L’emergenza Fentanyl, che da tempo tiene banco negli Stati Uniti, ora preoccupa anche in Italia. Per la prima volta il Fentanyl — l’oppioide sintetico 80 volte più potente della morfina — è stato trovato in una dose di eroina a Perugia tra le sostanze da taglio insieme alla codeina. La preoccupazione delle autorità è che possa diffondersi come sostanza da taglio. Nel dicembre scorso la Guardia di Finanza di Piacenza aveva sgominato un traffico del potente oppiaceo sintetico, arrestando 7 persone. Nelle operazioni era stata coinvolta anche l’agenza americana di contrasto agli stupefacenti proprio perché il medicinale è utilizzato come droga.

Negli Usa si registra una “epidemia” che sta mietendo 180 vittime al giorno. Ma di cosa si tratta? Perché se ne sta parlando anche in Italia e che rischi si corrono assumendolo in modo illegale?

La strage silenziosa

«I decessi per overdose hanno raggiunto livelli senza precedenti», si legge in una nota allarmante del Dipartimento per la Salute degli Stati Uniti, mentre il commissario per la salute, Ashwin Vasan, parla di un morto per Fentanyl ogni tre ore nella sola New York. Non va meglio in California, lo stato più colpito e dove dell’emergenza hanno parlato anche il presidente americano, Joe Biden, e quello cinese, Xi Jinping. Il sindaco di San Francisco, London Breed, ha avvertito che «lo spaccio potrebbe portare ad accuse di omicidio». Ma il problema sono i giovani che continuano a morire per l’assunzione dell’oppiaceo, spesso con altre sostanze stupefacenti.

Cos’è il Fentanyl

«Il problema è molto grave e si è accentuato nel periodo della pandemia, tanto da parlare di una ‘pandemia nella pandemia’ per via dell’aumento dell’uso di alcol, marijuana e appunto oppioidi. Il caso del Fantanyl è particolarmente drammatico: è un farmaco antidolorifico approvato dalla Food and Drug Administration statunitense, 50 volte più forte dell’eroina, 100 rispetto alla morfina. Questo lo rende anche causa di morti per overdose se usato come droga. Negli Usa si registrano in media 152 vittime al giorno. Se nel 2011 c’erano stati 2.600 morti, dal 2012 al 2021 se ne stimano 250mila», spiega a Donna Moderna Graziano Pinna, neuroscienziato, professore associato alla University of Illinois Chicago.

Gli effetti del Fentanyl

A preoccupare sono soprattutto i giovani, sui quali il Fentanyl può dare «problemi di dipendenza perché come altre sostanze stupefacenti analoghe – spiega ancora Pinna – Attiva il reward system, una gratificazione all’assunzione e un effetto di rilassamento e apparente benessere. Come antidolorifico è prescritto dopo interventi chirurgici o cancro ma, in caso di abuso, può dare effetti anche molto gravi, specie perché spesso si associa al consumo di alcol, marijuana e cocaina, oppure è unito ad altre molecole che ne aumentano la pericolosità». I sintomi sono quelli classici da overdose: «Costrizione delle pupille, difficoltà a rimanere svegli, perdita di conoscenza e respiro debole o assente, arrivando ad abbassamento della temperatura corporea con una colorazione pallida della pelle», spiega ancora Pinna.

Le operazioni di polizia non bastano

Finora gli Stati Uniti hanno cercato di contrastare il problema con azioni di repressione e sorveglianza interna. Significativo il caso della stessa San Francisco, dove sono è stato istituito lo Street Response Team. Si tratta di una squadra di pronto intervento per casi di overdose. Ma nel tempo si sono moltiplicate le accuse di Washington a Pechino, da cui proviene la maggior parte della sostanza oppiacea. Da qui l’esigenza di un’azione diplomatico-governativa con il faccia a faccia tra Biden e Xi, in autunno, che hanno affrontato anche questa questione.

La nuova “guerra dell’oppio”

In un articolo pubblicato sul cinese Quotidiano del Popolo, uscito a inizio 2023, si leggeva: «Attaccare e diffamare la Cina non curerà il problema cronico dell’abuso di droga, ma non farà altro che ritardare il problema del controllo della droga in America», causando «una crisi sociale più grave». «Negli Usa ci sono molti centri specializzati nella disintossicazione, ma occorre una forte volontà delle persone di uscire dalla dipendenza», osserva ora Pinna. La disponibilità massiccia di questo prodotto (e delle sue versioni illegali) sul mercato non facilita una soluzione e gli effetti si iniziano a vedere anche in Italia. A Piacenza sono state intercettate 100mila dosi di Fentanyl in transito.

I rischi in Italia

Ora la preoccupazione è che il Fentanyl possa aggiungersi alle altre droghe che finora hanno alimentato il mercato italiano, come la cocaina, l’eroina e, più di recente, il crack. Come ricordava qualche tempo fa Riccardo Gatti, psichiatra e già direttore del Dipartimento Dipendenze presso la Asl di Milano e oggi coordinatore del Tavolo tecnico per le Dipendenze della Regione Lombardia, tra Milano e l’hinterland ci sono già 4-5mila persone seguite dai Sert, che sono al limite. Dopo la pandemia, infatti, il consumo di droga è tornato a crescere superando i livelli pre-Covid. Se dovesse aggiungersi il Fentanyl la situazione rischierebbe di precipitare.