«Probabilmente per il 99% di voi il mio problema rimarrà solo il MIO problema, ma forse l’1% deciderà di andare dal dottore per farsi vedere quello strano brufolo che non va più via». Così, sui propri profili social, Valentina Ferragni, alias la sorella minore di Chiara, influencer anche lei.
Il messaggio della Ferragni Junior, però, questa volta non ha lo scopo di pubblicizzare nulla se non di esortare alla prevenzione e alla cura della propria salute. Il messaggio, infatti, era accompagnato da una foto del suo volto, con una cicatrice sulla fronte in bella mostra. Si tratta del segno lasciato da un intervento per rimuovere quello che sembrava un piccolo brufolo, ma probabilmente nascondeva un basalioma (sarà la biopsia a confermarlo o meno), ossia un tumore della pelle.
Cos’è il basalioma
Ma cos’è, esattamente, un basalioma? Si tratta della definizione più breve di carcinoma baso-cellulare, cioè un tumore della pelle che deriva dai cambiamenti delle cellule basali, che sono quelle situate nello strato più profondo dell’epidermide. È quindi un tumore a tutti gli effetti, anche se meno aggressivo rispetto, per esempio, al melanoma.
Un tumore senza metastasi
«Esatto, è un tumore vero e proprio, ma ha un’aggressività solo locale e l’asportazione chirurgica o un altro eventuale trattamento consigliato in genere è risolutivo. È importante chiarire che non dà metastasi, come invece può accadere con i melanomi, ma bisogna comunque fare attenzione: tra tutti i tumori che possono coinvolgere gli organi umani, è in assoluto il più frequente e rappresenta l’80% dei cosiddetti Non Melanoma Skin Cancer, quindi le neoplasie della pelle che non siano melanomi» spiega Alessandro Annetta, specialista dermatologo presso la Asl di Latina, dove è anche consulente della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, e responsabile dell’ambulatorio di Dermatologia oncologia dell’ospedale Goretti.
A rischio chi ha la pelle molto chiara
Il carcinoma baso-cellulare è più frequente nelle persone con carnagione bianca e, tra i fattori di rischio, c’è senz’altro una esposizione prolungata ai raggi solari: «È più probabile che si presenti in età matura e avanzata, in particolare in coloro che, per motivi di lavoro, sono stati molto esposti al sole con viso, mani e braccia. Qui a Latina, per esempio, c’è un’altissima incidenza dovuta a ragioni storiche e sociali: dopo la bonifica dell’Agro pontino negli anni ‘30 arrivarono molti lavoratori dal nord, specie da Veneto e Friuli, per coltivare la terra resa disponibile. Si trattava di persone con la carnagione e i capelli chiari, che per lavoro rimasero molto esposti al sole e per lungo tempo. Questa zona non a caso è chiara la “piccola Australia”, perché anche lì si è verificato un fenomeno migratorio (in quel caso dal Regno Unito) da parte di una popolazione con fototipo basso, per lavorare in un luogo a forte irraggiamento solare» chiarisce il dermatologo. Questo non esclude casi anche nei giovani, però, specie se con carnagione chiara: «Oltre al danno cumulativo di esposizione al sole, il basalioma può avere una causa genetica: in questo caso le aree in cui compare possono anche essere quelle non esposte ai raggi – prosegue l’esperto della Lilt – Infine, non vanno dimenticati i raggi UV delle lampade abbronzanti, che ormai sappiamo che rappresentano una delle possibili cause di tumori della pelle».
Sembra un brufolo ma non va via
Per distinguere quello che può sembrare un brufolo rispetto a un possibile basalioma, occorre rivolgersi a un esperto, specie se non scompare spontaneamente o con semplici creme e pomate per l’acne. «In linea di massima si presenta come una crosticina ricorrente che compare e scompare, oppure come un rilievo della cute che può essere talvolta fonte di prurito o ancora come lesione eritematosa, cioè una chiazza rossa persistente, che non varia. In ogni caso occorre una diagnosi da parte di un medico esperto: oggi possiamo contare su un esame dermatoscopico che ci aiuta a individuare basaliomi anche complicati, con la possibilità di una diagnosi in fase molto iniziale e quindi con una risoluzione chirurgica molto semplice.» chiarisce l’esperto.
Quali interventi e cure
Una volta confermato il sospetto che si tratti che di un basalioma, «l’asportazione chirurgica rappresenta la soluzione principale. Per alcune tipologie basaliomi superficiali, però, esistono alternative non chirurgiche come il laser o la crioterapia, oppure ancora il ricorso ad alcuni farmaci specifici, che possono dare anche ottimi risultati» conclude il dermatologo della Lilt. Nel caso di Valentina Ferragni si è scelta l’asportazione.