Non c’è solo il viagra ad aiutare il sesso. Se la pasticca blu rappresenta un “aiuto” per gli uomini non più giovanissimi per garantire prestazioni sessuali migliori, a tutte le età e soprattutto tra i ragazzi si sta diffondendo l’abitudine di mischiare la droga al sesso, soprattutto se si tratta di sostanze sintetiche. Si chiama “chem sex” e rappresenta una delle più recenti frontiere nella diffusione di molecole, soprattutto di nuova generazione, prodotte chimicamente e in grado di stimolare, togliere inibizioni e prolungare le performance sotto le lenzuola. Ma alla base c’è un grande equivoco: “Come per l’alcol, considerato da millenni un potente afrodisiaco, gli effetti non sempre sono quelli attesi: l’alcol agisce sul sistema nervoso centrale e può avere un effetto depressivo. Le droghe, invece, oltre ad causare danni collaterali anche potenzialmente gravissimi, non sempre garantiscono le prestazioni sessuali desiderate” avverte Ilaria Consolo, psicoterapeuta, esperta in dipendenze patologiche e vicepresidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS).
Cos’è il “chem sex”
L’espressione deriva dall’inglese (chemical sex) e indica l’uso di droghe per facilitare il sesso, soprattutto per prolungare la durata delle prestazioni. Si tratta di mefedrone (noto anche con i nomi di meow meow o m-cat) che appartiene alla famiglia delle anfetamine e dunque agisce come stimolante, come le metanfetamine, o del Ghb/Gbl (o “G”), che invece ha effetto anestetico e rilassante. Nata originariamente nel Regno Unito, a Londra, la pratica del “chem sex” si è diffusa ben presto anche a Berlino, in altre capitali europee e in Italia. In un primo momento il mix di droghe e sesso era un fenomeno più tipico del mondo omosessuale, ma di recente è diventato un fenomeno presente anche tra eterosessuali e soprattutto tra i più giovani. “L’idea di potersi aiutare con qualche sostanza non è nuova: da sempre si ritiene, ad esempio, che l’alcol aiuti ad essere più disinibiti. Il fatto di bere grandi quantità è spesso associato all’idea di virilità, ma in realtà è un inibitore del sistema nervoso centrale, quindi ha un effetto opposto: dopo un primo momento di eccitazione, ha un’azione depressiva. Nell’ambito delle droghe, le nuove sostanze si aggiungono a popper e cocaina, già diffuse da tempo come stimolanti” dice l’esperta in dipendenze patologiche.
Le “sex drugs”: dal popper alla cocaina all’ecstasy
“Il popper, nato negli ambienti dei sexy shop londinesi, viene inalato. Aumenta il desiderio sessuale e migliora le prestazioni, ma il suo effetto dura pochi secondi (30/40), quindi costringe a interropere il rapporto di frequente per assumerne di nuovo. Inoltre aumenta il battito cardiaco, dà nausea, vomito, alterazioni della vista ed è pericoloso per la pelle, perché può causare ustioni” spiega Ilaria Consolo.
“Un’altra droga molto usata è la cocaina, considerata la droga più sexy perché potenzialmente in grado di dare energia sessuale e mantenere l’erezione anche dopo diversi orgasmi. Ma può anche dare disfuzioni sessuali e avere effetti opposti: aumenta il desiderio e l’eccitazione, ma può inibire l’orgasmo in entrambi i sessi e l’abuso cronico può provocare disfunzioni sessuali” spiega la psicoterapeuta.
C’è poi anche l’ecstasy. “Viene anche chiamata la pillola del’amore per via delle sue presunte qualità afrodisiache, ma può indurre all’impotenza. L’ecstasy è spesso associata al viagra, ma in qualche caso ostacola l’erezione, oltre ad avere effetti sul sistema vascolare e quindi ad aumentare il rischio di una possibile lacerazione del pene. Insomma, le dicerie sul potere sessuale dell’ecstasy sono false” conclude l’esperta.
Il mix droghe-sesso
Eppure il mix di droghe e sesso è sempre più diffuso. Nel caso delle sostanze stupefacenti, infatti, entrano in gioco anche altri fattori: “L’uso di droghe o alcol per avere prestazioni più durature o più virili potrebbe dipendere da una scarsa autostima, dalla difficoltà a relazionarsi sia nella sessualità che nel rapporto a due, o dalla ricerca dello sballo a tutti i costi. Si tenta costantemente di provare emozioni sempre più forti, alle quali in qualche modo ci abitua il mondo virtuale, che non è quello della relazione autentica a due” spiega Consolo.
Si creano dipendenze?
Trattandosi di droghe e in particolare di sostanze sintetiche, si teme che il loro uso possa creare dipendenza: “Non è automatico che accada, dipende da quantità e frequenza di assunzioni, ma anche dai singoli individui: come per tutte le dipendenze concorrono fattori importanti, come il tipo di famiglia che si ha alle spalle, la personalità del soggetto, la concomitanza con altre problematiche psicologiche (una personalità borderline o una debolezza dell’IO), o ancora atteggiamenti tendenti alla compulsione o cronici sensi di vuoto. Va però detto che si tratta di sostanze molto pericolose per i danni che possono causare. In più, come detto, non garantiscono le prestazioni attese” spiega la vicepresidente dell’IISS.
L’importanza di apparire
Il ricorso alle droghe per aiutare il sesso è una moda legata alla nostra società dell’apparenza. “Il fatto di dover sempre apparire e di doversi mostrare in un certo modo, all’altezza delle aspettative, crea una crisi identitaria profonda sia negli uomini sia nelle donne. Ne derivano una minore autostima, una crisi delle relazioni e della coppia. Oggi i ragazzi sono più abituati a rapportarsi col mondo virtuale, che spinge a emozioni sempre più forti, ma non autentiche. Negli adulti, invece, il bisogno di un aiutino può derivare dal fatto di volere prestazioni sessuali da ventenni anche a 40 o 50 anni, anche se è più facile che il ricorso sia a pasticche come il Cialis che non a droghe sintetiche vere e proprie”.