L’amore è cieco, ma guai a sbagliare un congiuntivo o a scegliere chi ha il portafoglio troppo “leggero”. È partendo da questo presupposto che è nato Academic Singles, il sito di dating online che ora arriva anche in Italia. Nato due anni fa con l’intento di facilitare i contatti tra coloro che cercano l’anima gemella, si distingue da tutti gli altri perché si concentra sulle caratteristiche professionali, sulle aspirazioni di carriera, ma anche sugli interessi culturali e il livello di istruzione degli iscritti: libri e autori preferiti, gusti nell’abbigliamento, diploma, laurea, ma anche posto da dirigente e reddito contano (eccome!) nella selezione del proprio lui/lei.
L’amore tra simili
Chi l’ha detto che gli opposti si attraggono? Secondo un’indagine commissionata a SWG da Academic Singles, il 64% degli italiani è molto sensibile allo status sociale ed economico del possibile partner, specie se non più giovanissimo. Da qui la scelta del sito di dating (oltre 5 milioni di utenti in 40 paesi) che offre la possibilità di selezionare la potenziale anima gemella dello stesso livello socio-culturale ed economico. Insomma, vale il vecchio adagio Chi si assomiglia si piglia? «Io penso sia sempre stato così. Io mi sono sempre accoppiata con uomini poveri, ma belli (e a volte neppure belli!)» commenta ironica Elisa Tesio, che da sempre si dedica all’amore col sorriso sulle labbra, tramite il blog Tiasmo o libri come Filastorta d’amore (Giunti). «In realtà penso che se si sono frequentate certe scuole, ambienti e persone sia normale cercare il proprio lui all’interno della stessa casta, come accadeva un tempo. Nonostante la società sia diventata più fluida, io penso che esistano ancora le classi sociali, anche in amore, che ci si prenda fra simili e si tenda a mantenere il proprio status, esattamente come il patrimonio, per chi – beato lui/lei – ce l’ha!».
Come si sceglie il partner?
Noi ci siamo iscritte, abbiamo voluto provare a cercare un partner ideale. La policy è chiara: sulla piattaforma si possono trovare partner con “alto livello accademico” (“È ora di innamorarsi: incontra single seri e istruiti” recita uno degli slogan). Un questionario permette di individuare soggetti affini. Abbiamo iniziato scegliendo tra una persona “attraente, emozionante e piena di sorprese” oppure una “sicura di sé, tranquilla e ben equilibrata”. Poi eccoci alla definizione sul tipo di “relazione ideale”: “Due cuori e una capanna” o “Due star e un superattico”? Superato l’amletico dubbio, siamo arrivate alle domande su letture e gusti musicali, lavoro, ma anche sulla divisione dei ruoli all’interno della coppia (modello tradizionale o moderno): insomma, chi lava i piatti e mette su il bucato? Ecco poi le sezioni riservate a cultura, attitudine all’ascolto o al dialogo (ovvio che siano le donne a parlare di più, no?), alla leadership, ambizione, giusta quantità di ironia, fino ad arrivare a definire un partner ideale. Curiosamente, però, le caratteristiche fisiche (altezza, colore degli occhi, corporatura, ecc.) e geografiche (nazione, regione, provincia) arrivano solo verso la fine, quando ci viene anche chiesto il reddito annuo dell’ideale anima gemella. Religione, figli, consumo di alcol e tabacco terminano il percorso. È solo a questo punto che ci vengono chiesti nome e data di nascita.
Stessi libri, passioni e portafoglio
Parola d’ordine, dunque, conoscere il curriculum e le aspirazioni di carriera, ma anche – possibilmente – azzeccare i congiuntivi, leggere lo stesso genere di libri e amare gli stessi autori o artisti musicali, senza dimenticare lo stipendio. L’obiettivo, dunque, è selezionare un partner all’interno di gruppo di pari, con un livello sociale ed economico almeno uguale. «A me è capitato il contrario: da ragazza sceglievo gli uomini in base ai loro gusti letterari o musicali, che dovevano combaciare con i miei. Oggi invece credo che la diversità possa incuriosire e arricchire. Ma io non mi sono mai cimentata nel dating online, mentre conosco molte donne che si sono fidanzate con Tinder (soprattutto a 60 anni) con ottimi risultati, forse sono io a essere un po’ troppo vecchia?» dice la blogger e scrittrice, che però aggiunge: «Credo, comunque, che anche questi siti possano riservare sorprese, perché spesso ciò che si racconta di sé nel mondo virtuale non corrisponde a realtà, è tutta un’autonarrazione. È solo al momento dell’incontro reale che si scopre com’è davvero l’altro». E magari non è neppure così ricco e istruito come millantava.