Oltre 92mila visoni nella regione spagnola di Aragona sono risultati positivi al Coronavirus e per loro è stato ordinato l’abbattimento per «evitare che gli animali infettino l’uomo» come è stato spiegato dal ministero della Salute iberico. Anche in Danimarca e Olanda si sono verificati contagi tra gli stessi animali, noti per il loro pelo pregiato, mentre nei Paesi Bassi migliaia di esemplari sono stati già macellati dopo che due lavoratori di un allevamento erano risultati positivi al Sars-Cov2. Il timore è proprio che avvenga una trasmissione del virus da animale a uomo o all’interno di una stessa specie animale, come dimostrerebbero alcuni studi in laboratorio condotto sui gatti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità per ora invita alla cautela, indicando il caso dei visoni come unico, ma per Maria Van Kerkhove, epidemiologa dell’Onu, già a giugno era accaduto che alcuni visoni infettassero «esseri umani».
I contagi da visoni: cosa sappiamo
«È presto per dare risposte certe, si stanno conducendo verifiche. La misura scattata in Spagna e in altri Paesi europei è di tipo precauzionale dopo che è emerso che il virus può infettare alcune specie animali e quindi, teoricamente, anche gli esseri umani che vi entrano in contatto: ad esempio maneggiando le gabbie in cui si trovano, come nel caso dei visoni» chiarisce l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore di Igiene all’università di Pisa.
I focolai nei mattatoi
Il caso dei visoni ricorda quello del maxi-focolaio scoppiato a giugno in Germania, nella regione del nord Reno-Vestfalia, dove ad essere contagiati erano stati 1.500 lavoratori. Un problema che riguarda anche l’Italia: in provincia di Mantova sono stati segnalati 68 casi in aziende specializzate in macellazione. Sono 300 gli episodi complessivi segnalati da inizio anno in Lombardia. Che analogie ci sono? «In realtà in quel caso il problema non era dato dagli animali, perché gli animali da macellazione non sono interessati dal problema di un possibile contagio da Coronavirus. La criticità riguarda piuttosto le condizioni ambientali. In Germania il contagio era partito da un dipendente che aveva infettato i colleghi anche grazie al fatto che quel tipo di lavoro si svolge necessariamente al freddo, a temperature che non superano i 5/6 gradi e che favoriscono la sopravvivenza del virus. Si lavora su turni in celle frigorifere per diverse ore e questo può favorire il contagio» spiega l’epidemiologo.
Quali animali possono essere contagiati dal virus?
«Ogni virus ha una serie di ospiti che riesce a infettare o nei quali causa la malattia. Dipende dalle specie animali, non tutte si comportano nello stesso modo. Si è visto che i cani, ad esempio, possono essere accidentalmente (e raramente) contagiati dal padrone, ma non si ammalano. Dalle ricerche di laboratorio, invece, è emerso che i gatti infettati sperimentalmente producono la malattia e, se posti in gabbie vicine, possono contagiarsi tra loro» spiega Lopalco.
Ma il virus può passare all’uomo? «È un’ipotesi non ancora indagata negli studi sperimentali. In natura ad oggi non abbiamo evidenze di animali che abbiano trasmesso il Sars-Cov2 all’uomo» aggiunge l’esperto.
L’allarme per la peste bubbonica in Cina e Usa
A preoccupare, intanto, è anche il caso della peste bubbonica, che ha spinto le autorità cinesi a lanciare un allarme dopo che in Mongolia si sono registrati diversi casi di infezione dovuti al contagio da animali, in particolare marmotte e cani della prateria. Gli ultimi episodi sono legati al consumo di carne cruda di questi animali, come si è verificato con un coniglio selvatico infetto nella regione cinese. Negli Usa, invece, ad essere trovato positivo alla malattia è stato uno scoiattolo. In comune con la malattia Covid ci sono alcuni «sintomi come febbre, mal di testa, debolezza e un rapido sviluppo di polmonite con i suoi segni caratteristici: respiro corto, dolori toracici, tosse» come precisa l’Istituto Superiore di Sanità.
Per questo gli episodi recenti hanno destato allarme, col
timore di un’altra epidemia, ma Pierluigi Lopalco chiarisce: «Si tratta di malattie infettive,
ma differenti: quella da Coronavirus è di origine virale, mentre la peste
bubbonica è batterica e si trasmette tramite il morso di una pulce. Solo
così può passare da animale a uomo. Nel caso del 15enne che in Mongolia è morto
dopo aver mangiato carne di marmotta, c’è da presumere che il contagio sia
avvenuto non tanto per ingestione, dunque tramite l’alimentazione, quanto per
aver maneggiato l’animale».
L’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, rassicura che l’ultima
vera epidemia urbana di peste bubbonica negli Usa risale al 1924-1925, a
Los Angeles, mentre negli ultimi anni i casi principali si sono verificati
soprattutto in aree rurali (New Mexico, nord Arizona e sud Colorado).