L’idea è nata per comodità: creare un gruppo WhatsApp per lo scambio di comunicazioni pratiche. Così 6 donne over 50 – che si conoscono da sempre ma che si vedono solo un paio di settimane all’anno -diventano “Le ragazze del Mercatino”.
In comune c’è Lenola, il borgo laziale affacciato sulla Riviera di Ulisse, dove affondano le nostre radici. Lì ci incontriamo d’estate per andare al mare o a caccia di cianfrusaglie fra botteghe e mercatini, appunto. Il resto dell’anno ci perdiamo un po’, ognuna presa dalla propria vita. Almeno fino all’arrivo del virus. L’epidemia ha trasformato la nostra chat in un salvagente a cui aggrapparci per esorcizzare la paura, condividere dubbi, scambiarci consigli o immagini dei luoghi in cui abitiamo: Fernanda, Paola e Rossella a Lenola, Raffaella a Como, Nicoletta a Roma e io, Carla, a Parigi.
Con i giorni, lo scambio si è intensificato e abbiamo cominciato a cucinare insieme, a leggere insieme, a fare ginnastica, a guardare la televisione e a commentare i programmi insieme. Abbiamo preparato insieme il pranzo di Pasqua e ci raccontiamo le nostre vite professionali e familiari. Diamo consigli alle insegnanti per le lezioni a distanza o accompagniamo nel tragitto in ospedale quella che non può fare a meno di andarci. Da individui siamo passate a essere una comunità in cui si intrecciano personalità, esperienze e vite distinte, ormai “sempre con il telefono in mano”.
Fernanda, da brava maestra, ha assegnato a ciascuna un cuore di colore diverso (il mio è azzurro!) con cui ci diamo il buongiorno e la buonanotte, un’icona perfetta per esprimere come le “mercatine” attraversano il guado in un momento difficile. Insieme ma a un’unica condizione: messaggiare esclusivamente in dialetto per non dimenticare da dove arriviamo.
(Carla Diamanti, collaboratrice di Donna Moderna)
#lenostrevitesospese