Chi ha più il coraggio di dire ai figli: «Spegni il computer!» o «Staccati dallo smartphone!». Ai tempi dell’isolamento sociale le relazioni e lo svago online sono diventati questione di sopravvivenza per la maggior parte dei ragazzi. Se poi anche la scuola si svolge davanti al tablet, ogni tentativo di tenere duro sulle regole da parte dei genitori si svuota di significato e di valore.

Ma è indispensabile e possibile non perdere il filo dell’educazione e del controllo sui nativi digitali di casa. E dipende dagli adulti non lasciare che la distanza tecnologica tra le generazioni diventi incolmabile.

I genitori devono migliorare la loro conoscenza del mondo digitale

La pandemia ha dato una accelerata, ma avere una vita “aumentata” sulle piattaforme che si mescola a quella che si svolge qui, nella realtà tangibile, è già normale per i giovani. E non è detto che sia un male, anzi. Una vita “aumentata” è già nella parola una promessa di allargamento delle opportunità e delle conoscenze. Ma perché diventi davvero un bene bisogna cogliere subito l’occasione di dare concretezza a certi concetti difficili e astratti che aleggiano intorno a noi, per esempio “cittadinanza digitale” o “benessere digitale”.

Per farlo, i genitori e gli educatori devono mettersi in gioco per primi e migliorare la loro conoscenza del mondo digitale, con le sue opportunità e i suoi rischi e tornare a sedersi accanto ai figli che ormai vivono in luoghi lontanissimi, anche se fisicamente sono confinati nella stanza accanto.

Una serie di webinar online

Per i genitori, gli educatori e gli insegnanti che vogliono capire come comportarsi con i ragazzi “persi” dentro la Rete e aiutarli a trasformarla in un’esperienza positiva, può essere utile partecipare agli incontri online gratuiti organizzati da Fondazione Carolina, onlus nata in ricordo di Carolina Picchio (la ragazza vittima di cyberbullismo che si è tolta la vita a 14 anni) con la missione di educare i ragazzi all’uso consapevole del digitale, in collaborazione con il progetto GetDigital di Facebook. Gli incontri si svolgono giovedì dalle 18 alle 19.30 in diretta sulle pagine Facebook di Fondazione Carolina e di Binario F , lo spazio di formazione di Facebook. Non è necessario iscriversi e i webinar restano visibili su entrambe le pagine, a disposizione anche di chi non ha partecipato in diretta.

Il calendario dei 6 webinar gratuiti

  • Webinar 1 (12/11) – La spianata dell’educatore – Una riflessione concreta sui frutti dell’incoscienza e di un basso livello di responsabilità: dal cyberbullismo all’omofobia, dall’hate speech al razzismo.
  • Webinar 2 (19/11) – Il kit del buon internauta – Come affrontare la mancata percezione dei rischi da parte dei più giovani nei riguardi di azioni illecite e illegali.
  • Webinar 3 (26/11) – La palude delle Challenge – Dai selfie estremi alle sfide in Rete che mettono a rischio l’incolumità dei ragazzi.
  • Webinar 4 (03/12) – Il valico dei giochi online – Dalla dipendenza da gaming all’alienazione dei più giovani.
  • Webinar 5 (10/12) – Il ghiacciaio degli istinti – Come gestire la propria immagine intima online. A cosa può portare la trasgressione e il superamento dei limiti.
  • Webinar 6 (17/12) – L’isola che non c’è – Il tema della corresponsabilità per poter trasmettere dei veri messaggi educativi.

Cosa si impara

Partecipare in diretta ai webinar è importante perché il momento del confronto è il più proficuo. «Gli incontri si aprono sempre con una relazione del tema a cura di esperti» spiega Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina. «Ma non si tratta solo di una lezione teorica. Con questi incontri vogliamo dare la sveglia a genitori e insegnanti affinché riprendano in mano il loro ruolo di educatori, diano regole ai figli e a se stessi, per essere d’esempio prima di tutto con i loro comportamenti. Ci saranno quindi molti consigli concreti. Per esempio, nell’incontro “Il kit del buon internauta” di giovedì 19 novembre, due avvocati hanno il compito di far capire ai genitori che i loro figli non rischiano solo di diventare vittime ma che, a loro volta, possono facilmente infilarsi nei panni del bullo. E rimanere coinvolti in guai legali perché oggi le leggi che regolano il cyberbullismo ci sono: se insulto in chat è diffamazione, se metto un like e condivido un insulto sono corresponsabile, se durante una lezione in Dad fotografo il docente e metto in chat l’immagine, magari modificata, non è una semplice bravata. Per non parlare di reati più gravi com il revenge porn». È quindi chiaro che, nell’ora e mezza a disposizione, la parte relativa alle domande da rivolgere agli esperti è la più pregiata. Per questo è possibile anticipare i propri interrogativi sulle pagine Facebook dei webinar, in modo che gli esperti arrivino già orientati sulle richieste dei partecipanti.

Una guida da scaricare subito

Sempre per rispondere ai dubbi dei genitori che in questi mesi si stanno moltiplicando, la Fondazione Carolina ha anche messo a disposizione gratuitamente la “Guida Minori Online” che si può scaricare qui

Anche questo è uno strumento utile per capire come funzionano i principali social, qual è l’età minima per l’iscrizione, quali sono i rischi e le opportunità. Per avere una panoramica sui videogame online più diffusi e sulle chat di gruppo che stanno spopolando. Ci sono poi le norme giuridiche riferite all’attività online. Infine, un glossario per facilitare la consultazione e capire le nuove parole del digitale.

Get Digital, un progetto per diventare cittadini digitali

L’età dei ragazzi che passano molto tempo online è sempre più bassa. Spesso ottengono lo smartphone già a 10 anni perché “ce l’hanno tutti” o addirittura perché i genitori pensano ancora che si tratti di un semplice telefono, utile a tenerli a portata di squillo quando conquistano le prime autonomie alle scuole medie. «Però non si potrebbe avere un profilo social prima dei 14 anni, e un motivo c’è» spiega Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina. «Per esempio, oggi il sexting, cioè lo scambio di messaggi e foto a sfondo sessuale, riguarda ragazzini sempre più piccoli, di 11, 12 anni che non hanno la minima cognizione del fatto che le loro immagini intime possono essere condivise senza controllo. Del resto, i casi di cronaca dimostrano che nemmeno gli adulti ne hanno un’idea chiara».

Per aiutare adolescenti, preadolescenti ma anche adulti a diventare utilizzatori consapevoli della Rete, Facebook ha portato anche in Italia il progetto internazionale Get Digital (attenzione, non si tratta di una pagine social, non lo troverete digitando il nome su Facebook ma attraverso un motore di ricerca sul web). È destinato ad adulti, insegnanti e ragazzi che qui trovano schede esplicative e brevi video, tutto in italiano. Gli adolescenti hanno un’area dedicata e possono navigare in modo autonomo, esplorando anche link a progetti di coetanei di altri paesi, in inglese, sui temi della cybersecurity. Per gli insegnanti, invece, c’è un “pacchetto di lezioni di base” per aiutarli a introdurre tematiche digital con i loro studenti, da cos’è un algoritmo a come valutare le fonti online.