«Volevo darvi delle informazioni con la mia voce, perché in un momento di grande caos si ha bisogno di dati, di scienza. E come pediatra mi sento in dovere di farlo». Inizia così uno dei messaggi Whatsapp più circolati nelle scorse ore nelle aree del Nord Italia dove sono scoppiati i casi italiani di Coronavirus. L’ha registrato la pediatra Lorenza Crippa, che lavora in alcuni comuni confinanti con Milano come Gessate, Cambiago e Pessano con Bornago, ed è un messaggio che vuole rassicurare i genitori e dare informazioni utili per orientarsi in questi giorni delicati.
Alcuni messaggi sono inutilmente allarmistici, altri invitano alla calma
Purtroppo non è l’unico a circolare: ce ne sono anche molti altri ben più allarmistici. Come quello della donna che sostiene di avere «un’amica con il marito che lavora in Regione» e che lancia l’allarme: «Il virus è fuori controllo», invitando chi la ascolta a fare scorte al supermercato perché «tra lunedì e martedì metteranno in quarantena Milano e chiuderanno i negozi per un mese».
Un altro messaggio, sempre registrato da una donna, preannuncia i provvedimenti presi sempre in sede della Regione Lombardia per contrastare l’avanzare del virus, invita a evitare i luoghi affollati e soprattutto a non cedere al panico, intasando ad esempio il 1500, il numero predisposto dal Ministero della Salute, per chiedere informazioni generali (in quel caso è meglio chiamare il 112 e farsi reindirizzare a seconda dei casi).
Seppure tra confusione e polemiche, non mancano le fonti aggiornate e autorevoli
Una cosa che viene spesso ripetuta in questi messaggi, è di non fidarsi «di quello che scrivono i giornalisti». E, in effetti, sono state tante le critiche mosse al modo i cui molti giornali e media italiani hanno coperto l’esplodere del Coronavirus nel nostro Paese: troppo sensazionalismo e poca chiarezza, soprattutto in tv. Ci sono, però, molti casi di ottima informazione: è il caso de La Stampa, che ha tolto il paywall sui contenuti che parlano del virus, rendendoli così disponibili a tutti e non solo a chi è abbonato al quotidiano torinese.
Ci sono poi gli esperti, ma come in questi giorni protagonisti di interviste e anche polemiche. Si pensi, ad esempio, allo “scontro” a distanza tra Roberto Burioni e Maria Rita Gismondo, direttore responsabile del laboratorio di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, che hanno espresso due posizioni molto diverse sulle modalità di intervento per arginare il virus. Per Burioni le misure non erano state abbastanza rigorose, mentre per Gismondo si è creato un panico ingiustificato senza dare le giuste informazioni ai cittadini.
Sempre su La Stampa, la virologa Ilaria Capua ricorda che «esistono, e in questo momento più che mai vanno adottati, strumenti validi per contrastare i virus frapponendo una barriera tra noi e loro. E soprattutto non c’è tempo per fake news o teorie del complotto: questa è un’emergenza sanitaria che non ci riguarda come singoli, ma come comunità e sistema Paese. E noi abbiamo il dovere di essere parte della soluzione e non del problema». Parole utilissime in questo momento.