequentazione di uffici o locali.
1. Il pre-lavaggio
Le mani devono essere inumidite con acqua tiepida, perché rispetto a quella fredda ha una maggiore azione sgrassante sul biofilm, lo strato di grasso che ricopre la pelle e al quale rimangono adesi virus e altri microrganismi.
2. La frizione con il sapone
«Solo questo passaggio deve durare 40 secondi», spiega Pregliasco. «L’azione tensioattiva del sapone fa scivolare via tutto il biofim ed limina i germi». Sulle mani umide, si spalma il sapone e si friziona. Attenzione a curare particolarmente ogni parte della mano. Il palmo e il bordo esterno del palmo e delle dita, innanzitutto. Poi gli spazi interdigitali: spessissimo tralasciamo quelli tra il 4o e il 5o dito, ma tutti sono importanti e vanno frizionati a dovere. Altra parte spesso dimenticata è quella superiore. Quanto alla punta delle dita e alle unghie, l’indicazione è di curarle particolarmente: «Nel lavaggio chirurgico si usa lo spazzolino, ma non è necessario arrivare a tanto», spiega Pregliasco.
3. Il risciacquo
Finiti i 40 secondi di lavoro con il sapone, si esegue un risciacquo attento per eliminare ogni residuo, e una asciugatura altrettanto accurata. «In questa fase è bene non commettere errori classici: chiudiamo l’acqua usando un fazzolettino o il gomito, non con la mano appena lavata. Il contatto con la leva del rubinetto o la maniglia della porta, o con altre superfici del bagno, se avviene subito dopo il lavaggio delle mani le può contaminare immediatamente e rende vano tutto il lavoro fatto».
Quando lavare le mani
Visto il come e il quanto, resta solo il quando. Alcuni momenti della giornata sono delicati: è fondamentale lavarsi le mani prima di toccare del cibo, prima di mangiare o ingerire o somministrare farmaci; prima di medicare una ferita; prima di maneggiare le lenti a contatto. Importante farlo anche dopo aver starnutito o tossito, soffiato il naso, cambiato un pannolino, maneggiato la spazzatura o denaro contante. Tutte le superfici esposte a contatti “pubblici” come i mezzi, i corrimano, le porte dei locali e le superfici delle sale d’aspetto, sono potenzialmente non igienizzate.
La soluzione fai-da-te
Se non si ha a disposizione un lavandino e un detergente per 12 volte al giorno (il numerp minimo di volte in cui dovremmo lavarle), i famigerati gel sono una efficace alternativa. «Hanno una azione inferiore: per fare una completa disinfezione andrebbero usati dopo il lavaggio», specifica Pregliasco, «ma è superfluo se si è seguito bene lo schema illustrato. Basta un buon lavaggio. Se li si usa, meglio scegliere gel con almeno il 60% di alcol o l’1% di cloro. Attenzione alle salviettine solamente detergenti, perché sono meno efficaci».
Anche a casa si può preparare la soluzione disinfettante. Gli ingredienti sono: alcol etilico a 96 gradi (per intenderci, quello che si usa per fare i liquori), acqua ossigenata, glicerolo e acqua distillata. La procedura è molto semplice, l’abbiamo preparata anche noi.
Lo smartphone
Capitolo importante è lo smartphone, vero ricettacolo di batteri sia sullo schermo sia nei bordi della cover, se la si utilizza. Basta pochissimo per pulire il telefono: un normale detergente per vetri e un panno umido. Si può anche usare l’alcol etilico al 70%, che elimina i germi completamente.
La crema per le mani
A furia di lavare e lavare, le mani possono anche risentirne: «L’uso ripetuto del gel e dei saponi troppo aggressivi porta a una disidratazione della cute. Bisogna reidratare con creme apposite, proprio per mantenere efficace l’effetto barriera. La protezione garantita dalla pelle è data anche dalla secrezione grassa della cute, se le spezziamo via completamente non va bene», conclude il medico.