Sono i più fragili, quelli che, se contagiati dal coronavirus, hanno il rischio maggiore di andare incontro a complicazioni. I malati cronici sono vittima due volte dell’emergenza di questi mesi, al bivio tra la necessità di preservare una salute già precaria, restando a casa più degli altri, e quella di continuare le terapie di sempre. A travolgerli da subito, è stata la sospensione di tutte le visite non urgenti: nell’Italia dell’emergenza i controlli e gli esami non rinviabili si fanno solo su appuntamenti scaglionati, per tutto il resto c’è il telefono.

«Per rimediare sono state prese le prime contromisure» dice Maria Teresa Bressi, responsabile coordinamento associazioni di malati cronici di Cittadinanzattiva. «I piani terapeutici in scadenza sono stati prorogati d’ufficio per 90 giorni. In questo modo chi aveva fissato in queste settimane l’appuntamento con lo specialista per il rinnovo della terapia può rimandare e continuare a prendere i farmaci di sempre. Alcune Regioni hanno prorogato anche la scadenza delle forniture di dispositivi medici come cateteri o strisce per la glicemia e, per chi ha problemi a ritirarli, le farmacie offrono la distribuzione gratuita a domicilio».

24 milioni di italiani hanno almeno una malattia cronica. 12,5 milioni ne hanno anche più di una (fonte: Osservatorio nazionale sulla salute)

Se si fanno terapie salvavita o complesse, purtroppo, non si può evitare di recarsi nelle strutture sanitarie. Negli ospedali, però, sono stati creati percorsi “Covid-free”. Ecco le strategie da adottare per le patologie più gravi e diffuse.

Diabete: con la teleassistenza si controlla la glicemia

«Gli ultimi dati, sebbene provvisori, smentiscono che chi ha il diabete sia più a rischio di essere contagiato. Purtroppo, soprattutto chi presenta anche insufficienza renale e malattie cardiovascolari, è più esposto a complicanze» spiega Paolo Di Bartolo, presidente dell’Associazione medici diabetologi (Amd). «Ora più che mai è necessario mantenere la glicemia sotto i valori limite: va controllata più spesso e, se necessario, va modificata la dieta. Bisogna fare movimento 3 o 4 volte a settimana per 30 minuti, meglio in casa, ma se lo spazio manca si può passeggiare, purché entro 200 metri dall’abitazione».
Le visite di controllo vengono sostituite per ora da consulti telefonici. «Diversi centri stanno già praticando un protocollo di teleassistenza. Molti pazienti usano dispositivi di ultima generazione per la misurazione, che inviano i dati direttamente al diabetologo, mentre chi ha quelli tradizionali deve annotare i valori ogni giorno e restare in contatto con lo specialista».
Se serve aiuto Amd e Società italiana di diabetologia hanno attivato il numero 800942425, tutti i giorni dalle 10 alle 18, per rispondere a tutti i dubbi.

Cardiopatie: attenti a non interrompere i farmaci

Uno studio circolato nelle scorse settimane ipotizzava che l’assunzione di alcuni comunissimi antipertensivi, Ace 2 inibitori e i sartani, potesse favorire la diffusione del virus nell’organismo. «Si è scoperto che per entrare nelle cellule il virus si serve del recettore Ace 2, lo stesso implicato nel meccanismo di azione dei farmaci» spiega Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia. «Ma ciò non dimostra nulla. Per quanto ne sappiamo ora, i medicinali potrebbero persino avere un effetto positivo. Sospenderli o sostituirli ora è invece pericoloso».
Anche perché la prima raccomandazione per i cardiopatici è proprio quella di continuare le terapie, visto che la patologia li rende più vulnerabili. «Nel 20% dei casi la tempesta infiammatoria provocata dal Covid interessa anche il cuore e può provocare complicanze come miocardite e aritmie» spiega lo specialista.
Se serve aiuto Se hai sintomi preoccupanti come dolore al petto, costrizione e sudorazione chiama il 118: i Pronto soccorso hanno percorsi “anti contagio”. «A marzo abbiamo registrato un calo del 50 per cento dei ricoveri per infarto e scompensi. È gravissimo: per ogni minuto di ritardo sale il rischio di mortalità» avverte il medico.

Malattie oncologiche: serve una protezione in più

Ai malati oncologici il ministero della Salute raccomanda di mantenere la distanza anche con i conviventi, dormendo se possibile in stanze separate. «I più vulnerabili sono i malati già indeboliti per la progressione della malattia e chi è sotto terapia. Bisogna prestare attenzione soprattutto nei primi giorni dopo il trattamento» spiega Maurizio Mineo, oncologo e direttore sanitario dell’Ant. «È anche bene tenere pronta la cartella clinica e i documenti con le cure seguite, per consegnarle subito ai sanitari in caso di infezione».
Chi segue terapie salvavita deve continuare ad andare in ospedale, ma per semplici esami di routine o cure di supporto, diverse associazioni sul territorio offrono assistenza specializzata a domicilio, la più diffusa è l’Ant (ant.it).
Se serve aiuto Trovi gli enti che offrono aiuto su favo.it/coronavirus. Per info e consulenze su aspetti anche di vita quotidiana c’è la helpline dell’Associazione italiana malati di cancro (tel. 3755904047 e 3408472343, lun-ven, 9-19).

Demenze: ci sono terapie da seguire a casa

«Le persone con demenza non sono più a rischio Covid dei loro coetanei. Ma dobbiamo misurare loro la febbre se hanno comportamenti strani: loro non sanno dirci se stanno male» è il consiglio di Antonio Guaita, direttore della Fondazione Golgi Cengi, che studia l’invecchiamento cerebrale. «I centri di cura lavorano a distanza e le terapie farmacologiche possono proseguire normalmente, ma se sono sospese le sedute di riabilitazione cognitiva meglio non intestardirsi nell’imporre esercizi fuori contesto. Se il familiare è in una fase iniziale della malattia, va coinvolto in attività quotidiane consuete per stimolare l’attività cognitiva, come cucinare, vestirsi, guardare foto. L’obiettivo è cercare una nuova routine senza stress».
Se serve aiuto Per gestire le emergenze sono al lavoro associazioni in tutta Italia, su facebook.com/alzheimer.it trovi le iniziative. C’è poi il servizio di info e assistenza della Federazione Alzheimer (02809767 lun-ven, 13,30-15,30, [email protected]). Su alzheimer.it/to_attivita_covid_19.html il decalogo per gestire il paziente a casa.

Sclerosi multipla: certe cure vanno rimandate

«Molte delle persone con sclerosi multipla assumono farmaci immunosoppressori. Servono a tenere a bada il loro sistema immunitario affinché non aggredisca l’organismo. Ma proprio queste cure le rendono più deboli in caso di contagio» spiega Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione italiana sclerosi multipla. Nonostante i possibili rischi, è però impensabile sospendere le terapie. «Ogni caso va valutato con il proprio neurologo. Chi sta per iniziare ora le cure o stava per passare agli immunosoppressori, può spostare l’inizio di qualche settimana. Nel frattempo, per tutti è imposta la massima cautela» chiarisce Battaglia.
I centri di cura restano attivi, ma sono accessibili solo per le urgenze o per le infusioni. La riabilitazione a domicilio va sospesa. Per conoscere meglio l’impatto del virus sui malati è nata MuSC-19, una piattaforma di raccolta dati che sarà utilizzata dai centri sclerosi multipla italiani e internazionali.
Se serve aiuto L’Aism è in contatto con i centri di cura: chi ha difficoltà a reperire farmaci, fare infusioni a domicilio o ricevere ausili, può chiamare l’800803028. Per non interrompere le attività motorie, alcuni video tutorial sono su aism.it.

Tre servizi utili in questo momento

1.
Per i malati di Parkinson
Confederazione Parkinson Italia Onlus, e Careapt, start up del gruppo Zambon, hanno messo a punto ParkinsonCare, servizio gratuito di teleassistenza infermieristica specializzata. Basta chiamare il numero 0221079997 o
inviare una mail a [email protected]. Per dubbi e domande, i neurologi della Fondazione Limpe rispondono invece al numero verde 800146599 o via chat su fondazionelimpe.it.

2.
Per chi soffre di dolore cronico
Per una consulenza medica e psicologica gratuita si può scrivere a isal@fondazione isal.it o compilare il form sul sito www.fondazioneisal.it. E si viene ricontattati dagli esperti della Fondazione.

3.
Per i malati di sclerosi multipla
Amica Mya, l’assistente virtuale per le persone malate di sclerosi multipla, fornisce informazioni su malattie e centri di cura, dà consigli sulla vita quotidiana, suggerisce attività di rilassamento e ginnastica dolce. Funziona via chatbot (dal sito ContestoMS.it) o con gli smart speaker Google Home e Amazon Echo.

Il rebus del certificato per il congedo

Il decreto Cura Italia prevede che fino al 30 aprile i lavoratori affetti da gravi patologie possano lavorare in smart working, con diritto di priorità sui colleghi. Chi ha disabilità gravi o patologie oncologiche, è immunodepresso o sta seguendo terapie salvavita può chiedere un congedo di malattia equiparato al ricovero ospedaliero.

«La norma prevede che il periodo di assenza dal servizio sia giustificato da una condizione personale di rischio certificata dai competenti organi medici legali e sia prescritto dalle autorità sanitarie» spiega Elisabetta Iannelli, vicepresidente Aimac. «Chi ha un handicap grave riconosciuto non ha bisogno di questa doppia attestazione, ma per gli altri ci sono molte difficoltà a contattare i medici delle Asl o i medici aziendali. Per semplificare l’iter sono allo studio altre possibili soluzioni. Nel frattempo, si può provare a chiedere la certificazione al proprio medico oppure a quello dell’azienda, al quale però bisognerà portare documenti che attestino le proprie condizioni di salute».