A qualcuno è già capitato: entrare in un supermercato, magari dopo aver atteso in coda a lungo a causa degli ingressi scaglionati per rispettare la distanza di sicurezza, e poi leggere su un cartello di uno scaffale che la merce esposta non può essere acquistata. A qualcun altro, invece, è toccato fare l’amara scoperta una volta arrivato in cassa: alcuni prodotti non sono in vendita. Perché? «È l’effetto dell’applicazione del decreto con il quale è stata disposta la chiusura di tutte le attività commerciali che non fossero quelle che vendono generi di prima necessità, dunque cibo» spiegano da Esselunga, interessata dal provvedimento anti coronavirus come tutte le aziende della grande distribuzione, le uniche ancora aperte dove poter fare la spesa.
La merce “proibita”
«In questo momento nei nostri punti vendita le categorie escluse dalla vendita sono il tessile, l’intimo, calze e ciabatte, i casalinghi e i giocattoli» spiegano i responsabili di Esselunga. Altre catene di supermercati, invece, hanno escluso anche articoli di cancelleria, come penne, pennarelli, fogli di carta e simili. Non c’è uniformità, quindi, neppure su altri prodotti che non siano gli alimentari, come dvd o prodotti per il giardinaggio. «Per quanto riguarda cartoleria e libri, così come fiori e piante, dopo un primo momento in cui si era pensato di fermarne la vendita si è preferito lasciare la possibilità di acquisto. Restano invece disponibili lampadine e materiale elettrico» chiariscono da Esselunga.
Perché non si può acquistare tutto
I motivi delle limitazioni sono principalmente due: per evitare la concorrenza sleale nei confronti di negozi che ad oggi sono chiusi per decreto del Governo; il secondo è di natura pratica: comprando più merce, i clienti passano più tempo nel punto vendita e causano attese più lunghe in chi aspetta di poter entrare.
«Effettivamente la situazione che si è creata è la conseguenza di quanto prevede il decreto del Governo. È evidente che se si comprano i pennarelli al supermercato perché la cartoleria è chiusa si crea un problema al piccolo negozio. Ma sono situazioni di frontiera che a priori non si possono prevedere e che invece hanno bisogno di chiarimenti. Ciò che colpisce di più è la difformità delle scelte delle aziende. Sarebbe necessario mettere a punto linee guida concordate tra il Governo e la grande distribuzione, sia per evitare eventuali sanzioni in caso di controlli sui prodotti in vendita, sia perché per il consumatore non è piacevole entrare in un punto vendita, vedere esposta la merce, ma non poterla comprare» spiega Marco Bulfon, coordinatore inchieste su prezzi e servizi di Altroconsumo.
La notizia del “blocco” sulla vendita di parte della merce ha disorientato gli acquirenti, creando anche proteste: «Noi vendiamo soprattutto alimentari, mentre gli altri prodotti sono limitati a pochi scaffali, eppure abbiamo ricevuto molte lamentele» confermano dall’azienda.
La reazione dei consumatori
La notizia del “blocco” sulla vendita di alcuni prodotti, infatti, ha disorientato gli acquirenti. Con i negozi chiusi, le grandi catene di distribuzione sono rimaste le uniche dove potersi rifornire, non solo di alimentari, ma anche di oggetti o beni che possano servire in questi giorni nei quali si trascorre molto tempo in casa. Tra l’altro con le scuole chiuse, i bambini possono avere necessità di materiale di cartoleria, come colori, fogli, ecc., per poter scrivere (quando non è previsto si utilizzino le App) o semplicemente per disegnare, specie se si tratta dei più piccoli. Come fare?
«Premesso che si deve favorire l’acquisto di beni di prima necessità e una permanenza la più breve possibile nei punti vendita, per consentire a tutti di entrare, non ha senso limitare la vendita di certa merce: chiunque ha diritto di comprare ciò che trova in esposizione» commenta il presidente nazionale di Adiconsum, Carlo De Masi.
Che dire poi di libri, dvd o cd che sono in vendita anche in molti supermercati e che in questi giorni rappresentano per molti un diversivo tra le mura di casa? «Siamo tutti in casa. Poter acquistare un cd, un libro o materiale per far giocare i bambini può essere utile a trascorrere il tempo in modo più piacevole. Se si trattasse di merce che prima non era in vendita nella grande distribuzione e ora invece è disponibile, approfittando della chiusura dei negozi, potrei capire. Ma è sempre stato possibile acquistarla nella grande distribuzione» conclude De Masi.
L’escamotage: l’acquisto online
Ovviamente per aggirare il divieto è sufficiente procedere agli acquisti online, ad esempio tramite le stesse catene della grande distribuzione, che effettuano le consegne a casa: insieme a pasta, pane e latte, è possibile inserire nella propria lista della spesa anche una pentola o un paio di calzini: «Le regole per il servizio a domicilio non sono cambiate. La limitazione riguarda il punto di vendita fisico» confermano da Esselunga. «Nel commercio online è tutto ammesso, proprio perché non si propone il problema del contatto diretto tra compratori, e tra questi e i venditori» spiega Bulfon di Altroconsumo.
L’altra alternativa è sempre ordinare quanto serve via internet, ma magari su Amazon o sul sito di case editrici se si tratta di libri, ricevendo a casa quanto occorre. In questo caso a essere vanificato è solo il tentativo di salvaguardare i piccoli dettaglianti, già peraltro alle prese con la concorrenza dello shopping online.