A molti sarà capitato, purtroppo, di avere a che fare con un familiare, un amico, un collega, un conoscente, a cui è stato diagnosticato un tumore. E la preoccupazione più frequente è: “E adesso cosa gli dico?” Già, perché il cancro spaventa, così come spaventa la sofferenza o l’idea della morte che questa malattia evoca.
L’impatto che il cancro ha sul benessere psicologico dei malati continua a essere rilevante nei mesi, e a volte negli anni, a seguire. Figuriamoci mentre si sta lottando e combattendo questa battaglia. Lo hanno dimostrato numerosi studi condotti a livello internazionale: circa un terzo delle persone affette da cancro mostra sintomi di stress e sofferenza psicologica. Come biasimarli? Ma sopratutto come aiutarli?
Anche se si è animati dalle migliori intenzioni, si possono, purtroppo, dire cose che invece di incoraggiare, rinfrancare e confortare il malato risultano controproducenti perché urtano la sua sensibilità o appaiono ipocrite.
Alcune sortite andrebbero assolutamente evitate. Non avete idea di quante volte mi sia sentita dire: ““Cerca di essere positivo: un atteggiamento ottimista aiuta a combattere la malattia”, oppure “Prova a distrarti, non ci devi pensare”, o ancora “Vedrai che andrà tutto bene“. Sì, perché io ci sono passata per ben due volte e vi posso quindi dare un consiglio: se non sapete cosa dire, la cosa migliore è tacere.
Ma intanto ecco quali sono le frasi da non dire a un amico malato.
“Non sai quanto mi dispiace per te”
La compassione non è mai gradita. Infatti, per un malato rendersi conto che gli altri provano pietà per lui e per la sua condizione è quasi sempre avvilente. Molto meglio una frase del tipo: “Vorrei tanto che tu non dovessi affrontare un problema così”, perché non fanno sentire il paziente come una vittima indifesa del destino, ma piuttosto manifestano solidarietà nei suoi confronti in un momento difficile.
“Se c’è qualcuno che può superare questa prova, sei proprio tu”
Per un paziente non è confortante sapere che gli altri considerano la sua malattia come una prova da superare e lui come una persona con le risorse giuste per affrontarla.
“Ti trovo proprio bene”
Non c’è nulla di più ipocrita di questo. Il malato di tumore si guarda allo specchio e quindi vede bene sul suo volto i segni della malattia. Evita ‘complimenti’ che possono risultare irritanti per chi li riceve (e anche imbarazzanti per chi li fa).
“Ti vedo un po’ sciupata”
Alcuni pensano che questo serva a far capire al malato che si è consci del suo stato. È totalmente inadeguato e sottolineare la sua condizione non fa bene al suo stato d’animo.
“Come vanno i tuoi controlli?”
Un paziente oncologico, al termine di esami lunghi e invasivi, non ha voglia di condividere con amici e parenti gli esiti dei controlli, specie se hanno avuto risultati poco rassicuranti. Quindi, anche se si è spinti da un reale interesse, sarebbe importante controllarsi ed evitare di stressare il malato con queste richieste.
“Qualunque cosa io possa fare per aiutarti, sono a tua disposizione”
Il malato apprezza sempre le offerte di aiuto ben definite. Amici e parenti che si propongono per andare a fare la spesa, portare i figli a scuola, preparare la cena possono risultare di grande aiuto. Al contrario, offerte generiche lo obbligano a richieste esplicite che magari gli creano imbarazzo.
“Non c’è motivo di preoccuparsi”
Negare l’evidenza o minimizzare l’entità della patologia è inutile e anche offensivo ed irritante per chi ha un tumore. Quando un malato parla delle sue paure e dei suoi timori non lo fa per sentirsi dire che sono eccessivi ma piuttosto perché discutere dell’argomento può aiutarlo a scaricare la sua ansia.
“Come sei stata durante la chemioterapia?”
Curiosità di questo genere possono indurre reazioni negative: a un paziente oncologico non fa piacere raccontare i dettagli di un trattamento aggressivo che notoriamente ha gravi effetti collaterali. Se esce è per distrarsi e alleggerire la tensione.
“Non vedo l’ora di incontrarti”
Suona come una pressione indebita, che non tiene conto delle esigenze e dei ritmi (esami e terapie) di una persona affetta da cancro.
“La notizia della tua malattia mi ha sconvolto”
È una frase che non solo non manifesta sostegno alla persona malata, ma rischia piuttosto di deprimerla. Chi ha la vita sconvolta è il malato di tumore.