La pandemia non è ancora finita. Ci avevamo sperato fino a poche settimane fa, quando il numero dei contagi da Covid era basso e stabile, ma questo è un virus infido. E nonostante le nostre giornate sembrino quasi le stesse di sempre, la risalita veloce e improvvisa delle infezioni non mente: anche in Italia è arrivata la quarta ondata della pandemia. Mentre andiamo in stampa il governo discute nuove restrizioni e, oltre che abbassare la durata del green pass da 12 a 9 mesi, ha già deciso di accelerare sul booster del vaccino anticovid.
Le prossime settimane saranno quelle della terza dose. Dopo over 80 e sanitari, porte aperte alla prenotazione per gli over 40: il governo raccomanda la nuova immunizzazione a 180 giorni dalla precedente. «È la cosa da fare. Grazie ai dati che stiamo raccogliendo, ormai sappiamo con certezza che l’immunità dei vaccinati si riduce tra i 6 e gli 8 mesi» spiega Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I, tra gli esperti in prima linea contro la pandemia. «E d’altronde ce lo aspettavamo, la dose booster è già usata in molti altri vaccini. Ma le dirò di più: la terza dose si annuncia come una carta decisiva, perché non solo ripristina la protezione iniziale ma potrebbe riuscire a farlo per un periodo più lungo di quanto non è stato con le prime due. In Israele è una strategia che ha permesso di tornare quasi alla normalità». Una buona notizia che però da sola non basta a fare chiarezza sui tanti dubbi che abbiamo rispetto a questa nuova tornata di vaccinazioni.
Cosa rischia chi non fa la terza dose?
Partiamo dalla domanda che tutti ci facciamo. Ci continuano a ripetere che i vaccinati sono ancora coperti dalla malattia grave. Allora cosa rischia chi non fa la terza dose? «In realtà tutti i numeri ci dicono che a 6 mesi dal vaccino anche la protezione dalle forme gravi della malattia, pur restando elevata, si riduce» risponde Antonio Clavenna, che guida l’Unità di farmacoepidemiologia dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. «I bollettini dell’Istituto superiore di sanità parlano chiaro: si scende dal 92% all’82%. Se il virus circolasse poco sarebbe una diminuzione trascurabile, ma con l’aumento dei contagi questa differenza si traduce in un numero più alto di ricoverati. Certo, questo rischio riguarda soprattutto di persone fragili e gli anziani ma non dimentichiamoci che anche un over 40 sano, se contagiato, deve mettere in conto giorni a letto e quarantene».
Chi ha fatto Astrazeneca o Johnson&Johnson è più esposto?
«Sì, il rischio di contagiarsi dopo 6 mesi è più alto» risponde il professor Clavenna. «Lo dimostrano i dati raccolti negli Usa per Johnson&Johnson e in Gran Bretagna per Astrazeneca. Ma in queste persone facendo il richiamo con un vaccino a mRna la risposta anticorpale si potenzia moltissimo». Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, per esempio, mostra che dopo la terza dose con Pfizer l’efficacia di AstraZeneca contro l’infezione sintomatica fa un balzo dal 44 al 93%.
Quando bisognerebbe fare la terza dose?
Il governo consiglia la terza dose a 6 mesi dalla seconda. C’è un momento giusto? Per i fragili e gli over 60 il consiglio è di farlo appena possibile. Per gli altri c’è meno fretta ma rimandare secondo gli immunologi è sbagliato. «Diciamo subito e in modo chiaro una cosa: la terza dose non deve far paura. Dal punto di vista immunologico non ha controindicazioni e ci mette prima in sicurezza» sostiene deciso il professor Le Foche. «Si potrebbe persino anticipare la booster a 5 mesi di distanza dalla seconda dose, come fanno già in altre Nazioni».
Chi si è infettato dopo aver fatto il vaccino ed è guarito deve comunque fare la nuova iniezione?
«Non è detto perché per chi ha già ricevuto due dosi la malattia potrebbe fare da booster. Il mio consiglio però è di valutare sempre la situazione con il proprio medico. Bisogna anche capire se ci si è infettati per colpa di un deficit delle difese immunitarie» risponde l’immunologo.
È utile controllare il numero degli anticorpi con un test sierologico?
Molti, prima di fare la terza dose, si chiedono se controllare il numero degli anticorpi con un test sierologico. È utile? «No, perché la protezione contro il virus dipende anche dal numero degli anticorpi ma non solo. E teniamo presente che ad oggi non conosciamo neppure il numero giusto, cioè quanti anticorpi dovremmo avere per garantircela questa protezione parziale. E poi le ricerche ci dicono che è molto importante anche quella che definiamo la memoria immunologica dei linfociti T, che è ancora motivo di studio e che non può essere misurata con i test» risponde il professor Le Foche.
Dopo la terza dose gli effetti collaterali sono più pesanti?
È vero che dopo la terza dose gli effetti collaterali sono più pesanti? «Effetti gravi come le allergie si vedono solitamente solo alla prima dose di vaccino e così è stato fino ad ora anche con gli anticovid» risponde il farmacologo Antonio Clavenna. «Si è visto invece che con il booster compaiono più di frequente e con intensità maggiore disturbi come dolori muscolari, stanchezza, febbre, linfonodi ingrossati».
Per quanto tempo ci proteggerà la terza dose?
«Se guardiamo all’esperienza maturata con altri vaccini il booster durerà di più delle prime due. Ma non sappiamo se 1, 3 o 5 anni» riflette il farmacologo. «Forse andrà aggiunta una quarta dose, ma probabilmente tra qualche anno verrà consigliato il vaccino solo ai fragili, mentre le persone sane continueranno ad avere uno scudo dalla malattia grave, grazie ai richiami fatti in passato. E rischieranno tutt’al più un’influenza».
Vaccini: l’iniezione arriva in farmacia
È una delle novità di questa nuova campagna vaccinale. Il booster si farà anche nella farmacia sotto casa. Nel momento in cui scriviamo è già possibile in Piemonte, Lombardia e Lazio (in queste due Regioni solo per sanitari e over 60, a cui si aggiungono, nel Lazio, tutti i vaccinati con Johnson& Johnson), Veneto (per gli over 60), Umbria, Marche, Puglia, ma altre Regioni si stanno preparando. Per prenotare basta telefonare o presentarsi direttamente. Non tutte le farmacie però aderiscono: per trovare l’elenco aggiornato visita il sito della Regione o chiedi alla sede di Federfarma della tua provincia.