Come ci si comporta e come si può aiutare chi si lamenta sempre? Questa è la domanda implicita del commento di Anna, una di noi, che scrive:
“Ciao a tutte, ho passato il weekend ad ascoltare le lamentele di tutti gli amici, e volevo ridere e divertirmi come una matta, invece … mi sono un po’ ritrovata ad ascoltare problemi, insoddisfazioni, etc. etc. forse nemmeno riuscendo a far cambiare umore alle mie amicizie, così appensantite… il risultato quindi è che non è servito a nulla. Io avrei voluto altro e loro forse non sono andate a casa più leggere! Non è la prima volta che questo mi capita ma ora vorrei capire dove TOPPO… e dove può esserci una via di uscita. Io desidero in ogni cosa sempre più la leggrezza e mi ritrovo nella pesantezza…”
Allora, come si risponde agli amici che si lamentano sempre? La risposta per me è il titolo di un libro di Larry Winget, che ho tradotto qualche anno fa:
“Sta Zitto, Smetti di Lamentarti e Datti una Mossa”.
In una delle frasi di apertura del libro, Larry pungola il lettore con un lapidario:
“Se sei infelice, fallito, stanco o sul lastrico – per favore tienitelo per te. Il resto di noi non ha bisogno di ascoltare queste cose, quindi non sentirti obbligato a condividerle!”
SENZA CUORE?
Non direi. Ci sono 4 buone ragioni per cui né tu né la persona che le fa dovrebbero stare a sentire le lamentele:
1. LAGNARSI TI FA SENTIRE PEGGIO. SEMPRE.
2. FINCHE’ INTASI LA MENTE DI LAMENTELE NIENTE DI NUOVO EMERGE
3. QUANDO TI CONVINCI CHE SIANO REALI E NON UNO DEI POSSIBILI PUNTI DI VISTA, SEI IN GABBIA
4. QUANDO SEI IN GABBIA NON VEDI SOLUZIONI
Il motivo per cui le persone si abituano a parlare delle loro “sfighe” è che credono che facendolo si sentiranno meglio. Non è vero.Le persone si sentono meglio quando si sfogano. Perché svuotano la loro mente e quando la mente è sgombra qualcosa di nuovo può emergere. Ma uno sfogo non è una lagna, è un momento in cui abbiamo davvero bisogno di confrontarci, aprire i rubinetti della nostra anima e lasciar scorrere come un fiume le parole per schiarirci le idee.
CHE DIFFERENZA C’E’ FRA LO SFOGO E LA LAMENTELA?
L’abitudine e il risultato a cui portano. Uno sfogo è una tantum e innalza l’energia. La lamentela è una costante e abbassa l’energia. Quando ci si lamenta è come indossare un paio di lenti distorte che mostrano sempre la parte peggiore del mondo, anche quando ci sono infinite cose buone che accadono.
COSA FARE CON CHI SI LAMENTA SEMPRE? COME AIUTARLO SE E’ UN AMICO?
E’ facile. Smetti di essere sua complice! Come si diventa complice di una persona che si lamenta? Standola a sentire sempre. Assecondandola con gentilezza. Annuendo ai suoi sproloqui. A volte usando un tatto eccessivo. Quando una persona si lamenta e lo fa senza accorgersene spesso, ha bisogno di essere svegliata: brutalmente o con ironia, di certo smettendo di credere a tutto quello che dice.
UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA
Ricordo una dozzina di anni fa che una mia cara amica era in crisi con il suo ragazzo. Da un anno e mezzo puntalmente ogni venerdì sera quando tornavamo a casa, passavamo almeno mezz’ora in macchina prima di salutarci a parlare. O meglio: lei si lamentava del suo ragazzo, io ascoltavo pazientemente.
Più l’ascoltavo più mi sentivo frustrata. Qualsiasi consiglio le davo ci riportava sempre al suo lapidario “non c’è soluzione”. Finché una sera, mentre stava iniziando il suo monologo presi coraggio e le dissi:
“Amica mia, non starò più a sentire le tue lamentele sul tuo ragazzo. Primo penso che tu debba affrontare le cose con lui e non con me. Secondo le tue lamentele scaricano sia me che te. Quindi non le ascolterò più a meno che non si tratti di parlare di soluzioni e allora ci sarò. Il problema non è il tuo ragazzo. Il problema sei tu che continui a lamentarti di tutto. Ti voglio bene e ti starò accanto e da oggi sappi, che appena inizierai la lagna io ti fermerò e non sarò più disposta a stare in questa energia così bassa e inutile.”
Lei ci rimase di stucco. Una settimana dopo, mi ringraziò. Smise di parlare in modo lamentoso del suo ragazzo. Paradossalmente smise di avercela sempre con lui e si calmò. Dopo qualche mese, prese coraggio e lo lasciò.
QUANDO SMETTI DI ASSECONDARE CHI SI LAMENTA(INCLUSO TE STESSO), QUALCOSA CAMBIA PER SEMPRE
E’ pazzesco quello che possono fare le persone quando smetti di assecondarle nel loro solito schema di pensiero agitato. Per farlo però dovrai andare tu oltre i tuoi pensieri abituali.
Ora ho una domanda per te:
PERCHE’ CONTINUI AD ASCOLTARLE ANCHE QUANDO NON VUOI FARLO?
Il punto è semplice: quando ascolti controvoglia lo fai perché credi di DOVERLO FARE. Forse ti senti una brava amica se lo fai, forse credi che ti ameranno di più se lo farai, forse vuoi essere considerata una persona attenta agli altri o hai paura a dire la tua verità. Non importa il motivo. Il punto è che tu, proprio come chi si lamenta, ti sei abituata a fare qualcosa di insano. Smetti di farlo. Punto.
MA SE SMETTO DI ASCOLTARE NON ANDRO’ PIU’ BENE!
E chi lo dice? Se qualcuno sta dicendo sciocchezze non ha senso ascoltarlo, anche se è qualcuno che amo. Se qualcuno si sta facendo del male con quello che dice e crede, va svegliato. Se sei troppo stanca per ascoltare e hai voglia di essere leggera, è un diritto e un permesso che solo tu potrai darti quello di non esserci e di stare in silenzio nonostante le aspettative altrui.
LA VERA ATTENZIONE VERSO GLI ALTRI NON E’ CONDISCENDENZA MA ONESTA’
E’ solo quando sei onesta e lucida che puoi dare davvero agli altri quello di cui hanno bisogno. É solo quando sei onesta che sei libera di essere chi sei. Di ascoltare quando è il momento di farlo, di zittire quando c’è bisogno di silenzio.
E questa semplicità, porta inevitabilmente una profonda leggerezza, nella mente, nel cuore, nell’anima. Alla prossima ragazze… Leggerò tutti i vostri commenti, li ascolterò con calma e in silenzio e andremo ancora una volta oltre… in avanti… sempre!
Chiara, la vostra coach!