Forse non tutti i meme sono così sottili e raffinati. Magari qualcuno sconfina nel volgare. Ma è pur vero che ci hanno sempre detto che ridere fa bene alla salute e rafforza le difese immunitarie, e quindi lo spirito di sopravvivenza che si è scatenato intorno al temuto Coronavirus sembra essere oggi più catartico delle tanto agognate mascherine. I meme che stanno letteralmente invadendo i profili social e che, con un regolare “cinguettio”, svegliano le assopite chat sono davvero esilaranti: imitazioni e riferimenti goliardici che in un click diventano virali e infiammano l’ilarità sociale.
«Non passa giorno che non ne vediamo o condividiamo uno. Lo fanno tutti e la viralità dei meme è ormai altissima: ce ne sono alcuni che fanno letteralmente milioni di condivisioni e in fondo è questo il loro scopo», spiega Alessandro Dal Lago, esperto di comunicazione e linguaggi massmediali, «su Twitter, ad esempio, quasi nessuno si era accorto fino a tre settimane fa dell’esistenza dell’account Amuchina Official, ma grazie al Covid-19 ha collezionato in una sola ora più di 3mila like alla semplice battuta “Salve, qualcuno mi cerca?”. Il grido, forse blasfemo,“Forza Milano, alzati e fattura” ha fatto il giro di tutta Italia grazie agli autori del Milanese Imbruttito, Tommaso Pozza, Marco De Crescenzio e Federico Marisio. In questo momento in cui tutti, o quasi, siamo costretti a casa per tutelare la nostra salute, sketch e vignette diventano il nostro momento di pausa e divertimento».
In questo modo, pur nella sfortuna di condividere una “sciagura”, tutta l’Italia si sente unita, e persino i modi di dire e le forme dialettali diventano popolari in regioni che non sono le nostre: «La Lombardia è certamente la Regione più colpita e in difficoltà ma anche quella che ha mostrato il più alto tasso di creatività», sottolinea l’esperto, «il primo memorabile meme e forse anche l’immagine più condivisa è stato l’affresco dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Quello senza commensali però e accompagnato dalla scritta “Qui a Milano stiamo esagerando”. Certo, erano i primi giorni e solo ora sappiamo che non si stava affatto esagerando. Ma la satira-epidemica-nazionale partita dal lombardo-veneto è davvero una fonte infinita di ispirazione» continua Dal Lago. E non si è fatta attendere la risposta romana: “Ma quindi…non ho capito, mò entramo in quaresima o in quarantena?” e ancora “A Roma Stamo tranquilli, c’avemo tre livelli de quarantena: er raccordo, e fermate daa metro e quelle dei bus. Er virus more de vecchiaia” e poi (per sorridere ancora un po’) “A forza de lavamme le mani so riapparsi gli appunti de l’esami de maturità“.
Il sarcasmo, in tempi di Covid-19, non ha risparmiato nemmeno Papa Francesco: “Ecco che cosa voleva dirmi la cinese!” si legge nel meme che ritrae il pontefice mentre “bacchetta” la turista per la troppa veemenza con cui lo ha salutato. Ma è il premier Giuseppe Conte ha fare incetta di meme e a vincere la medaglia d’oro, anzi le medaglie d’oro, per i più simpatici.
Insomma, ai tempi dei social l’emergenza Coronavirus si esorcizza con l’ironia e si ritrova vittima della satira. «I fotomontaggi creati ad hoc, i richiami alla politica, alle serie tv e alle opere d’arte più famose ci fanno compagnia e ci aiutano a trascorrere più serenamente le nostre giornate», conclude l’esperto, «sono anche i meme che ci faranno uscire indenni da questa disavventura perché è solo sorridendo e stemperando l’allarmismo che riusciamo a non farci contagiare dal panico. È questo il messaggio di cui abbiamo bisogno oggi».