È successo di punto in bianco. Una mattina mi sono svegliata e non è più stato strano che fossero già le 8. Che la scrivania mi aspettasse di fianco al letto alle 9. Che alle 13 fossimo tutti assieme a pranzo. E che alle 19 stessi video-chattando con mia madre sul menu di Pasqua. Questo presente distopico, straordinario, eccezionale è divenuto normalità. Di colpo. L’abitudine, quel meccanismo di difesa del nostro cervello nemico di ogni rivoluzione ma amico della sopravvivenza, ha vinto di nuovo.

Mentre mi chiedo se sarò in grado di tornare alla normalità, quella di prima, un WhatsApp della prof di pianoforte delle mie figlie mi regala una nuova prospettiva: «Le lezioni di teoria continueremo a farle in video-chiamata anche dopo: ho scoperto che sono più concentrate». E allora mi sono chiesta: cos’è che ho scoperto io, in questa nuova normalità, che magari sarà utile anche dopo? Vediamo…

Ho scoperto che di pasti pronti non si muore. Milioni di mamme e papà lavoratori questa scoperta l’avevano già fatta. Eppure nel mio retrocranio riscaldare dei bastoncini di pesce è sempre stata l’anticamera dell’inferno dei cattivi genitori. Oggi sono diventati la soluzione al duplice pasto quotidiano, l’unica che riesce a portare in tavola anche Lui. Penso che con i surgelati non ci lasceremo più.

Ho scoperto quanto è brutto sudare in salotto, saltando a intervalli di 20 secondi sul tappetino. Mai più dirò che, a correre per le strade di Milano, l’aria non si muove. Oggi lo so che effetto fa l’aria che non si muove.

Ho scoperto che le mie figlie sono capaci di tante cose: mettere assieme un pranzo, rifarsi il letto, tenere a mente il programma delle lezioni. Non lo sono diventate adesso. Erano già capaci, se mai le avessi lasciate fare…

Ho scoperto quant’è bello guardare un film alla sera. Siamo stati utenti dormienti di almeno due piattaforme di streaming. Ogni volta che si pensava di vederne uno, l’intento abortiva nel processo di scelta di un titolo che andasse bene a tutti. Oggi a turno, ciascuno di noi decide il film. Ne abbiamo visti 25 in un mese.

Ho scoperto che gran parte di ciò che ho realizzato nella vita lo devo al fatto di non sapere dove siano riposte le scope, le spugne e i detersivi. Non si discute mai abbastanza di quanto sia determinante (e quindi discriminante) potersi permettere un aiuto in casa ai fini della carriera, del rapporto con i figli e della felicità di coppia. Prometto che non lo dimenticherò più.