Lo scorso weekend è stato annunciato l’arrivo di «milioni» di mascherine per il mercato italiano. «Tutte le regioni avranno mascherine per medici, operatori sanitari e malati», ha detto il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. «A partire dalla settimana successiva – ha aggiunto – contiamo di dare a tutti gli italiani i dispositivi di protezione individuale». Le mascherine sono uno strumento di primaria importanza, ma su di esse si sono create confusione (chi deve indossare quale mascherina, e quando?) e polemiche (per i troppi medici e operatori sanitari sprovvisti di protezione e impegnati in prima linea negli ospedali).
Facciamo chiarezza sul corretto utilizzo dei diversi tipi di mascherina con l’aiuto del dottor Saverio Chiaravalle, responsabile Pronto Soccorso dell’IRCCS Policlinico San Donato, e del vademecum stilato dallo stesso ospedale (a cura del dottor Giuseppe Gallo dell’Ufficio Qualità e della dottoressa Silvia Aluffi, operatore sanitario).
«La base è questa: per evitare il contagio bisogna proteggersi dal droplet, le goccioline di saliva sospese nell’aria che emettiamo con il respiro, la tosse, gli starnuti», spiega il dottor Chiaravalle. «La mascherina chirurgica evita la dispersione del droplet in uscita e fa da filtro in entrata, mentre quelle professionali, FFP2 e FFP3, hanno un filtro di protezione in entrata. Sono indicate per uso estremamente specialistico, per gli operatori che vengono a contatto con pazienti malati».
Vediamo il vademecum stilato dagli esperti.
Mascherine: quando servono nella vita “normale”
Vanno indossate quando è difficile mantenere la distanza di sicurezza con le altre persone. Usarle mentre si cammina, da soli lungo una strada deserta, o mentre si guida, è assolutamente inutile. «Indossare la mascherina», specifica Chiaravalle, «non significa essere liberi di trasgredire alle altre regole: il distanziamento di 1-2 metri va comunque mantenuto».
Mascherine chirurgiche: come usarle
È consigliato l’utilizzo delle mascherine chirurgiche per coloro che presentano sintomi come tosse o starnuti; per i lavoratori impegnati in attività di prima necessità con il pubblico, che hanno per esempio contatto con beni alimentari.
Il loro utilizzo permette di bloccare la diffusione delle goccioline dalla bocca o dal naso, proteggendo chi le indossa e le persone che sono nelle vicinanze. «In pronto soccorso, al triage», spiega il medico, «noi facciamo indossare subito una mascherina chirurgica e dei guanti al paziente. In questo modo protegge se stesso e gli altri. Lo stesso vale per la persona comune che va a fare la spesa o in farmacia: se può indossare una mascherina chirurgica, bene. Peraltro, averla sul viso ci porta anche a toccarci meno di frequente la faccia, gli occhi e il naso con le mani. Una buona cosa, visto che è così che il virus entra nelle nostre mucose e nel nostro corpo».
Mascherine FFP2 e FFP3: perché non servono ai cittadini
«Le mascherine conosciute con le sigle Ffp2 e Ffp3, se usate correttamente, filtrano circa il 92% e il 98% (rispettivamente) delle particelle», dicono gli esperti del Policlinico San Donato. Ma questo livello di protezione vale solo per chi le indossa. La valvola di queste mascherine è monodirezionale: filtra l’aria che entra dentro la maschera, non quella che esce. Sono riservate ad uso professionale. Come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono in uso agli operatori direttamente a contatto con pazienti positivi a una malattia infettiva, che svolgono azioni che potrebbero generare aerosol (come procedure di intubazione ed estubazione, assistenza a pazienti intubati, broncoscopie, broncolavaggi).
«Tralasciando il fatto che sono contingentate anche per l’uso sanitario, e quindi difficilmente reperibili per il pubblico, non servono alle persone comuni», spiega il dottor Chiaravalle.
Come si indossano le mascherine
Usarle male è peggio che non usarle affatto. Se tocchiamo la mascherina mentre la indossiamo, oppure la portiamo al collo, la mettiamo e togliamo in continuazione, perde di efficacia. «Addirittura rischiamo di aumentare il rischio di contaminazione perché può essere fonte di infezione a causa dei microrganismi che si sono depositati sopra», spiega il vademecum.
Per indossare e rimuovere correttamente la mascherina chirurgica bisogna:
- prima, lavare le mani con acqua e sapone o con un disinfettante a base alcolica;
- assicurarsi che il lato corretto della mascherina, solitamente bianco in quelle colorate, sia rivolto verso l’interno;
- far aderire bene la mascherina al viso e stringere il bordo superiore rigido intorno al ponte del naso e accertarsi che copra viso e bocca e che il bordo inferiore sia sotto il mento;
- evitare di toccare la mascherina mentre la si utilizza.
Come si tolgono
Anche nel togliere la mascherina servono attenzioni.
- mai toccare la parte anteriore, che potrebbe essere contaminata;
- slegare i lacci o le fasce;
- togliere la mascherina gettandola in un contenitore chiuso;
- lavare molto bene le mani.
Le mascherine si possono riutilizzare?
Le mascherine chirurgiche non andrebbero riutilizzate, ma è chiaro che non essendoci disponibilità sul mercato, diventa obbligatorio il riutilizzo. L’ideale sarebbe spruzzare una soluzione idroalcolica al 70% su tutta la superficie e lasciarla evaporare completamente in luogo protetto, per almeno 30 minuti.