Stavo terminando l’allestimento di una mostra nello spazio d’arte dei miei bisnonni scultori, che avevo sistemato con tanta fatica per accogliere mostre di artisti, quando è arrivata la notizia che qualsiasi tipo di evento doveva essere momentaneamente sospeso a causa dell’impellente emergenza sanitaria. In quel periodo ancora nessuno di noi capiva davvero cosa stesse succedendo e io ho avvisato del rinvio gli invitati, immaginando si sarebbe trattato di un paio di settimane. Poi, poco dopo, anche lo stage che dovevo iniziare è stato rimandato e questo ha reso il blocco qualcosa di più tangibile.
Aspettavo questo momento da tanto, desideravo potermi mettere alla prova con qualcosa che realmente mi interessasse, dopo la laurea alla Cattolica in lettere e filosofia indirizzo comunicazione e il master in immaginazione applicata alla Central Saint Martins di Londra. Ero convinta di aver trovato il lavoro davvero adatto a me. Invece il virus ha messo in attesa il mio desiderio, che indubbiamente aumenta se vogliamo trovare un lato positivo, ma allo stesso tempo tutto quello che succede blocca e pospone il mio futuro in un tempo, indefinito. Io e mio fratello Eugenio ci sentiamo appesi a un filo e lui lo è sia per lo studio sia dal punto di vista affettivo. La sua fidanzata e gli amici conosciuti durante l’Erasmus, in Olanda, erano appena venuti a trovarci quando le prime tracce del virus sono apparse. Quando li rivedremo? Impossibile dare una risposta a questa domanda. Eugenio deve fare i conti anche con il rinvio del GMAT, l’esame internazionale che consente l’accesso ad università di alto livello e in sospeso c’è anche laurea in Business economics alla LIUC. Eugenio ce l’ha messa tutta per rispettare i tempi accademici, un esame dopo l’altro, uno sforzo che adesso appare inutile.
Capisco la sua frustrazione ma la determinazione che abbiamo avuto fin qui non deve disperdersi in un momento in cui diventa tutto incerto. Non dobbiamo perdere di vista i nostri obiettivi, non dobbiamo mollare, dobbiamo continuare a programmare come se avessimo la possibilità di ricominciare a lottare per il nostro futuro già oggi o domani. Può darsi anzi che questo momento ci serva poi per apprezzare molto di più ogni piccolo dettaglio quotidiano che davamo per scontato, insieme alla libertà di poter faticare per raggiungere mete importanti. Ora disponiamo di tantissimo tempo e anche se è difficile tenere a bada i pensieri e lo sconforto voglio pensare che non è tempo buttato via. Bisogna reagire, sfruttando questo momento così insolito e dargli valore riempiendo questo vuoto con tutto ciò che non avevamo tempo di fare prima, nella vita normale.
(Martina Vittorini)