Il protocollo per curare a domicilio i malati di Covid
Finalmente è in arrivo un protocollo per curare a domicilio tutti i malati di Covid. Per ottenerlo siamo dovuti passare dal Parlamento, ma ora dovremmo esserci: una mozione appena approvata in Senato ha dato il via alla stesura di uno schema terapeutico unico che i sanitari potranno seguire. Non ci saranno più pazienti di serie A che guariscono a casa grazie alle terapie prescritte da medici particolarmente preparati e lungimiranti. E non ci saranno gli altri abbandonati a loro stessi, destinati magari a un ricovero in terapia intensiva.
Molte delle indicazioni che faranno parte del protocollo si basano sull’esperienza di medici come quello che intervistiamo qui. Si chiama Luigi Cavanna, è primario di oncoematologia all’ospedale di Piacenza e fin dall’inizio della pandemia si è impegnato e battuto perché i suoi malati potessero guarire a casa, risparmiandosi la fatica e la paura di un ricovero. I risultati che ha ottenuto parlano da soli.
«Nei tragici primi tre mesi è stato necessario portare in ospedale solo il 5% delle oltre 330 persone assistite a domicilio» sottolinea lui, che ad aprile 2020 per il suo impegno si è guadagnato la copertina del noto settimanale inglese Time. «Sono stati dimessi tutti e questo è un altro punto a favore delle terapie domiciliari. È la riprova che va potenziata la medicina del territorio per curare il Covid fin dai primi sintomi. La cosiddetta vigile attesa, cioè aspettare senza impostare uno schema terapeutico, ha fatto solo danni, con un aumento enorme dei ricoveri di pazienti con la malattia già in stadio avanzato e una rete ospedaliera ko».
Le medicine da prendere step by step
Uno studio appena terminato dell’istituto Mario Negri ha fatto chiarezza sulle cure precoci. «I primi otto giorni della malattia sono caratterizzati dall’intensa moltiplicazione del virus nel sangue e nei tessuti» spiega Fredy Suter, infettivologo di Bergamo e prima firma dello studio. «Ed è in quel momento che bisogna agire tempestivamente. Altrimenti è alto il rischio di un’infiammazione non controllata nell’organismo, con un aumento delle probabilità di polmonite bilaterale, vasculiti e trombosi».
Partiamo allora da qui, dai primi sintomi. I medici che studiano le terapie domiciliari sostengono che bisogna prendere un farmaco antinfiammatorio subito, senza aspettare l’esito del tampone. «I più efficaci sono celecoxib, acido acetilsalicilico e nimesulide che bloccano il cox-2» continua il professor Suter. «È un enzima attivato dal virus ed è responsabile dell’infiammazione. Serve a poco invece il paracetamolo: le esperienze ci hanno dimostrato che non è in grado di fronteggiare l’avanzata del virus».
Ma se nonostante questo i sintomi si aggravano? All’ottavo-decimo giorno se il respiro è peggiorato, ci vuole il cortisone. «È stato accusato di favorire un aumento dei ricoveri, ma questo è dipeso da un uso sbagliato del farmaco» sottolinea Suter. «Nella prima fase, infatti, può aiutare la replicazione virale. Al contrario, nella seconda settimana di sintomi riduce l’infiammazione sistemica, estesa ai vari organi del corpo». Gli antibiotici si prescrivono solo in caso di polmonite, perché significa che si è verificata una sovrapposizione batterica. Mentre l’eparina in genere viene data ai pazienti fragili e a chi è più a rischio di trombi e quindi di embolie.
Gli esami domiciliari
Il protocollo allo studio prevede anche l’utilizzo della telemedicina. E chi da tempo cura a domicilio, come i 200 medici di cui ti parliamo qui sotto, si è già attrezzato. «Insegniamo al paziente come misurare la saturazione dell’ossigeno e della febbre» spiega Andrea Mangiagalli, medico di famiglia di Milano. «Lo visitiamo a domicilio, se necessario, e ogni giorno lo sentiamo per telefono per raccogliere i valori delle misurazioni e sapere come sta, come respira. E poi è fondamentale l’ecografia toracica che può salvare la vita. Noi medici che visitiamo a domicilio dovremmo avere sempre lo strumento e utilizzarlo al letto del malato per la diagnosi tempestiva della polmonite, diagnosi che ci permette di modificare la terapia in tempo reale».
Vuoi un medico che ti assista gratuitamente?
È trascorso oltre un anno dall’inizio della pandemia e le carenze nell’assistenza a domicilio sono ancora la grande spina nel fianco della nostra sanità. Per questo è nata la pagina facebook #terapiadomiciliarecovid19inogniregione. Qui trovi oltre 200 medici che, gratis, assistono i malati Covid con visite a domicilio e telefonate giornaliere, applicando lo schema terapeutico che ti abbiamo raccontato nell’articolo. E con cui hanno già curato migliaia di persone.
In attesa che arrivi il protocollo unico nazionale, se ti ammali puoi rivolgerti a loro: basta scrivere un messaggio sulla pagina, che è pubblica, dando solo la tua città: verrai contattata dal medico più vicino a te con un messaggio privato.
→ PARLIAMONE SU INSTAGRAM
Ogni settimana nelle stories del nostro canale Instagram ti aggiorniamo sulle news covid e rispondiamo ai tuoi dubbi su vaccini, cure e regole per proteggersi dal virus. Se hai delle domande vieni su @donnamoderna